Caro direttore Fittipaldi, martedì 14 maggio si è tenuta presso il Senato la conferenza stampa per la presentazione della donazione dell’Archivio di Giovanni Sartori che ho fatto alla Biblioteca del Senato. Come ben sa, il 2024 non è una data scelta a caso. Si tratta del centenario della nascita di mio marito, il più prestigioso politologo italiano, fondatore della nostra scienza politica e uno dei massimi teorici della democrazia a livello internazionale.

Un’occasione come questa avrebbe richiesto la promozione di eventi e celebrazioni all’altezza del personaggio, in ambito sia istituzionale che accademico-culturale. E invece, ad eccezione delle poche cose che sono riuscita ad organizzare con le mie forze, nulla è stato fatto e nulla è stato detto. Su Giovanni Sartori, un intellettuale senza tessera che stava certamente scomodo a tanti, è calato un oblio ingiustificato e, soprattutto, ingiusto.

Tutto ciò è ancor più sorprendente se si pensa che in realtà esiste un Comitato promotore per la celebrazione del centenario sartoriano, anche lautamente finanziato dal Ministero della Cultura. Solo per il 2024, l’anno che doveva essere l’apice delle celebrazioni, sono stati erogati 75mila euro di contributi che però sono finiti in un meraviglioso nulla di fatto. Se non ci fosse stata la mia libera donazione alla Biblioteca del Senato, il piccolo documentario che io stessa ho sollecitato alla RAI (che ora si trova su RaiPlay) e il nuovo sito www.giovannisartori.com da me curato, sponsorizzato e messo online, nulla avrebbe ricordato il centenario, che ricorreva il 13 maggio.

Oltre al danno alla memoria di Sartori, c’è però anche la beffa, davvero immeritata.

Infatti, fui io stessa ad impegnarmi per l’istituzione del Comitato promotore, porgendo la presidenza su un vassoio d’argento a Giuliano Amato, sotto l’egida della Treccani. Nel corso del 2023, ho anche partecipato a tre riunioni dove nulla si decideva ma tutto si rimandava, forse in attesa del bicentenario.

Arrivati al marzo 2024, quando venivano aggiunte al Comitato quattro personalità – piovute dal cielo – che nulla hanno a che fare con Giovanni Sartori, il presidente Amato mi ha accompagnato alla porta di quel Comitato che io stessa avevo contribuito faticosamente a promuovere.

Così oggi resta in piedi un Comitato promotore per Giovanni Sartori non solo nullafacente, ma senza più la minima traccia di studiosi sartoriani, ossia allievi, colleghi e studiosi apprezzati, conosciuti e riconosciuti da mio marito.

A questo punto, mi chiedo dove siano finiti o finiranno i 75mila euro elargiti dal Ministero. Addirittura, per non farsi mancare nulla per poi non fare nulla, è stato chiesto un rifinanziamento per il 2025 e così sarà per il 2026. Mai come in questo caso si può parlare – ahinoi – di fondi a fondo perduto, così come ormai si è persa la speranza di ricordare degnamente una figura tanto importante per la cultura italiana qual è stata quella di Giovanni Sartori.

P.S. A questo punto auspicherei un gesto da tale sciagurata combriccola capitanata dall’evergreen and ever-president Giuliano Amato, devolvere l’intera somma del finanziamento a favore delle famiglie delle vittime delle stragi sul luogo di lavoro.

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