Il lento e inesorabile processo di spopolamento di buona parte del territorio italiano e in particolar mondo delle montagne è, come noto, un fenomeno di lunga data tuttora in corso e difficile da contrastare. Poche opportunità di lavoro, nonostante in questi territori si producano spesso eccellenze uniche a livello mondiale e l’assenza di scuole, presidi sanitari e trasporti pubblici, rendono difficile vivere in queste “aree interne” del nostro Paese.

Il loro abbandono comporta la perdita di storie, tradizioni, presidi ambientali fondamentali e come detto, di produzioni agro-alimentari uniche e preziose. La Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI), finanziata dai fondi della programmazione europea 2014-2020 e da risorse nazionali, nasce per contrastare questo fenomeno di abbandono, ovvero per realizzare progetti che restituiscano e sviluppino i principali servizi di cittadinanza (scuole, sanità, trasporti) e supportino l’economia di queste aree fragili.

Il fulcro, la leva principale della strategia nazionale sta nella capacità delle comunità locali di progettare, elaborare e poi realizzare una ricca strategia di sviluppo socio economico della loro area associandosi in un sistema intercomunale che rafforzi permanentemente la capacità di rappresentare, promuovere e tutelare comunità e territori fragili.

A distanza di alcuni anni dall’avvio di questa sfida all’abbandono dei territori interni del nostro paese è giunto il tempo di fare il punto sui risultati raggiunti, dai 1.060 comuni delle 19 regioni più la Provincia autonoma di Trento e dai ministeri a vario titolo coinvolti nella SNAI, con l‘obiettivo di riflettere su come e cosa migliorare nel sistema di governance multilivello, nella gestione e nell’organizzazione della fase attuativa della strategia.

La ricerca “Associazionismo e attuazione. I Comuni alla prova della realizzazione della strategia nazionale aree interne”, realizzata da Formez PA nell’ambito del progetto "La strategia nazionale per le aree interne e i nuovi assetti istituzionali” di supporto alla SNAI e promosso dal Dipartimento della Funzione Pubblica, restituisce un’anticipazione degli esiti dell’analisi in corso, realizzata su dodici aree impegnate nella fase di realizzazione degli interventi previsti dalla strategia, in accordo con il Dipartimento per le politiche di coesione e con il coinvolgimento dell’Agenzia per la coesione territoriale, nel mese di aprile 2020 e integralmente realizzate in fase di gestione dell’emergenza sanitaria.

Con l’obiettivo, dunque, di indagare le modalità organizzative e operative adottate dai comuni delle aree interne per affrontare la sfida della SNAI, le indagini hanno consentito di costruire un quadro articolato quanto ricco di punti critici, ma anche di soluzioni innovative e di buone pratiche da condividere con le altre aree che da poco hanno avviato il percorso attuativo della strategia.  

Il confronto con i territori ha fatto emergere che, a fronte di condizioni strutturali e ei dotazione di personale a tratti drammatiche per i piccoli Comuni, la SNAI è stata l’occasione per avviare o rafforzare il processo di costruzione di sistemi intercomunali stabili. In molte delle aree intervistate il processo associativo si è sviluppato oltre le aspettative, secondo percorsi continui di adattamento alle mutate condizioni di partenza compresa l’emergenza sanitaria che ha colpito il nostro paese. Soluzioni innovative e di ispirazione per l’intero Paese sono state così realizzate sui temi dell’istruzione, della sanità territoriale, dell’innovazione digitale della PA.

Il progetto di sorveglianza digitale attiva dei pazienti guariti dal Covid-19 e delle persone fragili (prevalentemente anziani, con più condizioni croniche, soli a casa o in residenza assistenziale), sperimentato già da fine estate 2020 dalla Asl2 Abruzzo; il supporto fornito dalla figura dell’infermiere di comunità o dai centri territoriali di salute, come nel caso delle aree Appennino Emiliano e Alta Carnia; gli interventi per la didattica digitale e innovativa che hanno consentito di garantire l’attività didattica degli alunni delle aree interne  o, ancora, l’accelerazione dello svolgimento delle attività amministrative in remoto (consigli e giunte comunali) e di erogazione dei servizi on line al cittadino attraverso il rafforzamento della gestione associata dei servizi informatici, come nel caso dell’area Basso Sangro e Trigno.

La SNAI promuove un approccio innovativo allo sviluppo locale puntando alla messa a sistema dei servizi al cittadino con percorsi di sviluppo dell’imprenditoria e della cooperazione locale. Per fare ciò si è reso necessario integrare diverse fonti finanziarie  e coinvolgere numerosi soggetti attuatori degli interventi. Dall’analisi appare evidente che una strategia con un tale livello di complessità può essere tanto più efficace quanto più le aree ricadono in ambiti di pianificazione sovracomunale unitari e presentano caratteristiche di omogeneità e coesione. Emerge, inoltre, che all’intensa attività di progettazione partecipata della strategia – intesa come un piano di azione di lungo periodo, articolato, in grado di reagire ai diversi mutamenti ambientali e alle modifiche delle risorse e delle prospettive – non può seguire una realizzazione basata su una visione “statica” e preordinata, ma occorre prevedere un’attuazione agile e flessibile che possa adattarsi agli inevitabili cambiamenti delle condizioni di contesto.

Risulta, infine, determinante l’effettiva partecipazione attiva e consapevole di tutti i soggetti rappresentativi e rilevanti delle aree, sia nella fase di costruzione delle strategie sia in fase attuativa. Laddove il coinvolgimento delle comunità locali è stato di reale co-progettazione, la realizzazione degli interventi previsti non ha subito i rallentamenti dovuti ai cambi amministrativi nelle coalizioni politiche locali e regionali, in quanto le comunità di cittadini sono diventati dei veri e propri “custodi dell’attuazione”, capaci di attivare un efficace monitoraggio civico che ha permesso di continuare a tenere vivo sia il processo di co-progettazione, sia  il controllo e l’attenzione sull’attuazione.

Naturalmente, in ognuna delle testimonianze raccolte emerge con forza il tema delle risorse umane nei piccoli comuni, presupposto imprescindibile per garantire i servizi minimi di cittadinanza alla popolazione delle aree interne e per sostanziare i percorsi di sviluppo tracciati dai territori.

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