Cultura

Teatri chiusi e menti aperte. La cultura si salva in forme nuove

Turisti visitano il foro del Circo Massimo con i visori per la realtà aumentata e le protezioni per il Covid-19. Il mondo della cultura deve trovare nuovi modi e linguaggi per comunicare. FOTO LAPRESSE
Turisti visitano il foro del Circo Massimo con i visori per la realtà aumentata e le protezioni per il Covid-19. Il mondo della cultura deve trovare nuovi modi e linguaggi per comunicare. FOTO LAPRESSE

La pandemia ha già modificato le nostre mappe bio-culturali, ma dobbiamo osare di più: serve un cambio di paradigma. Zerocalcare e i frammenti di Baricco indicano una via. Spunti per una rinascita (e un paio di domande a Franceschini)

  • La pandemia ha cambiato le nostre mappe bio-culturali. Eppure, mai come oggi, è il momento di osare, sbagliando, ma disegnando le faglie che, provocando collassi, inaugurano nuovi paradigmi
  • È una sfida culturale radicale ma in tanti stanno già cogliendo le opportunità: a Firenze si è conclusa L’eredità delle donne, un festival che su canale virtuale ha contato 250mila spettatori, e il nuovo libro di Baricco, in forma digitale, gratuita, si legge scansionando un QR code
  • È il momento ideale per essere creativi, per rompere gli schemi e per sperimentare strade che prima non si osava percorrere 

Una mappa è la rappresentazione grafica di uno spazio. Ci sono mappe in astronomia, biologia, topologia, informatica, mappe persino nei territori fantastici della letteratura. Utili oggi che si naviga a vista, in un passaggio d’epoca tra le date consuetudini del prima e le rotte inesplorate del dopo. La pandemia ha già cambiato le nostre mappe bio-culturali. Navighiamo nella contingenza e nell’incertezza. Poi c’è Franceschini. Più che della chiusura di cinema e di teatri, vorrei chiedergli cont

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