Cultura

Weekend postmoderno fra i fantasmi che non sciano

Montecampione era la “Milano montana” di chi non poteva ambire a Cortina, paradiso di speculatori e secondacasisti illusi. Ora è un ammasso di macerie e cannoni sparaneve a salve che era in declino molto prima che il Covid-19 ci togliesse lo sci

  • Già in un articolo del 2016 si accenna alla grave crisi di Montecampione, località sciistica nela bresciana, crisi dalla quale «si può e si deve riprendere». Basterebbe questo, forse, a dire cos’era Montecampione; un tentativo di Kortina di serie B a un passo da Milano.
  • Non ci sono deviazioni, strade secondarie, nulla di nulla. Questa strada porta a Montecampione e basta, una strada di servizio. E fu in effetti costruita a questo scopo. Roba da far west, da pioneri, da terra promessa. L’epopea della piccola borghesia lombarda.
  • A 1800 metri di quota si trova il colosso. Praticamente in procinto di crollare, sarà lungo trecento metri per 4 o 5 piani. Da una delle tante porte abbattute entriamo. Il ristorante, pieno di stoviglie rotte, conserva intatti i divanetti da discoclub anni Ottanta

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