«Un Trump che non ce l’ha fatta». Cattivik compie sessant’anni

«È una macchia d’inchiostro. Poco importa cosa sia veramente, l’importante è che sporchi molto». Lo stesso Bonvi parlava in questi termini del suo personaggio Cattivik, che ora arriva a spegnere 60 candeline. Ideato nel 1965 dalla mente dietro alle Sturmtruppen, e poi continuato da Guido Silvestri (Silver), il papà di Lupo Alberto, Cattivik incarna profondamente questo senso di sporcizia e sudicio descritto dal suo autore. Lui è un ladro, vive nelle fogne, mangia rifiuti, è cattivo, ma imbranato. «Un genio al servizio della sua totale imbecillità», dice Tommaso Di Spigna, in arte Spugna, che il personaggio lo ha disegnato in una Novell’ Grafik’ scritta da Lorenzo La Neve ed edita da Gigaciao (in anteprima al Lucca Comics&Games, che inizia il 29 ottobre, e poi in libreria dal 7 novembre). Un fallimento dopo l’altro Una sorta di volume definitivo sul “nero genio del male”, un omaggio a un’icona del fumetto nostrano nato come parodia di Diabolik delle sorelle Giussani. Definitivo non perché sia l’ultima cosa che uscirà su di lui (le sue storie brevi continueranno), spiega La Neve. Ma perché vuole in qualche modo riepilogare una storia editoriale densa, cercando di spiegare come un villain mascalzone come lui riesca sempre, per fortuna, a non portare mai a termine i suoi piani diabolici. [Missing Caption][Missing Credit] Guardando al passato, infatti, ogni striscia di Cattivik è un fallimento dopo l’altro. E anche in questa nuova graphic novel la situazione è simile: ora deve avventurarsi nella distopica Milano 12 per recuperare un diamantino di inestimabile valore. Inutile dire che con la sua parlata gutturale (uaz uaz, yuk yuk) e la sua calzamaglia nera, Cattivik affronterà una tragica serie di sfortune. Una metropoli avvolta in una nube di smog, polizia violenta alla frontiera e mostri misogini direttori di banca. L’idea di un fumetto lungo sul personaggio nasce a Lucca, nel 2024. Dopo il successo di Tutto un altro Lupo Alberto (prima collaborazione tra Gigaciao e Silver), davanti al “bar dei fumettisti”, il responsabile grafico di Gigaciao (e fumettista satirico) Stefano Antonucci propone il progetto a Lorenzo e Tommaso, che immediatamente accettano e si rivolgono al fumettista Sio, fondatore della casa editrice insieme a Dado, Fraffrog e Giacomo Keison Bevilacqua. La sua risposta è chiara: «Sì, evviva i fumetti». «E da quel momento era chiaro che la storia sarebbe stata una rapina in banca, alla Ocean’s Eleven – spiega La Neve - E pensarla, bisogna ammettere, non è stato difficile: certi personaggi si scrivono da soli, sono talmente forti che è sufficiente metterli in un contesto. Poi come reagiscono emerge in maniera molto naturale». Cinquant’anni di Lupo Alberto: la fattoria McKenzie è viva Rassicurante e liberatorio Quello edito da Gigaciao, si nota subito, è un volume realizzato con passione e gratitudine verso il personaggio di Bonvi. Nel lungo corso della sua storia editoriale, i disegnatori che si sono alternati alle matite (come Massimo Bonfatti) hanno segnato profondamente la scena del fumetto satirico e grottesco italiano. Una scuola che ha certamente influenzato il disegnatore, Spugna, e non soltanto per questa storia di Cattivik, ma nello stile di tutti i giorni. Nei fumetti La quarta guerra mondiale (Feltrinelli) e The Rust Kingdom (Hollow Press), ad esempio. A detta dello stesso Silver, infatti, il tratto del disegnatore bresciano, classe 1989, permette ai lettori di cogliere vividamente la zozzaggine del “nero genio del male”. «Se ne sente quasi l’odore», ha confermato l’autore di Lupo Alberto a Domani. «Trovo che Cattivik sia un personaggio rassicurante e liberatorio – racconta Spugna – Perché incarna il lato oscuro dell’umanità, vuole fare il male ma non sa neanche lui il perché. E, appunto, fallisce costantemente. Lui è la parodia esagerata di un criminale immaginato da un bambino». Non ha remore morali, si compiace di essere cattivo e di non provare sentimenti. È contro tutto, conclude invece Silver. «È un Trump che non ce l’ha fatta, pratica la cattiveria per la cattiveria. Trump purtroppo c’è la fatta. Cattivik finisce invece per farsi perdonare tutto, solo perché finisce male». Il fumetto crudo sui soccorsi in mare di Emergency