Motivo di profondo turbamento è stato, per la nostra Comunità cristiana di base di san Paolo in Roma, apprendere che don Giulio Mignani, parroco di Bonassola ed altri paesini della provincia di La Spezia, è stato sospeso a divinis, ai primi di ottobre. La sua colpa? Difendere il diritto delle coppie omosessuali ad amarsi, delle donne ad avere una legge che regoli l’interruzione di gravidanza, o il diritto ad una legge sull’eutanasia per chi decida, infine, di scegliere questa strada.

Se la Conferenza episcopale italiana, seguendo l’invito di papa Francesco, proclama – in vista del Sinodo italiano del 2025 – di non voler escludere dalla Chiesa nessuna persona che cerchi di vivere il Vangelo, perché tutti e tutte possano sentire la Chiesa come casa, il provvedimento preso dal vescovo della diocesi interessata, monsignor Luigi Ernesto Palletti, ci sembra andare in tutt’altra direzione.

Il responsum

I problemi di Don Giulio sono iniziati l’anno scorso con la sua presa di posizione pubblica contro il responsum della Congregazione per la Dottrina della Fede che nega la benedizione alle coppie omosessuali. La sospensione a divinis è la risposta al fatto che, secondo il prelato, don Giulio, accogliendo l’amore di coppie omosessuali, si oppone frontalmente al magistero della Chiesa che ritiene “immorali” le relazioni omosessuali.

A noi pare che emerga qui una profonda contraddizione proprio nel magistero episcopale e papale: infatti, come si può parlare di accoglienza nella Chiesa di persone omosessuali, se poi si nega a loro la possibilità di vivere un amore? E se si umiliano le loro relazioni, parlando di “atti intrinsecamente disordinati” contro la volontà di Dio, perché a quelle relazioni la parola amore non si addice? Come molte e molti altri cristiani, riteniamo che ogni amore – se vissuto nella libertà, nel rispetto reciproco e senza violenza – sia degno. A dover cambiare valutazione non sono dunque le persone omosessuali, ma il magistero, perché le dottrine ecclesiastiche vigenti oggi risultano teologicamente e scientificamente irricevibili.

Per questi motivi, mentre riteniamo inammissibile la misura repressiva decisa dal vescovo di La Spezia-Sarzana-Brugnato, esprimiamo la nostra piena solidarietà a don Giulio e gli inviamo un sentito augurio di buon cammino.

La Comunità cristiana di base di san Paolo

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