Danny e Wendy Torrance non sono mai davvero tornati indietro dall’albergo maledetto protagonista di Shining, libro capolavoro di Stephen King e poi intramontabile film di Stanley Kubrick. Il coraggio di guardare l’altra versione di sé
- Denigrato e osannato, amato e odiato, lo Shining di Kubrick è certamente un’opera diversa. Ostinatamente, per quarant’anni, il re dell’horror ha disconosciuto la pellicola tratta dal suo libro (l’ultima volta non molto tempo fa su Twitter).
- Solo che – nel libro più che nel film – siamo proprio sicuri che quelli che vogliono uccidere la famiglia Torrance siano fantasmi? Si tratta di «fenomeni psichici reali o ipnosi collettiva?», si chiedono a turno i tre della famiglia.
- Danny e Wendy Torrance non sono mai davvero usciti da quell’albergo. Perché dall’Overlook non si può uscire, ma anche perché Shelley Duvall e Danny Lloyd sono stati segnati a vita da quel film come ci fosse davvero una forza paranormale a contrastare il loro destino.
Danny e Wendy Torrance non sono mai davvero tornati indietro dall’Overlook Hotel, l’albergo maledetto che sfoderò tutte le sue armi per ucciderli, prima nel capolavoro di Stephen King, pubblicato nel 1977, poi nell’intramontabile film di Stanley Kubrick, nelle sale nel 1980. Shining – luccicanza, o aura, a seconda delle traduzioni – ha, come l’Overlook, due anime: quella creata da King e quella creata da Kubrick. Sulla prima pagina della mia prima edizione di Shining (tradotta da Adriana Del



