- Il 18 dicembre le centraline del quartiere Tamburi, a ridosso dell'ex Ilva, hanno rilevato picchi preoccupanti di benzene cancerogeno.
- La risposta del governo di Giorgia Meloni è arrivata qualche giorno dopo con il decreto salva-Ilva che ha assicurato ad Acciaierie d'Italia 680 milioni di euro e un nuovo scudo penale per i dirigenti, sancendo l’impossibilità di fermare gli impianti anche in presenza di sequestri da parte della magistratura.
- Un decreto che forza le leggi italiane ed europee, spiega la eurodeputata Rosa D’Amato che siede nel gruppo dei Verdi in Ue. In questo commento, fa il quadro delle direttive Ue e ricostruisce le sue interrogazioni alla Commissione, per poi concludere che gli interessi della siderurgia per molti sono più importanti di salute e ambiente. Lo si è visto anche con la riforma annacquata dell’Ets.
Lo scorso maggio, la Corte europea dei diritti umani, nell’emettere quattro nuove condanne nei confronti dell’Italia a causa delle emissioni dell’ex Ilva, ha dichiarato che lo stabilimento siderurgico continua «a rappresentare un rischio per la salute» dei suoi operai e dei cittadini di Taranto. E ha sollevato pesanti ombre sulla «messa in atto effettiva del piano ambientale». Il governo e la salute Il 18 dicembre le centraline del quartiere Tamburi, a ridosso dell'ex Ilva, hanno rilevato



