Lorenzo non sono cazzi tuoi mi ripeto quando sento quello del piano di sopra che grida contro non so chi e cerco di convincermi che non sia contro la moglie, e cerco di convincermi che sia il loro normale modo di fare, e cerco di convincermi che questo gruppo di ragazzi sotto casa che sta litigando è solo un gruppo di ragazzi che sta litigando e quello che ha appena evidentemente dato una spinta a una ragazza che è caduta per terra non ha davvero evidentemente dato una spinta a una ragazza che è caduta per terra e cerco di convincermi che data la reazione degli altri ragazzi e ragazze del gruppo che tutto sommato mi sembrano tranquilli dimostra che non è successo niente di allarmante, cerco di convincermi che sia un gioco, meglio! Che lui l’ha spinta per proteggere un’altra ragazza del gruppo contro cui lei stava correndo per aggredirla, di questo cerco di convincermi, che non è possibile che tommaso abbia davvero detto e davvero fatto quello che viola mi dice che tommaso ha davvero detto e davvero fatto a martina, cerco di convincermi che viola stia esagerando perché figurati se tommaso, ma scherzi, ma quando mai, ci conosciamo da una vita, e poi dai, se fosse vero l’avremmo già saputo, se fosse vero qualcuno se ne starebbe occupando.

Qualcun altro intendo mica noi, noi che c’entriamo, intendo tipo un’amica di martina, ho capito che pure noi siamo amici di martina ma intendo più amica di noi di martina, che tra l’altro ormai quant’è che non la vediamo, una vita - e cerco di convincermi che non c’entri niente tommaso, col fatto che non vediamo martina da una vita - e in ogni caso mi dico se fosse vero martina ce l’avrebbe già detto, ci avrebbe chiesto aiuto, ma dai figurati, martina, la conosci martina, quella se qualcosa non andava punto primo ce l’avrebbe detto subito punto secondo gli avrebbe già dato due pizze a tommaso, ma di che stiamo parlando, di questo cerco di convincermi, che nessun uomo che conosco sia violento, che io non sia violento, che nessuna donna che conosco sia vittima di un uomo violento, mi chiedo se sia giusta la parola vittima, mi chiedo se sia giusto che io uomo parli di questo, [mi viene in mente la scena di bojack del panel sull’aborto in cui sono tutti uomini, mi vengono in mente le scene della vita reale dei panel dell’aborto in cui sono tutti uomini, e] mi dico che forse, magari, le voci dei maschi possono aiutare.

Aiutare a far sentire i maschi violenti più stretti, più circondati, più esposti, e le donne se non più sicure un po’ meno insicure, che su di noi ci possono contare, mi fa sentire o mi illude di sentire che questa oscena cortina di omertà che li ha protetti, che ci ha protetti per millenni, fatta di generazioni di uomini che si sono aiutati l’uno con l’altro a dirsi lorè, francè, daniè, fatti i cazzi tuoi, che io mi faccio i miei, lascia stare, è tutto a posto, tutto normale, quella cultura orrenda che abbiamo costruito difeso e certificato nell’altrettanto orrenda frase i panni sporchi si lavano in famiglia eccola qui, manco la cultura dell’abuso, la celebrazione dell’abuso, la certificazione che l’abuso, la violenza, si possono fare e ci daremo una mano a non farlo sapere, ci siamo detti per millenni lascia che chi abusa faccia in pace il suo lavoro, ecco, questa oscena cortina di omertà forse si sta sollevando, meglio squarciando, da parte di noi uomini intendo, che da parte delle donne da mo, da parte di noi uomini in inaccettabile ritardo su ogni possibile ritardo lo sta facendo, la stiamo provando a costruire questa fratellanza utile, quella che dice frate hai bisogno di aiuto, che dice frate ho bisogno di aiuto, quella che chiede sorella hai bisogno di aiuto?

Non quella da branco e da associazione diciamocelo a delinquere che copre, minimizza, nega e in generale lascia che la violenza accada indisturbata, la fratellanza che si mischia con la sorellanza e prende sul serio, ascolta, crede a martina, a margherita, a virginia, che ascolta e dice ci sono, ci siamo, e si informa, e fa quello che c’è da fare, non si tira indietro, senza mettersi al posto di, senza mettere in pericolo, senza prendere iniziative senza essersi prima consultati in ogni passo e lasciando ad ogni passo decidere la persona che la violenza la subisce o la può subire, mostrando presenza, facendo rete, portando le cose il più possibile alla luce del sole, nel discorso pubblico, e negli spazi privati, quelli della strada, della casa, del gruppo di amiche e di amici, della coppia, della famiglia -.
Che quando uno dice, dopo un femminicidio, dopo un episodio di violenza, non c’erano segnali, io per carità, non è che lo posso escludere, ma il dubbio che questa mancanza di segnali sia stata una somma di persone che di fronte ai ripetuti segnali hanno pensato, nel dubbio, mi faccio i cazzi miei, un po’ mi viene, [e il dubbio che si possa fare di meglio, mostrando presenza, ascolto, fermezza, e supporto, mi viene pure quello].

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