«Dopo tutto quello che ho fatto per lei»

Tutte le colpe che non ho. La narrazione sbagliata di un femminicidio

  • Quando si parla di violenza contro le donne si usa un linguaggio che è un meccanismo ben oliato che condanna e al contempo salva, giustifica, legittima, scagiona, riduce le pene, e prima ancora non allontana l’uomo colpevole.
  • Uomini, e spesso donne, parlano di donne che subiscono violenze di ogni genere, che vengono uccise orribilmente, con gli stessi aggettivi che userebbero per i loro persecutori.
  • Ma a chi appartiene questa narrazione? Chi ha fatto alle donne questo bel servizio? Vogliamo finalmente dirci che sono stati gli uomini? Certi uomini, certo, ma quanti sono? E come starebbe il capitalismo senza il patriarcato?

«Mi fa incazzare, mi ride in faccia, la odio, parla troppo, mi fa perdere il controllo, fanno tutte così, prima carine e gentili poi fanno quello che vogliono, ti prendono per il culo, per forza che poi uno si incazza, e guarda che io la amo tanto, da morire la amo, non posso stare senza di lei, mi ammazzo piuttosto, ha detto che vuole andarsene, non può farmi questo, magari ha un altro, adesso che lavora, avrà qualcuno vedrai, ma poi con quelle troie delle sue amiche, con le loro idee, sono li

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