Si muove qualcosa sul fronte dell’innovazione democratica in Italia.

Il primo aprile un presidio del comitato promotore “Politici per caso - Cittadini Informati per decidere”, sarà a Montecitorio per annunciare con un sit-in l’inizio della raccolta firme su una proposta di legge popolare che chiede di istituire in Italia le assemblee dei cittadini estratti a sorte. 

Suona come uno scherzo. Il nome bizzarro del comitato, la proposta inedita, la data dell’evento: tutto lascia intendere che si tratti di un pesce d’aprile.

Ma i promotori fanno sul serio. Attorno all’obiettivo si è realizzata una vera e propria coalizione trasversale tra organizzazioni: Eumans, il movimento di iniziativa popolare lanciato da Marco Cappato, Democrazia Radicale, il centro di iniziativa politica fondato da Mario Staderini, le 6000 Sardine di Mattia Santori, l’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica, gruppi locali di Extinction Rebellion e Diem 25, Certi Diritti - per le libertà civili e sessuali, Oderal, l’organizzazione per la “democrazia aleatoria” di Samuele Nannoni, che del sorteggio in democrazia ha fatto il perno delle sue attività, ma anche associazioni vicine all’area PD come Volare, fondata dal Senatore Nannicini, e start-up innovative come Yezers.

La proposta è quella di estrarre a sorte cittadini, che saranno preparati da esperti per affrontare i problemi che gli eletti da soli non risolvono. Si tratta di un metodo che sempre più Paesi stanno adottando per rispondere alla crisi della democrazia elettorale, che vede da anni in calo la fiducia e il coinvolgimento della popolazione, come dimostrano i sondaggi e la sempre più bassa affluenza elettorale a livello internazionale.

Un esempio? La più vasta e completa indagine di opinione realizzata negli ultimi anni su questo tema, ad opera dell’Università di Cambridge, mostra incontrovertibilmente che la soddisfazione nei confronti della democrazia non è mai stata così bassa.

Una delle chiavi per comprendere questa rottura di fiducia viene dalla rivoluzione comunicativa degli ultimi 15 anni.

A fronte della moltiplicazione di opportunità di esprimere il proprio pensiero sui social media, i cittadini non vedono dall’altra parte canali per partecipare davvero alla vita pubblica. E con la velocizzazione della comunicazione a cui siamo abituati, chiamare i cittadini alle urne a distanza di anni tra una tornata e l’altra non basta più a farli sentire parte attiva di una comunità.

Non solo: il sistema mediatico premia oggi la polarizzazione del dibattito, la divergenza tra le parti invece dell’arte del compromesso e della tolleranza che dovrebbero essere alla base della politica.

Così le elezioni stanno diventano sempre più insufficienti per risolvere da sole i grandi problemi del nostro tempo, schiacciate tra l’inseguimento del consenso a breve termine e la logica di contrapposizione tra partiti. 

Anche per questo sempre più paesi stanno adottando soluzioni basate su nuove forme di esercizio della sovranità popolare. È il modello della Citizens’ Assembly, che da oltre un decennio si moltiplica in tutto il mondo: cittadini sorteggiati su base campionaria, rappresentativa della popolazione, che col supporto di esperti studiano, dibattono e decidono, a partire da evidenze scientifiche, su questioni di interesse generale, dove la politica elettorale non riesce a dare soluzioni adeguate.

Nel mondo

Nel resto del mondo questo tipo di assemblee si stanno già moltiplicando. In Irlanda – seguendo la scia e le esperienze all’insegna del sorteggio tenutesi in Canada, Olanda e Islanda – è stata istituita nel 2013 un’Assemblea della durata di un anno per deliberare sulla riforma di 8 articoli costituzionali. 

Ne facevano parte, accanto a politici eletti, 100 cittadini estratti a sorte, in modo da ottenere un campione rappresentativo della popolazione nazionale: sulla base della provenienza geografica, l’età, il genere ed altri criteri statistici.

Le deliberazioni dell’assemblea, e le successive esperienze tenutesi su questo modello, hanno consentito riforme storiche sul piano dei diritti civili, che per decenni la politica tradizionale non era riuscita ottenere: dalla legalizzazione dell’aborto all’introduzione del matrimonio egualitario.

Lo scorso anno in Francia un altro tipo di assemblea dei cittadini estratti a sorte, la Convention Citoyenne pour le Climat, ha avuto il compito di suggerire politiche per ridurre le emissioni di gas a effetto serra del Paese.

Per farlo, 150 cittadini si sono riuniti per 7 fine settimana, assistendo ad audizioni di esperti, parti sociali, stakeholder, amministratori locali, ONG, funzionari pubblici e politici: un genere di approfondimento, su un tema urgente come il cambiamento climatico, che difficilmente le assemblee elette sono in grado di avere, schiacciate da logiche di campagna elettorale permanente e dall’inseguimento del consenso a breve termine. Il Presidente Macron, che ha voluto e istituito la CCC, ha deciso che le raccomandazioni dei cittadini potranno essere o oggetto di un referendum, o direttamente applicabili per decisione del Governo, oppure trasmesse al Parlamento per un vaglio di quest’ultimo.

L’iniziativa di “Politici per caso - Cittadini informati per decidere” è la prima che punta a portare in Italia questo nuovo modello di democrazia deliberativa, sperimentato con successo a livello internazionale.

Raccogliendo 50mila firme in sei mesi, i promotori vogliono portare in Parlamento una proposta di legge che chiede di istituire le assemblee dei cittadini estratti a sorte nel nostro ordinamento, ma anche di convocare la prima di queste sulla crisi climatica, come nell’esempio francese, per individuare soluzioni alla più grande urgenza del nostro tempo.

Con la partecipazione dell’attivista politico Marco Cappato, del primo firmatario della proposta, Mario Staderini, ma anche di personalità dello spettacolo come Giobbe Covatta, il presidio durerà dalle 11h alle 13h.

A chi invece storce il naso a sentir parlare di cittadini estratti a sorte ed altre stregonerie, si consiglia un ripasso di storia. Tutte le innovazioni democratiche, a partire dal suffragio universale, sono sempre state inizialmente accolte da una da fragorosa risata o dalla dura contestazione dei loro oppositori. Adesso è la volta del sorteggio, che molti stentano a prendere seriamente nonostante l’evidenza empirica ce ne racconti ampiamente i benefici. Anche i più scettici dovranno farsene una ragione.

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