Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo a questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Per circa un mese pubblichiamo ampi stralci del resoconto dei lavori della Commissione parlamentare d'inchiesta della X Legislatura che per prima provò a ricostruire l'operazione Gladio. Nelle conclusioni della Commissione resta una frase che pesa più delle altre: «Persistono elementi di ambiguità e reticenza nel rapporto tra struttura e istituzioni democratiche». È il linguaggio della politica per dire che qualcuno mentì


Per quanto riguarda l'altro Comitato di cui il Servizio italiano faceva parte — l'Acc (Allied Clandestine Committee, poi Allied Coordination Committee) — è in atti il carteggio relativo all'ammissione del Servizio italiano, avvenuta, su espresso invito della Presidenza di turno, nell'aprile 1964. È, altresì, in atti un appunto del Capo dell'Ufficio «R», predisposto il 10 gennaio 1964, verosimilmente per il Capo del Servizio.

In tale appunto, che fa riferimento ad una riunione preparatoria intervenuta con i rappresentanti del Servizio francese in vista del l'ingresso del Servizio italiano nell'Acc, si definiscono sinteticamente i compiti del Comitato: «Il Cca si prefigge lo scopo di studiare e risolvere i problemi di collaborazione tra i diversi Paesi per il funzionamento delle rispettive reti di evasione e fuga, per gli Accordi dottrinali e procedurali in proposito e per il mutuo appoggio in fatto di basi direttive delle reti stesse, per l'eventualità di perdita della base normale».

Nello stesso appunto, l'Acc è definito come «emanazione» del Comitato di pianificazione e coordinamento (Cpc) «di cui l'Italia è già membro». Il Capo dell'Ufficio «R», infine, propone che, per ragioni di competenza e di livello, la rappresentanza italiana nell'Acc sia affidata al Capo della Sezione Sad. Da altro documento successivamente acquisito dal Comitato risulta che l'Acc è stato costituito, fin dal 1958, fra i rappresentanti dei Servizi del Benelux, Inghilterra, Francia e Stati Uniti. Successivamente sono stati ammessi i Servizi italiano e tedesco.

L'Acc, in pace, sviluppa direttive su argomenti di comune interesse relative a preparativi Stay-behind; elabora studi e dottrine tecniche; prepara l'organizzazione della Base clandestina alleata. In guerra, sviluppa direttive su argomenti relativi alle operazioni Stay behind; pianifica operazioni Stay-behind alleate comuni in supporto a Saceur; coordina funzioni ed attività della Base clandestina alleata.

Gli «studi e dottrine tecniche» consistono, in sostanza, nella preparazione di una serie di manuali, che definiscono tecniche e procedure operative per la condotta di operazioni clandestine. La Base clandestina alleata è un sito dal quale i Servizi possono con durre le operazioni Stay-behind, proprie o comuni, nell'ipotesi che non sia più possibile farlo dalle Basi nazionali occupate o minAcciate dal nemico.

Nello stesso documento, laddove si definiscono le competenze rispettive dell'Acc e del Cpc, si legge: «L'Acc si occupa degli aspetti della guerra clandestina Stay-behind nei territori nazionali dei Paesi membri eventualmente occupati dal nemico», mentre il Cpc si occupa degli aspetti delle operazioni clandestine nei territori dei Paesi del blocco sovietico ed in quelli neutrali di particolare interesse». Tale netta ripartizione di compiti per ambiti territoriali non trova ulteriori riscontri documentali e contrasta, in parte, con la ricostruzione fin qui effettuata sulla base delle fonti volta a volta citate.

Peraltro, secondo risultanze testimoniali [Dichiarazioni rese dal Presidente della Repubblica nel corso dell'incontro. In un documento intitolato «Rapporto del Governo federale sull'Organizzazione "Stay behind" del Bundesnachrichtendienst (BND)» trasmesso dal Segretario generale della Presidenza della Repubblica in allegato alla documentazione relativa all'incontro del 15 marzo 1991, si legge: «Al fine di armonizzare la propria programmazione con il Comando militare della Nato, i Servizi di informazione interessati istituirono nel 1952 il cosiddetto "Coordinating and Planning Committee* (Cpc), mentre al fine di coordinare la collaborazione tra di loro istituirono nel 1954 il cosiddetto "Allied Coordination Committee* (Acc). Il BND fa regolarmente parte di entrambi gli organismi dal 1959.

Entrambi gli organismi di coordinamento non costituivano e non costituiscono parte integrante della struttura Nato. Il fatto che il BND sia membro di questi organismi dal 1959 non ha modificato la fattispecie che l'Organizzazione "Stay-behind* del BND era (ed è) una precipua organizzazione del medesimo, non una parte integrante della Nato. Non sussiste e non sussisteva alcun rapporto di subordinazione dei singoli servizi nei confronti degli organismi»], il Cpc «aveva il compito di coordinare in tempo di pace la pianificazione e la preparazione delle operazioni militari non ortodosse che il Comando Alleato avrebbe condotto in tempo di guerra nei territori di possibile occupazione da parte del nemico. Il Comitato ... fungeva quindi da organo di collegamento tra l'organizzazione militare della Nato ed i Servizi di informazione nazionali. Esso non costituiva parte integrante dell'organizzazione Nato. Questo è un altro equivoco in cui si è incorsi: una cosa è l'Alleanza atlantica, altra cosa è l'organizza zione militare Nato.

La Nato era l'organizzazione delle Forze militari dell'Alleanza e, nella ripartizione delle competenze, le Forze armate dovevano occuparsi della guerra e della difesa dei territori ancora nelle mani dell'Alleanza; altri compiti hanno i Servizi nazionali nell'ambito dell'Alleanza atlantica». Secondo altre risultanze testimoniali, il Cpc «è l'interfAccia del comando militare/Servizi rispetto a Shape. Alle riunioni, non dico al 100 per cento ma quasi a tutte, partecipano ufficiali della branca progetti speciali di Shape. Il Cpc... è un organo di policy, di coordinamento». L'Acc è invece un «Comitato ristretto di carattere essenzialmente tecnico, di coordinamento sotto l'aspetto tecnico» «orizzontale tra i Servizi». Nell'ambito degli approfondimenti che il Comitato ha svolto su origine, funzioni e collocazione di Acc e Cpc, sono stati in seguito acquisiti altri significativi documenti.

Ad integrazione delle dichiarazioni rese dai generali LuCcarini e Inzerilli nell'audizione del 4 giugno 1991, il SISMI ha trasmesso un appunto integrativo, che sostanzialmente conferma le risultanze già acquisite sul ruolo e le funzioni dei due Comitati e, per quanto attiene alla loro istituzione, afferma che essi «sono stati entrambi istituiti, su proposta di Saceur, per decisione dello Standing Group del Comitato militare della Nato (massima autorità militare dell'Alleanza)».

In altro documento di stessa fonte [Appunto SISMI del 17 aprile 1991, intitolato «Procura militare della Repubblica di Padova — Richiesta chiarimenti sul Comitato clandestino alleato». L'appunto, originariamente indirizzato al CESIS e, per conoscenza, al Ministero della Difesa — Gabinetto, è stato trasmesso in copia al Comitato, in allegato all'appunto di cui alla nota precedente. Il documento, già classificato «Segreto», è stato declassificato a «vietata divulgazione] è detto «Si precisa, infine, che l'Acc è stato istituito nel 1958 su specifica richiesta di Saceur al Cpc; la relativa documentazione Nato non è in possesso di questo Servizio».

In seguito, con nota del 19 luglio 1991, il Presidente del Consiglio dei ministri ha trasmesso al Comitato altra documenta zione «volta a meglio chiarire il rapporto diretto tra il Cpc e la pianificazione di difesa dell'Alleanza prevista da Shape, ed il rapporto funzionale tra l'Acc e lo stesso Shape». Parte di tale documentazione è tuttora coperta dalla massima classifica di segretezza Nato.

Essa conferma l'avvenuta istituzione del Cpc in base ad una determinazione favorevole dello Stan ding Group del Comitato militare della Nato, assunta il 4 settembre 1952, in relazione ad una proposta di Saceur contenuta in un promemoria del 7 agosto 1951 ed in un allegato a detto promemoria. Conferma, inoltre, il ruolo del Cpc quale canale di collegamento fra Saceur e le autorità clandestine nazionali e, quindi, quale sede di coordinamento, in pace, fra le esigenze di pianificazione bellica del primo e le predisposizioni programmatiche delle seconde. Dagli stessi documenti, infine, risulta espressamente che il Cpc, pur non facendo parte integrante dello Shape, è collegato ad esso attraverso «una parte appropriata» dello staff dello Shape medesimo.

Con la stessa nota del 19 luglio 1991, il presidente del Consiglio ha poi trasmesso copia di un documento intitolato «Terms of reference of the Allied Coordination Committee». Trattasi, con ogni probabilità, dell'atto che un riferimento contenuto in altro docu mento indica come lo «Statuto di Acc», così come, del resto, è intitolato, nella traduzione di lavoro allegata al testo in lingua inglese. Il documento — che non contiene indicazione alcuna dell'atto costitutivo dell'Acc — definisce l'Acc come un «Comitato regionale costituito da rappresentanti dei Servizi clandestini nazionali di alcune Nazioni Nato, funzionante in pace ed in guerra per coordinare la preparazione in tempo di pace dello Stay-Behind (SB) e, in tempo di guerra, le operazioni all'interno dei territori nazionali interessati». Al tempo dell'edizione del documento (1985) facevano parte del l'Acc: Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo, Olanda, Norvegia, Regno Unito e Stati Uniti.

È previsto che altri Paesi Nato possano diventare membri dell'Acc, su proposta di uno o più Paesi già membri e con il consenso unanime degli altri.

I Servizi dei Paesi non facenti parte della Nato possono «associarsi» all'Acc, con il consenso unanime dei Paesi membri e con uno «statuto particolare» di associazione, sui termini del quale deve ugualmente registrarsi l'unanimità dei consensi dei Paesi membri. In pace, l'Acc «sviluppa una guida politica nelle materie di interesse comune che riguardano le operazioni nell'ambito delle Nazioni Membro»; prepara «studi di tecniche clandestine e dottrine di interesse comune»; predispone le Basi clandestine alleate.

In guerra svolge i compiti indicati nel manuale «Acc 2». L'Acc è organizzato su un Comitato principale, una Presidenza, un Segretariato ed eventuali Sottocomitati e gruppi di lavoro. Un capitolo specifico è dedicato ai rapporti con il Cpc.

In esso è stabilito: che i due Comitati devono cooperare per soddisfare le richieste di Saceur nel campo delle operazioni dei Servizi clandestini, tenendo conto della capacità di questi ultimi, delle priorità e dei limiti delle politiche nazionali; che l'Acc dovrà inoltrare al Cpc i propri manuali sulle tecniche clandestine, per il coordinamento con la «Branca progetti speciali» dello Shape; che manuali ed equipaggiamenti dell'Acc debbono essere a disposizione dei Servizi associati al Cpc e non membri di Acc; che i Servizi dei Paesi non facenti parte della Nato, ma associati all'Acc, siano esclusi da ogni conoscenza o contatto con il Cpc. Seguono alcune disposizioni sulla sicurezza, sui manuali, sulle esercitazioni, sulla corrispondenza e sull'archivio. Sono annessi al documento: una «Lista dei manuali Acc»; un elenco di «Regole generali per la costituzione dei manuali Acc»; un elenco di «Regole generali per la corrispondenza»; un «Elenco dei termini e delle definizioni».

Deve, inoltre, ricordarsi che il Procuratore militare di Padova, in una sua lettera del 28 marzo 1991 al Presidente del Consiglio, ha sollevato la questione della partecipazione ad una riunione del l'Acc, tenutasi nel 1973, di due rappresentanti del Servizio spagnolo, benché, a quell'epoca, la Spagna non facesse parte della Nato. Secondo lo scrivente, tale circostanza suffragherebbe ulteriormente la tesi che «l'Acc non fosse un Comitato Nato». Su questo particolare aspetto risulta in atti quanto segue: nel citato «Briefing Acc — Cpc» si legge: «È in fase di definizione il problema dei rapporti tra l'Acc e il Servizio spagnolo, risultato particolarmente complesso per la non appartenenza della Spagna alla Nato».

Il Presidente del Consiglio, in risposta al Procuratore militare di Padova, ha scritto: «È da presumere che i rappresentanti iberici siano stati invitati in qualità di "osservatori", nel quadro di una comune strategia difensiva dell'ovest europeo». Infine, deve rilevarsi che, a seguito della decisione del Governo italiano di sciogliere l'organizzazione Stay-behind il Sismi ha comunicato a tutte le delegazioni dell'Acc e al Segretariato permanente del Cpc di non fare più parte dei rispettivi Comitati.

Quanto alla possibilità di declassificare i documenti dell'Acc e del Cpc, esistono in atti due messaggi di risposta alla richiesta del Servizio italiano: il primo, proveniente dal Segretariato permanente del Cpc, afferma che né il Segretariato stesso, né il gruppo esecutivo hanno la facoltà di disporre la declassifica, che potrebbe essere ottenuta solo con «nulla osta» scritto di ciascun membro del Cpc e, proba bilmente, anche con l'approvazione di Saceur; il secondo, proveniente dal Servizio inglese, nega il consenso alla declassifica di qualsivoglia documento dell'Acc o del Cpc, in possesso del Servizio italiano. […].

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