Nel pieno della gloria, era il 2020, decise che l'acqua intorno a lui stava diventando troppo placida, era acqua conosciuta, rischiava di farsi pantano. Trovò il coraggio di parlarne a Stefano Morini, l'allenatore che dal centro federale di Ostia lo aveva guidato fino all'oro olimpico proponendogli una vita da asceta e sedute durissime. Non ce la faccio più, gli disse, separiamoci. La maggior parte degli analisti si domandò perché, chi glielo facesse fare, se aveva un senso correre il rischio di smuovere le certezze, guardarono che cosa rischiava di perdere, in pochi si sforzavano di capire cosa avrebbe guadagnato scrisse Arianna Ravelli sul Corriere della sera. Paltrinieri cambiò perché voleva aggiungere il nuoto in acque libere al nuoto in piscina. Pensava che un esercizio avrebbe arricchito di qualcosa l'altro. Pensava per addizioni, laddove in genere tendiamo a immaginare che un cambiamento porti una sottrazione. Aveva ragione lui.

Non è neppure una questione di trofei. Non solo. Negli ultimi due anni Paltrinieri ha vinto titoli europei e mondiali in mare e in vasca, lunga o corta, non importa. La questione vera è che tra le onde delle gare di fondo Paltrinieri ha imparato che cos'è la tattica, come isolarsi dal mucchio quando l'acqua si fa schiuma e pare di stare dentro una tonnara, oppure come dentro una tonnara ci si muove, con i gomiti e con la scaltrezza. La lezione gli è servita quando è tornato a tuffarsi tra le corsie di una piscina, con i galleggianti gialli a delimitare gli spazi. Non può essere un caso che l'interpretazione strategica dei 1.500 metri sia cambiata. Ha smesso di nuotarli sempre allo stesso modo, fino al colpo di genio di quel giorno che si trattenne, fece le batterie di qualificazione più lento degli altri, di proposito, per farsi assegnare in finale una delle corsie in teoria peggiori, la numero uno, esterna, nessuno la vuole perché arriva l'acqua mossa. Il pesce Gregor invece considerò che laggiù lo avrebbero visto di meno, avrebbe potuto impostare una gara in fuga senza essere marcato. Funzionò. 

Giulia Zonca su La Stampa ha scritto che Paltrinieri è un leader naturale e il trasloco dal cloro al lago moltiplica il seguito. Ha unito le due metà del nuoto. Ha lo stesso effetto che ha avuto Stefano Baldini sulla maratona. Gli italiani si sono messi a correre, a sfidare i limiti. Runner della domenica con mentalità da professionisti, almeno a tratti. Le acque libere fanno lo stesso viaggio, con traversate che si moltiplicano, water tour, gente che invece di investire in scarpe tecnologiche indossa la muta".

  scanner LO SLIP E LA MUTA   ► Eh sì, perché le due anime di Paltrinieri esigono un doppio codice estetico, lo slip in piscina, il costumone in mare. La differenza è enorme. Fabrizio Antonelli, il suo nuovo coach, ha scritto un intervento sul blog del marchio Arena per spiegarlo: Una buona preparazione per iniziare ad allenarsi con la muta è quella di fare un ottimo lavoro di spalle, per cercare di prevenire eventuali sovraccarichi dovuti all’utilizzo la muta: la fase di recupero della bracciata con il costume, infatti, è una fase quasi a zero spesa energetica, mentre nel nuoto con la muta il recupero diventa un’altra fase attiva della bracciata, perché bisogna vincere la resistenza opposta dalla muta stessa. Questo è un lavoro che ricade principalmente sulle spalle ed è quindi necessario essere preparati. Quanto allo schema motorio della bracciata, in mare bisogna cambiare la coordinazione, aumentare o diminuire l’apporto delle gambe, variare la frequenza della bracciata secondo la situazione nella quale sei immerso, il meteo, il vento, le correnti. In piscina il nuoto resta uno sport di prestazione, il campo gara è costante, uguale alle condizioni d'allenamento.

Rieccoci a una nuova doppia impresa, allora. I Mondiali di nuoto a Fukuoka si aprono con le acque libere, nello specchio chiamato Seaside Momochi Beach Park, di fronte all'albergo della nazionale italiana. Stefano Ribaudo, coordinatore di azzurre e azzurri, al sito della federazione ha spiegato che assomiglia al campo olimpico di Tokyo, acqua intorno a 26 gradi, mare calmo, poche onde. Gli uomini si sono preparati a Nagano in altura, luogo fresco, isolato, in mezzo al verde. Le ragazze hanno puntato direttamente su Fukuoka, sul percorso quadrato e le quattro boe. La Francia ha escluso dalla squadra Marc Antoine Olivier, uno dei favoriti, per motivi disciplinari. Il pesce di nome Greg studia da squalo. 


 IL PROGRAMMA

  Nella notte tra venerdì 14 e sabato 15
ore 1:10 Km femminile con Taddeucci e Gabbrielleschi, su Rai 2 e Sky Summer. Le prime tre si qualificano per le Olimpiadi di Parigi.

  Nella notte tra sabato 15 e domenica 16
ore 1: 10 Km maschile con Paltrinieri e Acerenza su Rai 2 Sky Summer. I primi tre alle Olimpiadi di Parigi.

  Nella notte tra lunedì 17 e martedì 18
ore 1: 5 Km femminili con Bruni e Pozzobon
ore 3: 5 km maschili con Paltrinieri e Acerenza

  Nella notte tra mercoledì 19 e giovedì 20
ore 1: 6 km a squadre (4 x1,5 Km) 


 TITOLI IN GIRO       

  Corriere della sera: “Nuoto, la super Italia ai Mondiali”

“Qualche problema di salute, ma quando sente aria di medaglie Paltrinieri si trasforma, come ci ricordiamo bene nella sua ultima esperienza giapponese, argento e bronzo a Tokyo con mononucleosi. Capitan Greg è pronto, l’Italia anche” [Arianna Ravelli]

  la Repubblica: Paltrinieri “Tokyo è stata la svolta sono cambiato e non ho più paura”

«Tutto adesso è in funzione dei Giochi, vorrò essere super concentrato. Questo è stato un anno particolare dopo un 2022 stancante tra Mondiali di Budapest ed Europei a Roma. Non ho gareggiato tanto per influenze stagionali e mal di spalla. Ora credo di essere in forma. L’importante per me è esserci, nuotare e continuare a imparare». Ancora? «Sempre. Non sono lo stesso di sette Mondiali fa: esordio bruttino a Shanghai 2011, poi sempre sul podio ai campionati. Cambiato io e la mia nuotata, non più irruente e dispendiosa come quando stavo con Stefano Morini a Ostia, non me lo posso più permettere. L’età avanza, cerco l’efficienza spendendo meno con Fabrizio Antonelli a Roma, ci lavoriamo da tre anni. La mia evoluzione non si ferma e anzi è ripartita dalle Olimpiadi di Tokyo». Come? «Scoprendo risorse e forze interiori che non sapevo di avere. Ai Giochi ci arrivai dopo la mononucleosi, impreparato e terrorizzato. Non ero abituato a non essere perfetto. Per la matematica e la scienza, ero spacciato. Ho dovuto attingere altrove» [Intervista di Alessandra Retico]

  Il Messaggero: Fukuoka, ecco Greg e il Settebello le prime frecce azzurre sull’acqua
Questi mondiali posti sei mesi prima dei prossimi, a loro volta sei mesi prima delle Olimpiadi, a riprova dell'insensibilità se non dell'insensatezza dei venditori di palinsesti (poi dicono che la salute mentale dei campioni è una priorità, ma li bollono nella pentola a pressione del calendario e già è acuto il sibilo), si sono aperti nella notte fra giovedì e venerdì con i preliminari delle gare dei tuffi, il trampolino da un metro, e quelli del nuoto artistico [Piero Mei]

 IL LIBRO 

Gli altri atleti stanno andando verso la camera di chiamata. Li devo seguire, lo speaker ci aspetta. Riprovo ad alzarmi. Non riesco. Sento le pulsazioni aumentare, il respiro farsi affannoso. E' come se mi mancasse l'aria. Mi alleno come un matto da anni e adesso che potrei andare a prendermi quell'oro bello e maledetto non sono neppure capace di mettermi in piedi. Mi volto e vedo che anche gli ultimi due nuotatori stanno per lasciare lo spogliatoio. Devo assolutamente alzarmi e seguirli. Ci riprovo. Niente. (...) Seduto sulla panca di uno spogliatoio vuoto, mentre da oltre la porta sento lo speaker pronunciare il mio nome una, due, tre volte, seguito da un lungo silenzio. D'un tratto la porta si apre e una luce abbagliante mi avvolge. E' come una sberla. Mi sveglio. Sono nel mio letto. A casa.

di Gregorio Paltrinieri. Il peso dell'acqua, Mondadori

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