Tra pochi giorni prenderà il via in Indonesia il Summit del W20, il vertice delle “Donne del G20”, appartenenti alla società civile che si occupano di pari opportunità, discriminazioni e violenza, di medicina di genere, di difendere e di proteggere tutte quelle donne che lottano per i loro diritti.

Combattere le disuguaglianze è un dovere, se vogliamo favorire lo sviluppo dell’economia e dare speranze ai giovani che fanno i conti con un futuro sempre più incerto. Lo è ancor di più combattere le disuguaglianze di genere, gli stereotipi e abbattere barriere che non permettono l’emancipazione femminile.

Le donne sono la metà del mondo, sono le più istruite, ma poco coinvolte nelle decisioni politiche, amministrative e aziendali. In Italia sono le più colpite dalla disoccupazione, dal lavoro precario e povero, con i salari più bassi dei colleghi uomini.

Meno della metà può permettersi di lavorare perché fermate da tanti fattori, tra cui il dover svolgere mansioni non pagate all’interno di nuclei familiari con anziani, bambini e disabili da assistere. Impossibilitate a scegliere per colmare quella carenza di servizi sul territorio per anni considerati sprechi, ma così importanti non solo per far in modo che le donne possano dedicarsi al lavoro, ma anche per tornare a collocare al centro della politica la cura delle persone.

Aumentano le povere

Mettere le persone al centro di tutte le decisioni significa quindi favorire uno sviluppo che non potrà realizzarsi senza parità di genere. Cominciamo quindi da un settore chiave: il lavoro. I recenti rapporti Istat e Inps hanno dato un quadro del nostro Paese molto chiaro. I poveri sono in aumento e la maggioranza di loro sono donne.

Portare più donne nel mercato del lavoro significa aumentare la crescita e ridurre la povertà. Da molti anni questo è anche uno degli obiettivi del Women 20, il gruppo ufficiale del G20 sulla parità di genere ed emancipazione femminile. Dal 18 al 21 luglio sarà impegnato in Indonesia, sulle rive del lago Toba, nel nord di Sumatra, per il Summit W20, con l’obiettivo di definire e condividere i punti da proporre poi al tavolo del vertice dei capi di Stato e di governo del G20 che si terrà a Bali a fine ottobre.

Un summit non facile quello indonesiano che dovrà tener conto della guerra tra Russia e Ucraina, della crisi climatica e di una crisi pandemica non ancora terminata, che hanno inasprito gli scenari già esistenti accrescendo le difficoltà nell’occupazione, nella conciliazione vita-lavoro oltre gli episodi di violenza domestica, in molti Paesi ancora non punita come reato.

Dal vertice di Toba si chiederà ai governi che la questione della parità e della emancipazione delle donne e delle ragazze sia parte centrale della discussione dei leader mondiali, proponendo ai governi un’azione divisa in aree prioritarie per abbattere le discriminazioni e le disuguaglianze, per favorire l’imprenditoria femminile, per garantire una sanità equa e favorire la ricerca per la medicina di genere, per ridurre le disuguaglianze per le donne nelle aree rurali e per favorire l’inclusione delle donne con disabilità.

Obiettivo 2025

Fin dal 2014, con il vertice di Brisbane, i leader del G20 hanno intrapreso un percorso per ridurre del 25 per cento entro il 2025 il divario nei tassi di partecipazione alla forza lavoro tra gli uomini e donne. Con l’obiettivo di portare cento milioni di donne nel mercato del lavoro.

Nel 2020, al vertice di Riyadh, i leader del G20 nel bel mezzo della crisi pandemica hanno definito una tabella di marcia per raggiungere e superare l'obiettivo di Brisbane per migliorare la qualità del lavoro femminile. Poi la presidenza italiana nel 2021 ha accolto le istanze del Women 20 e in accordo con i ministri del lavoro dei Paesi partecipanti, ha definito una Roadmap del G20 per raggiungere la pari opportunità e risultati migliori per donne e uomini nei nostri mercati del lavoro e nelle società in generale. ù

Una tabella di marcia basata sulle priorità politiche del G20 per promuovere la partecipazione femminile, aumentare la qualità e la quantità del lavoro femminile eliminando ogni forma di disparità di salario. Nel documento vengono individuati molti fattori che continuano a ostacolare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro e il miglioramento della qualità del loro impiego.

Superare queste barriere è la chiave per raggiungere non solo l'obiettivo di Brisbane e gli impegni precedenti, ma puntando anche alla piena parità di genere nel mercato del lavoro e nelle nostre società.

Per raggiungere questo obiettivo, i governi dovranno adottare misure politiche basate su dati e prove e adattate ai contesti nazionali.

La delegazione italiana del W20 si è molto battuta durante i lavori preparatori, affinché la Rome Roadmap sia il riferimento fondamentale delle politiche mondiali sulle disparità di genere. Il lavoro è alla base dell’uguaglianza, si riflette sulla vita intera delle donne. Senza l’autonomia economica delle donne non potrà esserci emancipazione e parità. Questo è il senso del documento e il gruppo delle “Donne del G20” vigilerà affinché i governi mantengano nei tempi stabiliti gli impegni presi.

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