Il verticismo e la preferenza per la venerazione sono i tratti del linguista arrivato a 95 anni ignorando le critiche. La facoltà di innovare è stata riconosciuta solo al capo e a pochi eletti che compongono il suo inner circle
Il 7 dicembre scorso Noam Chomsky, il celebre linguista statunitense, ha compiuto novantacinque anni. Colpisce che molti linguisti insigni, anche se meno noti di lui, siano arrivati a età ugualmente avanzate. John Lyons (autore di un famoso trattato), M.A.K. Halliday (geniale analista dell’enunciazione), Hansjakob Seiler (uno dei padri della tipologia linguistica), Harald Weinrich (il creatore della linguistica testuale), Bice Mortara Garavelli (finissima studiosa dello stile) se ne sono andati



