Finzioni

Quando in una famiglia nasce uno scrittore quella famiglia è finita

  • Di uno scrittore, del fatto che uno sia uno scrittore, bisognerebbe sempre parlare in sua assenza e col pudore che si riserva alle sventure gravi. Perché scrivere è una malattia.
  • «Quando in una famiglia nasce uno scrittore quella famiglia è finita», dice Philip Roth, lasciando intendere primo, che sia una malattia contagiosa e secondo, che la malattia sia congenita e/o ereditaria; è una contraddizione dite?
  • Questo articolo si trova sull’ultimo numero di FINZIONI – il mensile culturale di Domani. Per leggerlo abbonati a questo link o compra una copia in edicola

Di uno scrittore, del fatto che uno sia uno scrittore, bisognerebbe sempre parlare in sua assenza e col pudore che si riserva alle sventure gravi. Perché scrivere è una malattia. Di una conoscenza comune, infatti, si potrebbe dire: ti ricordi coso? Sì sì, mi ricordo cosa è successo? Eh, niente, adesso è uno scrittore. Lasciando poi che un lieve imbarazzo ci distolga dall’argomento, per passare a questioni meno dolorose, meno scabrose. Che scrivere sia una malattia ce lo confermano le parole

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