La sordità non è un ostacolo, specie se si parla di musica

Che esperienza fanno della musica le persone sorde? Chi è nato senza poter ascoltare, o ha perso l’udito nel corso della vita, è in grado di conoscere la musica, e magari scriverla? Alcune tra le più note sinfonie di Beethoven sono lì a testimoniare che sì, è possibile comporre musica anche con una sordità grave. Ora, un progetto portato avanti da un’associazione milanese ci mostra come la sordità non sia una barriera nemmeno per chi voglia dedicarsi alla produzione musicale, cioè a tutti quegli aspetti che costituiscono il dietro le quinte del lavoro di composizione, scrittura e registrazione in studio della musica. La musica suona di vibrazioni e così la sentono anche i sordi Il progetto È da qui che parte il breve documentario del regista Andrea Cagno, presentato in anteprima a giugno al cinema Anteo di Milano e intitolato Il progetto Seed, come il laboratorio tenuto da 4CMP Academy, che racconta le esperienze di allievi e insegnanti che si sono incontrati in questo corso inedito. 4CMP Academy, associazione fondata da Chiara Fella e Mauro Abbatiello, si occupa di produzione musicale, con uno sguardo attentissimo all’innovazione multimediale. Grazie al contributo di fondi europei, ha organizzato il laboratorio che si è svolto nei primi mesi del 2025. Tramite l’uso di dispositivi indossabili, come dei giubbotti con sensori aptici, e poi software specializzati in grado di mostrare le caratteristiche dei suoni, come intensità, timbro, effetti, la musica è diventata visibile e percepibile attraverso immagini e vibrazioni, dando anche agli allievi sordi la possibilità di lavorare con agilità dietro al mixer. Le persone oltre l’Alzheimer. Così la tecnologia può aiutare i malati Esperienze musicali I partecipanti hanno tutti avuto esperienze musicali in precedenza, spesso vengono dalla musica classica, con anni di studio in conservatorio. Giulia suona il violoncello, uno strumento in cui la tonalità va trovata spostando le dita sul manico, in cui l’ascolto a orecchio è fondamentale. Per questo si è inventata una notazione in braille, tattile, che le permette di individuare le note giuste senza incertezze. Prima si faceva raccontare le caratteristiche di ogni suono dalle persone attorno a lei, mentre ora le è possibile vederle. «La musica ha avuto il significato di scoprire il mondo dei suoni, essendo nata sorda», spiega intervistata nel documentario, «è una scoperta continua, che mi ha permesso di affinare sempre di più l’udito». Lorenzo suona la chitarra e faceva difficoltà a stare a tempo: alcuni dei dispositivi che gli permettono di visualizzare il metronomo, lo aiutano a tenere il ritmo, rendendo più fluido il suo modo di suonare. È lui che è venuto per primo a conoscenza del corso e che, tramite passaparola, ha coinvolto man mano tutti gli altri. Ha scoperto il lavoro di 4CMP Academy grazie a un amico, Brazzo, rapper sordo che si esibisce cantando in concerti eseguiti in lingua dei segni e sottotitolati. Daniele suona il pianoforte, come Martina, che arriva da un percorso classico di cui avverte forse le rigidità. Durante il laboratorio, in cui si è arrivati alla composizione e poi registrazione di un brano, il suo contributo è diventato fondamentale, grazie alla facilità con cui riesce a tenere sotto controllo tutti gli aspetti del lavoro, una caratteristica importantissima per chi si occupa di produzione. Cambiare musica. Storia della filarmonica Calamani Come spiegano i partecipanti durante il documentario, la musica è una dimensione spesso ritenuta secondaria per le persone sorde. Da un lato si pensa che a loro non importi, o non serva, oppure al massimo che vi si possano approcciare solo in modalità passiva, da fruitori, certamente non da musicisti. E poi, crescendo, diventa prioritaria la dimensione sociale, oltre che scolastica, e le stesse protesi sono progettate per questo, amplificando bene le voci umane e tralasciando però tutto il resto, che accade su frequenze inaccessibili. Il lavoro in studio, anche solo a partire da un’insonorizzazione focalizzata (che limita i bassi, ad esempio), rende l’ascolto più pulito, semplificando la manipolazione del suono. La produzione musicale, in questo modo, diventa davvero per tutti.