Checché ne dicano i molteplici Dpcm pubblicati nell'ultima settimana – di certo starà uscendo l'aggiornamento mentre leggete queste righe, sparpagliatevi in fretta – la natura umana non crede a Giuseppe Conte: mentre Io e Super-io si sdegnano per la chiusura delle scuole, tremano per la pizzata della domenica e il calcetto del martedì e si incupiscono per la rinunzia alla palestra, come sempre da millenni a questa parte è l'Es che comanda.

L'inconscio, quell'impresentabile dettaglio che nel ventunesimo secolo fingiamo non esista per non finire cancellati dalle giovani marmotte vittimiste che giudicano “creepy” qualunque scambio umano che non avvenga via meme, è vivo e lotta insieme a noi. E non porta mai la mascherina (per non dire di altri panni, ma ci arriveremo).

L'Es è quasi più fastidioso del noto virus. Non si ferma mai, circola nei momenti meno opportuni, pare sedato ma poi rialza la testa, resiste ai vaccini e pensa solo a una cosa: riprodursi.

In cerca di distrazioni

Gli americani, che amano moltissimo etichettare tutte cose - soprattutto le più sconce, per privarle di ogni allegria – si sono inventati una categoria per definire il momento in cui anche in cittadini coscienziosi e preoccupati, distanziati e mascherati, all'improvviso l'inconscio si inturgidisce e vuole subito quello che vuole, senza neanche contare i commensali e ingellarsi le mani: gli americani lo chiamano Terror Sex.

Se lo sono inventato dopo l'11 Settembre, quando in moltissimi si sono messi a copulare col primo che passava per distrarsi da Bin Laden, ma si applica anche meglio a una pandemia, quando slogan come «Torneremo ad abbracciarci» eccitano il non detto che solo qualche coraggioso ha avuto il coraggio di affrontare: se non puoi uscire, e sei solo, o peggio sposato, con chi ti distrai dal virus?

Del resto le malattie respiratorie hanno sempre avuto una fama equivoca: le voglie dei tisici sono leggendarie in tante memorie di sesso sfrenato nei sanatori del Novecento prima e dopo Moravia.

Mentre l'infettivologo Bassetti dichiara (anzi “si sfoga”, per i titolisti: categoria in Italia da sempre vittima dell'inconscio) che bisogna fare più sesso possibile perché in questi momenti ne abbiamo bisogno, e mentre Conte vive in un universo disneyano nel quale gli italiani pensano solo a salvare il Natale e la Settimana bianca, è all'estero che bisogna guardare.

Incidenti rivelatori

La scorsa settimana ben due prestigiosi incidenti ferroviari hanno messo in luce l'eterna verità che tutti conosciamo benissimo: l'inconscio non vuole pensieri, e non conosce coprifuoco.

Jeffrey Toobin, editorialista del New Yorker, era in smartworking con i colleghi per una simulazione elettorale. Ma all'improvviso Toobin ha deciso di dare a “simulazione” un significato tutto suo di uomo: ha iniziato a masturbarsi, pure con l'accortezza di abbassare la camera. «Non credevo fosse accesa», si è giustificato. L'avrà abbassata perché si vergognava di fare le schifezze davanti al suo computer, come quelli che fanno uscire il cane dalla camera da letto?

Lo scorso luglio Rudy Giuliani, ex sindaco di New York negli anni delle Torri Gemelle e attuale avvocato di Donald Trump, si faceva intervistare gongolando da una giovane e bella reporter in una stanza d'albergo. Reporter che lo invitava a continuare il colloquio in camera da letto. Camera da letto che era piena di telecamere nascoste. Telecamere nascoste che immortalavano Giuliani sul letto con le mani nei pantaloni. Mani nei pantaloni che oggi abbiamo visto tutti perché la reporter era un'attrice, e Giuliani è finito nel sequel di Borat, il mockumentary di Sasha Baron Cohen appena uscito su Amazon. “Mi stavo solo sistemando la camicia”, ha protestato Giuliani.

Giuliani, cui deve essere sfuggito quel trafiletto sul MeToo nel New Yorker (il periodico di Toobin: si vede che non lo legge nessuno), quello per cui anche se sei un eunuco francescano gay, una volta che fai lo splendido con una sconosciuta e poi la segui in camera da letto, e siete soli, e tu sei un uomo ricco e potente, l'unica opzione per evitare il disastro è stare a tre metri di distanza con le mani ben in vista e altre estremità ben coperte.

Aveva pure la scusa del virus, mannaggia. Ma è chiaro che, traumatizzato dal difficile momento storico che attraversiamo, anche Giuliani pensa con l'inconscio, e si è fatto beccare con le mani in pasta proprio negli stessi giorni in cui cercava di azzoppare Joe Biden inventandosi uno scandalo sessual-finanziario ai danni del figlio Hunter.

Come stanno le protesi?

Un mese fa un deputato argentino, collegato via Zoom per una seduta parlamentare, si è sistemato la fidanzata sulle ginocchia e ha iniziato a baciarle il seno. «Le ho chiesto come stavano le sue protesi e l’ho baciata. Dieci giorni fa è stata operata per inserire delle protesi mammarie», ha spiegato cercando comunque di buttarla sull'emergenza sanitaria (i latini sono da sempre più astuti degli anglosassoni). Ma non c'è niente da fare, è l'inconscio al lavoro, la vita vuole prevalere: se il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce, figuriamoci gli altri organi.

Mentre leggevo queste storie di toccante spontaneismo continuavo a pormi un'unica domanda: quando? Quando accadrà anche in Italia che il ministro o l'editorialista o il sindaco in call decideranno di dare a “lavoro agile” tutto un altro senso?

(Scusate se declino solo al maschile, non è misoginia: finora l'unica donna ad abbandonarsi all'inconscio nel momento meno indicato è stata Nancy Pelosi, beccata dal parrucchiere senza mascherina né distanziamento. Ma per le femmine anche il dionisiaco passa per la messa in piega, si sa).

E in Italia?

Perché in Italia non è ancora successo? È perché come al solito siamo indietro nella curva rispetto ai paesi avanzati? È perché da noi l'unica istituzione che funziona è Salvatore Aranzulla - uno che ha fatto i milioni coi tutorial su come mandare una mail - e i nostri boomer sanno benissimo come funziona Zoom e a loro non la si fa? È perché noi preferiamo ancora farlo in differita, limitandoci a mandare foto genitali a chiunque ci sembri appetibile, senza rischi da bello della diretta? (e finora l'unico a farsi beccare in flagranza di erezione è stato un noto politico grillino, quindi per le persone normali non dovrebbero esserci troppi rischi).

Persino in quel catalogo di gag da epoca emergenziale che è Lockdown all'italiana di Enrico Vanzina i personaggi al massimo si scrivono porcate in chat, ma su Zoom solo chiacchiere con gli amici: e sì che Ezio Greggio lavora in blazer e boxer al pc.

Se nemmeno Vanzina ha colto l'occasione per un imbarazzante incidente davanti a tutti i colleghi, vuol dire che queste cose gli italiani non ce l'hanno nel Dna? O vuoi vedere che davvero Giuseppe Conte ormai ci ha normato pure l'Es e siamo in dittatura ormonale oltre che sanitaria? Come si dice in questi casi (e ringraziatemi che me lo sono risparmiato per il gran finale): qui l'affare si ingrossa.

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