Sul riconoscimento dei genitori dello stesso sesso siamo nelle mani del governo, dei giudici o dell'Europa? Di tutti e tre. Ma anche nelle nostre.

Succede infatti che il governo abbia sguinzagliato i prefetti per impedire la trascrizione all'anagrafe comunale di genitori dello stesso sesso. Succede anche che la maggioranza di governo al Senato abbia bocciato la proposta di regolamento Ue per il riconoscimento dei diritti dei figli anche di coppie omogenitoriali e l'adozione di un certificato di filiazione che prevede che la genitorialità stabilita in uno Stato sia riconosciuta in qualunque altro Stato Ue.

Nelle stesse ore delle eroiche gesta governative contro i genitori dello stesso sesso, due tribunali pugliesi hanno affermato invece che il riconoscimento dello stato giuridico di un minore nato da gravidanza per altri (GPA) all’estero è un diritto inviolabile. Le due sentenze riguardano la trascrizione di certificati di nascita di bambini nati in Ucraina.

In entrambi i casi le coppie, assistite dal team legale dell’Associazione Luca Coscioni coordinato da Filomena Gallo, si erano viste rifiutare, da parte degli ufficiali di stato civile dei loro Comuni di residenza, la trascrizione integrale del certificato di nascita dei loro figli, emesso dalle autorità ucraine. A seguito della mancata trascrizione, la genitorialità risultava solo del genitore biologico e non anche della madre, in pieno contrasto con la legge 40 del 2004 che sancisce che tutti i nati sono figli legittimi della coppia che ha usato le tecniche di procreazione medicalmente assistita.

"alterazione di stato”

In un caso, la coppia era stata iscritta nel registro degli indagati per il reato di “alterazione di stato”. Il giudice delle indagini preliminari ha accolto la richiesta di archiviazione del pubblico ministero, affermando l’inesistenza di qualsiasi forma di falsità ideologica da parte dei genitori.

Nel secondo caso, il Comune aveva trascritto il certificato di nascita riconoscendo solo la genitorialità al padre e non anche alla madre in quanto genitore non biologico. Il giudice  ha ordinato all’ufficiale di stato civile del Comune di trascrivere l’atto con entrambi i genitori e ha condannato il Comune e il Ministero degli interni al pagamento delle spese legali a favore della coppia.
«Dalla Puglia arrivano due decisioni importanti, ottenute grazie alla determinazione delle famiglie che si sono rivolte a noi, proprio nei giorni in cui il Senato si esprime sul regolamento europeo e il Governo comunica ai Sindaci che i certificati di nascita per i nati da coppie dello stesso sesso non devono essere trascritti integralmente», ha dichiarato Filomena Gallo.

Proprio così: «grazie alla determinazione delle famiglie». Dunque siamo un po' anche nelle "nostre" mani, di persone che decidono di stare a guardare o di attivarsi. E di farlo davanti ai tribunali italiani, ma anche a livello europeo.

A nulla serve lagnare contro l'Europa delle banche e delle burocrazie, se poi non ci si dà da fare per costruire l'Europa dei diritti e delle libertà civili, cioè proprio quella che il Governo italiano fa di tutto per sabotare in compagnia dei governi polacco e ungherese.

Quando il caso fa bene le cose, da venerdì 17 a domenica 19 marzo parteciperò proprio in Polonia, a Danzica, al "Citizens Summit" promosso da Eumans e European alternatives per "democrazia, ecologia, libertà senza  frontiere".

Il diritto a un aborto sicuro, a un fine vita dignitoso, a migrare senza rischiare la vita, saranno alcuni dei temi oggetto di un piano di governo paneuropeo di iniziativa popolare, cioè da realizzare senza aspettare che cambino le maggioranze governative in questo o quel Paese, ma attivando lo strumento delle "Iniziative dei Cittadini Europei": almeno un milione di persone per chiedere buone regole europee che facciano da argine al potere illiberale che corrode gli Stati nazionali. Parleremo anche di cambiamenti climatici, welfare europeo, diritto alla scienza e innovazione democratica (cittadinanza digitale europea e assemblee civiche estratte a sorte).

Anche in Europa, volendo, siamo almeno in parte "nelle nostre mani", cioè nelle mani (come le manine gialle nel simbolo di Eumans) di persone umane europee che non girano la testa dall'altra parte.

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