Cultura

Sulla gentilezza e sul non poterne più: l’odio spiegato a Carofiglio

Foto: Federico Guberti / LaPresse Roma, 01/07/2020 Vigilia del premio strega 2020 presso l'Arena Adriano Studios In foto: Gianrico Carofiglio
Foto: Federico Guberti / LaPresse Roma, 01/07/2020 Vigilia del premio strega 2020 presso l'Arena Adriano Studios In foto: Gianrico Carofiglio
  • L’odio e il rancore (sia personali che nella forma dell’odio di classe) sono una cosa seria, non è lecito avvilirli nella dimensione di uno spettro agitato dai cattivi politici.
  • Non sono soltanto errore e negatività, ma anche presa di coscienza e sviluppo di reciproca simpatia.
  • Il discorso di Antonio nel Giulio Cesare cinematografico veniva applaudito nei pidocchietti di periferia perché i ragazzi borgatari riconoscevano in lui le caratteristiche del “dritto”, e la dritteria era per quei giovani sottoproletari l’unica risorsa.

Mi ha molto interessato il breve saggio di Gianrico Carofiglio uscito da Feltrinelli col titolo Della gentilezza e del coraggio. Breviario di politica e altre cose. Più che “interessato”, il participio giusto sarebbe “irritato” ma, sapendo che Carofiglio è esperto di arti marziali, non mi sbilancerò in avanti rischiando di perdere l’equilibrio. Dunque comincerò da ciò che, nel saggio, trovo condivisibile: innanzitutto l’idea di ricondurre lo sguaiato dibattito politico in un alveo di discussi

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