- Era l’ultimo sabato dell’Oktoberfest, e il commissariato di Ettstrasse suonava vuoto come una cattedrale abbandonata.
- Solo il commissario Sauer, che non beveva, non cantava e di certo non si sarebbe mai messo a ballare, si era offerto per il turno di servizio
- Questo racconto si trova sull’ultimo numero di FINZIONI – il mensile culturale di Domani. Per leggerlo abbonati a questo link o compra una copia in edicola
Era l’ultimo sabato dell’Oktoberfest, e il commissariato di Ettstrasse suonava vuoto come una cattedrale abbandonata. Nonostante l’austerità di quel faticoso 1930 – o forse proprio in virtù dell’austerità, che almeno una volta all’anno era possibile, se non necessario, accantonare – tutta Monaco sembrava essersi riversata al Wies’n per bere, cantare e ballare fino a tardi. Solo il commissario Sauer, che non beveva, non cantava e di certo non si sarebbe mai messo a ballare, si era offerto per il



