Il momento è difficile, la situazione gravissima, come medici anestesisti rianimatori siamo in prima linea insieme a tanti altri specialisti, infermieri, operatori sanitari per curare pazienti colpiti da Covid-19 e salvare vite in qualsiasi situazione, anche la più difficile. Chiediamo di poter lavorare senza essere distolti da ignobili fake news o da personaggi pubblici che lanciano frasi di accusa in programmi televisivi senza rendersi minimamente conto di quello che dicono e degli effetti gravissimi che producono. Gli ultimi, ma solo in ordine di tempo:

  • l’onorevole Vittorio Sgarbi che, nel corso di una nota trasmissione televisiva su Rete4, ha esclamato: «I morti sono morti… per cure sbagliate, che andranno indicate una per una… per intubare senza necessità». Ovviamente non sa, l’onorevole, di che cosa parla, non conosce i criteri per cui si decide di intubare una persona e addirittura non sa che quando lo si fa è per salvare la vita di quella persona;
  • il prof. Alberto Zangrillo che, sempre in una comparsata televisiva, ha dichiarato: «Noi clinici dobbiamo abituarci a un uso appropriato delle risorse e mettere in terapia intensiva chi ne ha veramente bisogno. Non sono sicuro che accada». Sfugge, al prorettore del S. Raffaele, la gravità del danno che una simile illazione può portare a tutti gli anestesisti rianimatori italiani e, più in generale, alla fiducia della popolazione nei confronti di professionisti che con la loro abnegazione hanno consentito al sistema sanitario nazionale di non crollare già alla prima ondata pandemica.

Assistiamo attoniti alle falsità che vengono diffuse sui social network, sui media, perfino in conferenze che si svolgono in sedi istituzionali, senza dimenticare le piazze ostaggio di negazionisti e minimizzatori che provocano odio contro tutti i professionisti della sanità impegnati in trincea. Ci preoccupano, inoltre, le speculazioni politiche che stanno inquinando la scienza medica.

Basta! La nostra associazione chiede rispetto per chi lavora in prima linea, rispetto per i pazienti, rispetto per tutti i cittadini.

Non crediamo di essere allarmisti se affermiamo, con cognizione di causa, che il nostro paese è in una situazione difficilissima in cui occorre il contributo di tutti, nessuno escluso. Ognuno di noi può fare la propria parte con comportamenti adeguati che ormai tutti conoscono (mascherina, distanziamento, sanificazione frequente delle mani, download dell’app Immuni, rispetto delle regole). Ma occorre uno sforzo in più, chiediamo di credere ai dati, a quelli veri che dimostrano che gli ospedali si stanno riempiendo di pazienti Covid anche molto gravi e che di Covid si continua a morire.

Non possiamo rischiare che il nostro prezioso sistema sanitario nazionalecollassi anche a causa di messaggi totalmente sbagliati che ormai da mesi circolano tra le persone. È questo il momento della responsabilità.

Da parte nostra ce la stiamo mettendo tutta come abbiamo fatto nel corso della prima ondata e abbiamo bisogno che tutti facciano altrettanto!

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