- “Prato”, per me che amo i concerti, è una parola bella perché, quando è scritta sul biglietto, accanto a “settore”, dà diritto ad accedere al luogo più emozionante da cui assistere.
- È da quattordici mesi che non vado a un concerto: da quando è scoppiata la pandemia la tecnologia ci ha permesso di tirare avanti, ha tappato tanti buchi ma i concerti no, sono rimasti una voragine aperta.
- L’esperienza della musica dal vivo non si può materialmente surrogare perché, appunto, di materia è composta. Oltre che di watt e vibrazioni: di spazio, contatto, odori, temperatura. Soprattutto di carne e ossa. «La gente voleva vedere il corpo», ha detto Lou Reed.
Torneremo sui prati ad assembrarci nei concerti
08 maggio 2021 • 14:01Aggiornato, 08 maggio 2021 • 17:27