Erano tempi cupi, in cui al dubbio – motore di qualsiasi processo intellettuale e di conoscenza – si preferiva di gran lunga la certezza, una qualsiasi. Per fortuna restavano le librerie, questi luoghi in cui il pensiero unico non l’avrebbe avuta vinta così facilmente.

L’uomo varcò la soglia e raggiunse speranzoso un commesso.

– Avrei voglia di un bel libro – disse, semplicemente.

Il commesso si allargò in un sorriso.

– Le consiglio Giovanni Bittetto,– rispose pronto.

L’uomo non parve particolarmente entusiasta di quella proposta.

– Non ho voglia di un giallo – considerò.

– Giovanni Bittetto non fa solo gialli, sa?

– Ah no?

– Fa anche thriller.

– Non ho voglia nemmeno di un thriller.

– Fa anche noir, se preferisce.

– Non ho voglia nemmeno di un noir.

– Fa anche mistery.

L’uomo si corrucciò. – Fa davvero tutte queste cose?

Il commesso, quasi inorgogliendosi, precisò: – Certo, Giovanni Bittetto si occupa di tutte le sfumature del crime.

In quel momento dall’entrata della libreria compariva mesto uno scrittore che si sedeva su uno sgabello per un firma copie che andava deserto.

– Perché in vetrina ci sono le copie di Giovanni Bittetto e non le mie? – cominciava a gridare.

Qualcuno tentava di blandirlo, spiegandogli che Giovanni Bittetto era uno scrittore bestseller e che non poteva essere rimosso dalle vetrine.

– Oggi ci sono io qui, non Giovanni Bittetto! – si lagnava ancora lo scrittore.

L’uomo si avvicinava per un moto istintivo di empatia, ma lo scrittore sembrava non reagire, era come diventato impermeabile agli accadimenti esterni.

– Sono stanco di voler dire le cose nel modo più esatto possibile, eppure non riesco a smettere, – sibilava, con gli occhi sbarrati. – Capisco la liberazione di chi ci riesce.

Il commesso riservava alla scena uno sguardo disgustato.

– Organizzano eventi su eventi e sono tutti fiaschi clamorosi, – diceva sprezzante. – Ma l’altra settimana abbiamo avuto il pienone perché c’era Giovanni Bittetto.

L’uomo faceva un sospiro e ritornava insieme al commesso verso il bancone delle novità.

– Non lo capisco mica questo culto della novità… – si lasciava sfuggire.

– Che intende?

– Che una misura letteraria, sensata e non commerciale, dovrebbe stabilire che tutti i libri usciti negli ultimi dieci anni sono da considerarsi novità.

Il commesso rise di gusto. – Nei locali di questa libreria dieci anni fa c’era un fast food.

Sfumature

L’uomo rimase in silenzio e il commesso riprese le fila della vendita. – Torniamo a noi. Stavamo parlando delle sfumature del crime o ricordo male?

– Ricorda bene, ma io vorrei una storia proprio diversa, magari d’amore.

– D’amore ha detto?

– Sì, esattamente.

– Mi ci faccia riflettere solo un istante.

– Prego, faccia pure.

– C’è Giovanni Bittetto! – esclamò il commesso, dopo aver assunto un’aria pensosa per circa dodici secondi.

– Un romanzo storico?

Il commesso finse di effettuare chissà quali ricerche sul computer della sua postazione.

– Il database come miglior risultato dà ancora Giovanni Bittetto.

– Un romanzo psicologico?

– Giovanni Bittetto.

– Erotico?

– Giovanni Bittetto.

– Cappa e spada?

– Giovanni Bittetto.

– Capisco, ma forse mi è venuta voglia di un libro di racconti.

Il commesso non si scompose: – Ne è sicuro?

– Sì perché?

– È un genere problematico, non proprio di facilissimo smercio.

– Bene! – esclamò l’uomo. – Vorrà dire che oggi prenderemo due piccioni con una fava, esaudiremo il desiderio di un lettore e muoveremo il titolo di un comparto problematico.

– Mmm sì… Mi dia soltanto qualche secondo…

Fregature

Nel frattempo una signora si avvicinò al commesso e prese a strattonarlo per un braccio. – Volevo cambiare un libro.

– Signora, ha conservato lo scontrino?

– Per fortuna sì.

– Bene, allora non ci sono problemi.

– Grazie, sa io non li cambio mai.

– Può succedere, lo aveva già letto? Un regalo sbagliato?

– No no, direi che è difettoso.

– In che senso?

– Guardi, io ho letto fino al terzo capitolo per sicurezza e posso garantirle che è difettoso.

– Mi spieghi meglio.

– L’ho fatto leggere anche a mia figlia per sicurezza e tutt’e due lo abbiamo dato in lettura anche al mio nipotino di otto anni. Lui ci ha messo un po’ ad arrivare alla fine del terzo capitolo, si capisce, ha appena imparato e legge a singhiozzo, ma non ci sono dubbi che sia difettoso.

– Signora, difettoso in che senso?

– Non c’è neppure un omicidio. E soprattutto non c’è il commissario.

Il commesso assunse un’aria contrita, di sincero rammarico. – Mi scuso a nome di tutta la libreria, le garantisco che questi incidenti da noi non capitano mai. Se vuole la faccio parlare direttamente con il direttore.

La signora tentò di minimizzare. – Non importa, basta che me lo cambiate.

– Assolutamente sì, signora, ci mancherebbe. Posso vedere il libro in questione?

La signora porse un pacchetto al commesso, il quale lo aprì e subito scrollò la testa. – L’hanno proprio fregata, cara signora, questo non è un romanzo di Giovanni Bittetto.

Il commesso tornò finalmente dall’uomo.

– Eccomi di nuovo da lei – gli fece. – Dicevamo? Dove eravamo rimasti?

– Le avevo chiesto un libro di racconti.

– Ah già! – ridacchiò il commesso. – Ma nel frattempo avrà cambiato idea e le sarà di nuovo venuta voglia di un bel romanzo corposo, non è così?

– Veramente no.

– Oddio quanto siete strani voi lettori, e che esigenze strampalate avete ogni tanto! Pensi che stamattina mi hanno chiesto una silloge di poesie!

L’uomo restò impassibile di fronte a quella che nelle intenzioni del commesso doveva essere una provocazione scherzosa.

– Ok ok, stavo solo giocando, – disse il commesso. – Da qualche parte dovrebbe esserci un mio collega che è un vero esperto di racconti, un maniaco. Perché voi amanti dei racconti siete come una specie di setta segreta, non è vero?

Richieste complicate

Il commesso si mise a cercare il collega per tutta la libreria, percorrendo corridoi e salendo scale, facendosi largo tra i banconi e lambendo gli scaffali.

L’uomo lo seguiva perché aveva paura che da un momento all’altro potesse volatilizzarsi, lasciando inevasa la sua a quanto pare difficile richiesta. Alla fine il commesso trovò il collega, spiegandogli la situazione e ammiccando all’uomo alle sue spalle.

– Libro di racconti è un po’ generica come richiesta, – disse il collega del commesso esperto in narrazioni brevi. – Stiamo parlando di grandi classici o di autori contemporanei?

L’uomo fece capolino dalle spalle del commesso. – Se intendiamo Gogol o Hemingway, li ho già letti. Preferirei un autore contemporaneo.

Il collega del commesso si aprì in un sorriso beffardo. – Ci sono quelli di Giovanni Bittetto, appena usciti.

L’uomo urlò che avrebbe fatto da sé e soltanto allora si rese conto, non senza orrore, che c’erano libri di Giovanni Bittetto dappertutto, in diverse fogge e formati, e pubblicati praticamente da tutti i principali editori. Il commesso lo raggiunse al bancone delle novità. – Allora che mi dice? Non crede che sia meglio seguire il mio consiglio?

L’uomo non si rassegnò: – Magari tornerò domani.

– Ottima mossa – gli disse il commesso, affibbiandogli una pacca sulle spalle. – Domani usciranno un bel po’ di novità di Giovanni Bittetto.

©riproduzione riservata

© Riproduzione riservata