- È stato, è difficile fare scuola in questi mesi, mentre la pandemia infuriava e ora che una guerra insensata rischia di devastare i confini europei.
- Qualche giorno fa sono arrivato a scuola dopo che si era verificato l’episodio dell’insegnante di un liceo del centro che ha dato della prostituta a una studentessa che aveva una maglietta corta apostrofandola con «Che stai sulla Salaria?», e ho pensato di dedicare un po’ di tempo a una riflessione sullo spazio e il tempo.
- Che stai sulla Salaria? può essere un insulto, o una semplice domanda a cui si può rispondere di sì. Ma può essere anche un’espressione di meraviglia, ho provato ad argomentare. Una delle cose che raramente avvengono in classe, e ancor di meno sono accadute in questi mesi, è contestualizzare le lezioni che si fanno nel contesto spaziale e storico in cui si trovano le scuole.
È stato, è difficile fare scuola in questi mesi, mentre la pandemia infuriava e ora che una guerra insensata rischia di devastare i confini europei. Per gli studenti pensare che la normalità fossero le due verifiche a quadrimestre, i voti in condotta, i programmi da completare è sembrato paradossale se non grottesco. Ed è ancora più complicato ricostruire un patto di fiducia tra ragazzi e scuola dopo la morte di Lorenzo Peralli e Giuseppe Lenoci avvenute mentre erano impegnati in un’alternanza



