L’olio d’oliva in Argentina per secoli restò una produzione più che secondaria, e l’utilizzo accessorio. Nemmeno con la forte immigrazione italiana riuscì a diventare un ingrediente imprescindibile. Le ragioni, spiega Diego Bigongiari, sono sia economiche che culturali
Questo articolo è tratto dal nostro mensile Cibo, disponibile sulla app di Domani e in edicola
Gli ulivi giunsero in Argentina insieme alla vite e agli spagnoli, nel corso del Cinquecento. Solo un secolo più tardi tuttavia la corona di Spagna ordinò di tagliarli tutti. Non volevano si producesse olio d’oliva nelle colonie, che al contrario dovevano fungere da nuovo mercato per l’olio europeo. Qualche ulivo però si salvò e da quei sopravvissuti prese vita all’unica varietà argentina di ulivo, l’Arauco. Cresce soprattutto in zone molto calde come San Juan, La Rioja o Mendoza. Ne viene un ol



