- Incontro i fondatori di Sunnei, Loris e Simone, nel loro quartier generale, una palazzina nel quartiere liberty dietro Piazza Tricolore, a Milano.
- «Sunnei è un progetto legato all’arte, alla cultura e alle sperimentazioni. Siamo stati il primo brand iperdigitale, dieci anni fa eravamo sui marketplace più importanti. Non è solo vestiti. Il resto è arrivato col tempo», dice Simone.
- Simone è la voce del marchio, non ha incertezze. Loris osserva. E pensa. Chissà cosa, mi chiedo mentre lo guardo dal divano. Parla solo all’occorrenza. Si sono incontrati a New York dieci anni fa e subito hanno creduto nella loro visione.
Chiedono agli influencer da milioni di follower di non essere taggati, rapper e popstar comprano i loro abiti senza passare dagli stylist, organizzano vendite online di 15 minuti. Ci tengono a essere considerati una tribù più che un marchio d’abbigliamento. La settimana della moda di Milano sta per concludersi e noi abbiamo intervistato i fondatori di Sunnei. Ho conosciuto Sunnei qualche anno fa, quando ho visto la popstar spagnola Rosalia indossare i loro orecchini. Quei due cerchi argentati



