Il sodalizio tra Cina e Russia resiste a Trump

Shanghai – Il cuore politico di Pechino – piazza Tiananmen e dintorni – da qualche giorno è blindato, inaccessibile. Fervono i preparativi per la parata militare senza precedenti con la quale, il 3 settembre, sarà celebrato il contributo della Cina alla sconfitta delle potenze dell’Asse. A ottant’anni dalla fine della Seconda guerra mondiale, la Cina ripete di voler difendere l’ordine internazionale uscito da quel conflitto. In realtà è protagonista di un nuovo mondo multipolare: tratta per la prima volta da pari a pari con gli Usa sul commercio e difende la sua quasi-alleanza con la Russia alla vigilia dei colloqui tra Mosca e Washington in Alaska. La telefonata che venerdì scorso Vladimir Putin – dopo aver discusso con Donald Trump del summit di ferragosto – ha fatto a Xi Jinping è l’ennesima prova del coordinamento tra i due paesi che condividono un confine. Ucraina, non ci sarà vera pace senza rispetto. L’Ue riparta dall’Onu «Non ci possiamo permettere che la Russia perda: subito dopo, gli Usa si rivolgerebbero contro la Cina», si sarebbe lasciato sfuggire il ministro degli esteri Wang Yi qualche settimana fa con diplomatici Ue. I cinesi ritengono che Putin non si fidi di Trump: un compromesso sull’Ucraina sarebbe ancora di là da venire e nessun solco potrebbe essere scavato da Washington tra Mosca e Pechino, come pure auspicato dal segretario di stato Marco Rubio. il vicepresidente Usa ha minacciato sanzioni alla Cina per l’acquisto di greggio russo: «Il presidente sta valutando le sue opzioni prima di prendere una decisione», ha detto JD Vance a Fox News. Pechino, Nuova Delhi e Brasilia verrebbero così tutte punite per le importazioni di petrolio da Mosca da Trump, che s’impelagherebbe in una guerra commerciale con tre membri dei Brics. E se invece a scongiurarla sopraggiungesse un’intesa Trump-Putin sul cessate il fuoco in Ucraina? Ucraina, i volenterosi messi all’angolo devono decidere cosa fare Dazi e screzi Mentre navi della guardia costiera cinese (una seriamente danneggiata) e filippina si sono urtate attorno allo Scarborough Shoal conteso nel Mar cinese meridionale, oggi scade la sospensione di tre mesi dei super-dazi reciproci tra Stati Uniti e Cina, senza che Trump abbia ancora approvato ufficialmente la proroga (di altri 90 giorni) concordata dai suoi funzionari nell’ultimo incontro bilaterale a Stoccolma. Anche in questo caso, Pechino attende le mosse dell’avversario forte dei dati della sua economia e del suo export, che non hanno risentito dei dazi fin qui varati. Xi ha dichiarato che la Cina «sostiene gli sforzi per migliorare le relazioni bilaterali Russia-Stati Uniti e spera di vedere progressi nella risoluzione politica della crisi ucraina». Il presidente cinese che ha puntato tanto sulle relazioni con la Russia di Putin, sta facendo buon viso a cattivo gioco? Sta opponendo una sicurezza solo apparente all’ipotesi di détente Russia-Usa? Russia rifugio dall’Occidente: già 82 italiani hanno chiesto il “visto anti-woke” Secondo Shi Yinhong, quello in Alaska «non è un vertice cinese, né si basa su alcuna proposta o iniziativa cinese. Su questo tema, la Cina non può influenzare in modo significativo né gli Stati Uniti né la Russia». Tuttavia per il docente di Relazioni internazionali dell’Università Renmin (vicina al partito), «finché la Russia manterrà la sua posizione (negoziale) attuale, Trump non sarà in grado di attuare una politica di pacificazione nei confronti di Mosca. Al momento, data la politica estera russa, un riavvicinamento sostanziale e duraturo è impossibile. Ecco perché la Cina non sembra eccessivamente preoccupata». Dopo il faccia a faccia con Trump in Alaska, l’ex funzionario dei servizi segreti di quell’Unione Sovietica che tanto ha influenzato la Repubblica popolare cinese e il suo partito comunista riapparirà altre due volte accanto a Xi (49 in 13 anni): al summit della Shanghai Cooperation Organization e per lo spettacolo di potenza di piazza Tiananmen. Il gas usato come arma geopolitica: così Trump “espelle” la Russia dall’Ue