I primi giorni della Presidenza Von der Leyen, alla fine del 2019, sono stati caratterizzati da due grandi annunci per l’agenda climatica europea. Il primo è stato sulla nuova strategia di crescita per l’Europa, che poneva al centro l’obiettivo di neutralità climatica entro il 2050: l’European Green Deal. Il secondo è stato quello che annunciava una legge europea sul clima per integrare coerentemente la questiona climatica in tutte le politiche europee e passare dalle parole ai fatti. A poco più di un anno dalla pubblicazione della proposta per una legge sul clima europea, nella notte del 21 aprile, le istituzioni europee hanno raggiunto un accordo in tempo per non presentarsi a mani vuote al vertice sul clima ospitato dal presidente Biden questa settimana. Il rispetto dell’agenda del Green Deal da parte dell’Europa, nell’anno del Covid, è il segnale della robustezza e della determinazione della Commissione ad implementare la strategia climatica europea, ed irrobustire la governance quale strumento per indirizzare la ripresa economica sugli obiettivi di decarbonizzazione.

Scelte difficili

La decarbonizzazione dell’economia richiederà scelte difficili e tempestive nei prossimi anni. Nell’ultimo decennio, molti governi -europei e no – hanno iniziato a dotarsi delle proprie leggi sul clima per fornire una struttura giuridica in grado di affrontare le sfide future nel modo più appropriato. In linea con le esperienze a livello nazionale, la legge europea sul clima si presenta oggi come lo strumento guida per il raggiungimento dei nuovi obiettivi climatici europei. Imparando dagli esempi esistenti, è composta da due elementi complementari ed equamente indispensabili:

L’aggiornamento degli obiettivi climatici europei nel medio e lungo termine, rispettivamente affermati al 52.8 per cento entro il 2030 e alla neutralità climatica entro il 2050; obiettivi che, con la legge sul clima diventeranno vincolanti.

Strumenti

La creazione di una serie di strumenti di governance che permettano di raggiungere i nuovi obiettivi in modo giusto ed assicurare che le decisioni di policy fatte per la decarbonizzazione siano basate sui dati della scienza. Essi garantiranno una rotta più sicura o gli strumenti necessari per affrontare le intemperie.

Dal Regno Unito, alla Francia, e più recentemente in Spagna –  la forma della governance messa in atto per gestire il cambiamento necessario, è forse l’elemento più simile in tutte le leggi sul clima esistenti. Essa apre a un dibattito più generico su come dovranno essere prese le decisioni politiche in un futuro sempre più complicato e con obiettivi necessariamente sempre più ambiziosi.

Con l’accordo sulla legge sul clima europeo, l’Unione Europea riconosce il bisogno di un cambio di paradigma che avvicini le conoscenze scientifiche e indipendenti alle scelte politiche, e di un monitoraggio più preciso dei progressi, per capire entro, quando, e come servirà, raddrizzare la rotta. Lo farà con l’aiuto di un organo consultivo indipendente che fornirà gli argomenti scientifici ed economici per aiutare i cittadini e i politici a comprendere l'importanza di prendere le decisioni necessarie quando richiesto. Tra i benefici di questi organi consultativi c’è quello di ridurre l'incertezza per l'industria e garantire più tempo possibile per adattarsi a nuove leggi e regolamenti.

Un rischio

Parlare di clima senza parlare di governance è ormai una strategia ad alto rischio. In altre parole, senza un dibattitto sulle riforme istituzionali necessarie per implementare gli obiettivi climatici europei e internazionali, non solo si aumenterebbe il rischio di non raggiungerli, ma si rischierebbe anche di rafforzare spinte antieuropeiste per una cattiva gestione della transizione ecologica (come già sperimentato con i gilets jaunes in Francia).

La gestione della pandemia da parte dell’Europa lascia un insegnamento importante: i politici dovranno sempre più affrontare pressioni che, se non affrontate in maniera adeguata, rischiano di bloccare o rallentare la transizione energetica, come è recentemente successo con la crisi sanitaria.

L'Europa, e l’Italia, affrontano ora un momento cruciale. Nel 2021, il pacchetto di ripresa dell'Unione Europea permetterà agli stati membri di compiere grandi passi avanti verso il raggiungimento degli obiettivi climatici. Tuttavia, questo non è scontato. Gli impatti sociali ed economici della pandemia devono ancora manifestarsi completamente. In questo contesto e in un ambiente politico tradizionalmente instabile, una legge europea sul clima nazionale acquista ancora più importanza nell’offrire gli strumenti necessari per gestire al meglio questa transizione, e far si che l’Italia non perda la rotta europea verso gli obiettivi da raggiungere, trasformando la decarbonizzazione, nell’opportunità di sviluppo e di costruzione di un modello resiliente e più equo.


 

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