Ex Iena, voce di un umorismo a metà tra le ultime file del bus in una gita di seconda media e un populismo stantio da Facebook, Duro è in testa al box office con un film talmente carente che persino l’allarme della deriva culturale passa in secondo piano. Oltre a preoccuparsi per l’ideologia vannacciana e squallida che si nasconde dietro al «non si può più dire niente» convertita in insulti e banalità, qui si piange la morte annunciata della coerenza narrativa
«Esser stronzi è dono di pochi, farlo apposta è roba da idioti» cantavano gli Zen Circus nel 2009. Il brano si chiama Andate tutti affanculo, e dà il titolo all’album di culto per gli appassionati del primo indie italiano, quello anni Zero de La Tempesta Dischi e del Circolo degli Artisti a Roma. È questa la frase che ha rimbombato nella mia testa durante tutta la visione del film campione di incassi Io sono la fine del mondo, esordio cinematografico del comico che il grande pubblico generalista



