Inventato per caso nel giardino di un politico statunitense negli anni Sessanta, conta già su milioni di praticanti ed è in rapida diffusione anche in Europa. L’Italia si è accorta del pickleball e la federazione tennis (e padel) lo includerà nella formazione dal 2024, dopo aver ospitato i campionati nazionali durante le Atp Finals di Torino di novembre. Una esibizione zeppa di superstar – Agassi, Roddick, McEnroe, Chang ha consacrato la diffusione di uno sport che ha pezzi di Dna prelevati dal tennis, dal badminton, dal ping pong e dal padel. Ma senza pareti e con meno traumi: è ancora più facile da giocarsi, è sociale, familiare e supera l’obiezione del rifiuto di giocare chiusi dentro una scatola con le pareti.
Il primo battito di ciglia, col quale si stabilisce il sì o il no – mi piace, non mi piace, lo voglio, non lo voglio, vado oppure resto – è tosto. Dal Seminole Hard Rock Hotel di Hollywood, Florida, l’emittente Espn ha trasmesso al mondo, qualche tempo fa, il Pickleball Slam. Prima inquadratura: Agassi, il Kid di Las Vegas, il punk in jeans che anticipava le risposte coi piedi sulla riga di fondo e randellava le palle con la foga di chi aveva subìto qualcosa di gravissimo e di cui vendicarsi. A



