«Si respira aria di regressione in questa campagna elettorale, dominata dalla retorica della donna madre, moglie e “cristiana”, destinata all’ambito domestico come 100 anni fa!», è quanto si legge in un appello firmato da decine di donne e che circola in rete in queste ore. 

«Rischiamo di perdere i diritti che faticosamente abbiamo conquistato. Non ci facciamo manipolare da una campagna - come quella proposta da un esponente di FI - sullo stipendio alle casalinghe, che ci rinchiuderebbe, come nel passato, fra le mura della casa.  Quello che davvero vogliamo è un lavoro non precario, equamente retribuito, non discriminato, che ci permetta di avere riconoscimento di autonomia e dignità», continua il testo in vista delle prossime elezioni del 25 settembre.

«È grazie alla politica delle donne della sinistra se in parlamento e nei consigli di amministrazione la presenza delle donne è aumentata fino a superare il 30 per cento. Non sono “strapuntini”, come sostiene Giorgia Meloni. Sono il riconoscimento del ruolo che le donne svolgono nell’economia nella società, per restituire loro pari condizioni di partenza».

I diritti civili e l’aborto

«L‘aborto è un’altra questione cruciale – si legge – Si farà di tutto per limitarlo ancora di più attraverso l’alto numero di medici obiettori o vietando l’interruzione di gravidanza farmacologica, come sta accadendo in regioni governate dalla destra. Siamo di fronte a una destra autoritaria, che guarda al passato ed è discriminatoria. Discrimina chi è diverso, dai rom agli omosessuali e alla comunità LGBTQI+, che chiedono libertà nell’orientamento sessuale. Con un governo di estrema destra possiamo dimenticarci di ottenere leggi contro l’omofobia. I suoi esponenti continueranno a nascondersi dietro una inesistente “teoria gender” per impedire l’educazione sessuale e perfino l’educazione alla parità nelle scuole. Analogamente, possiamo dimenticarci anche una legge per l’autodeterminazione sul fine vita. I diritti delle donne di cui godiamo sono il frutto di conquiste faticose e lunghe e non vogliamo perderli».

Le richieste

«Vogliamo, anzi, che siano effettivi e non di facciata. Vogliamo una parità vera, a partire dalla pari condivisione della genitorialità con congedi parentali obbligatori anche per i padri (fortunatamente - grazie all’impegno delle donne della sinistra - il periodo di congedo è stato allungato a 10 giorni, anche se è ancora insufficiente); più asili nido e servizi per l’infanzia; servizi che supportino la cura familiare per uomini e donne. Ci battiamo per un paese sostenibile per tutte e tutti.

Vogliamo un reale contrasto alla violenza sulle donne e ai femminicidi, segnali di una cultura che vogliamo sconfiggere e non alimentare con stereotipi che rappresentano le donne come persone di minor valore. E invece, anche della violenza Meloni ha pensato bene di servirsi in campagna elettorale pubblicando sui social il video di uno stupro. Un vero obbrobrio.

Apriamo gli occhi e non facciamoci ingannare dal fatto che chi si candida a governare è una donna: è una donna di destra che gioca per sé e non a favore delle altre donne, perché ha una concezione antiquata delle donne e della famiglia. È il modello di Orbàn in Ungheria, preoccupato che troppe donne studino e intralcino il lavoro maschile.

Con questa destra al governo torneremmo a essere un paese retrivo e chiuso. È questo che vogliamo dopo aver raggiunto tanti traguardi? Vogliamo dimenticarci che al parlamento europeo l’unico partito che ha votato contro la parità salariale fra uomini e donne è stato il partito di Meloni, che non ha mai sostenuto una sola battaglia delle donne? Noi invece non vogliamo dimenticare il ruolo positivo che le istituzioni europee hanno svolto nell’empowerment femminile e vogliamo che l’Europa resti un solido aggancio anche per il futuro. Il nostro voto può contribuire a impedire che lo scenario da incubo che la destra sta prospettando si avveri esprimendo un voto responsabile per le liste progressiste che si raccolgono nell’alleanza elettorale del centrosinistra, che unisce PD, Più Europa, Impegno civico, Alleanza Verdi Sinistra».

Firme

Alessandra Pescarolo

Emilia D’Antuono

Nadia Urbinati

Rosy Braidotti

Adriana Cavarero

Anna Scattigno

Claudia Mancina

Emanuela Ceva

Vittoria Franco

Laura Pennacchi

Olivia Guaraldo

Francesca Torricelli

Bruna Bocchini

Daniela Morozzi

Simona Forti

Marina Calloni

Gaia Nanni

Giulia Oskian

Elisabetta Strickland

Giorgia Serughetti

Maria Luisa Vallauri

Silvana Patriarca

Marina Capponi

Elisabetta Vezzosi

Roberta Mazzanti

Francesca Brezzi

Gabriella Bonacchi

Ernestina Pellegrini

Maria Fancelli

Esther Basile 

Sandra Landi

Barbara Henry

Claudia Livi

Isabelle Chabot

Francesca Fici

Cristina Grisolia

Valeria Dubini

Aurora Savelli

Raffaella Baritono

Valeria Fedeli

Cristina Bellucci

Paola Di Biagi

Debora Spini

Ariane Landuyit

Elena Mazzini

Teresa Crespellani Allegretti

Raffaella Setti​

Simona Bargiacchi

Isabella Gagliardi

Elisa Falaschi

Gabriella Setti

Catia Pierinelli

Mariapina Cabras

Silvia Pettiti

Maria Casalini

Silvana Tagliavini

Mara Gasbarrone

Giovanna Ichino

Maria Chiara Torricelli

Benedetta Re

Letizia Fuochi

Fiorella Battaglia

Nadia Maria Filippini

Rosanna De Longis

Silvia Tozzi

Alessandra Scappini

Elda Torres

Angela Gatti Pellegrini

Rosa Pellegrini Lavecchia

Cecilia Tosques

Elisabetta De Troja Checcacci

Maria Carla Papini

Rita Svandrlik

© Riproduzione riservata