L’arrivo del reality aveva dato vita a una nuova categoria di idoli, non più statue inarrivabili e perfette ma gente comune, persone normali, vere, che dicono ciò che pensano, che se ne sbattono delle formalità opprimenti della vecchia televisione
Nella cameretta di Agata c’era qualcosa di ancora più interessante di quel volume pieno di testimonianze e della sua fame di spettacolo. Il muro era ricoperto da poster, manifesti ricavati da pagine del Cioè e ritagli di giornale con un solo volto che si ripeteva per almeno cinque o sei pose, con sguardi e posizioni diverse, quello di Salvo Veneziano, il secondo classificato della prima edizione del Grande Fratello. «Ma perché ti piace Salvo?» le ho chiesto quel primo pomeriggio di pellegrina



