Nel mondo occidentale, maggiori opportunità di benessere e longevità hanno creato un feroce diniego della mortalità. L’emergenza Covid-19 ci ha così colti alla sprovvista, senza gli strumenti di base per affrontare il trauma
- In America si chiama “Death acceptance” ed è la pratica che può far recuperare la consapevolezza del fenomeno più naturale che ci sia: la fine.
- Da qualche anno è argomento di libri di narrativa e saggi. L’ultimo è quello di Caitlin Doughty, “Il mio gatto mi mangerà gli occhi?” In Italia, invece, questo filone narrativo ci ha messo un decennio ad arrivare sugli scaffali.
- Ma il tema della morte è un tema di libertà, vogliamo davvero continuare a privarci di un dialogo su tutto questo? Parafrasando Doughty: lavorare con i morti significa, in ultima istanza, lavorare per i vivi.
Ha lunghi capelli corvini, grandi occhi azzurri e, quando ti guarda, non manca mai di dire: «Ricordati che morirai». Caitlin Doughty, classe 1984, è una necrofora laureata in Storia medievale e scienze mortuarie. Nata e cresciuta alle Hawaii, attualmente dirige la sua Funeral Home a Los Angeles, mentre divulga messaggi di Death Acceptance attraverso l’attività di scrittrice e il suo canale Youtube. Vorrei dire che sarò imparziale, ma il mio giudizio sui suoi libri è viziato dal fatto che averli



