Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Questa serie del Blog Mafie è dedicata al maxi processo in occasione del trentunesimo anniversario della strage di Capaci


Le precise indicazioni del Gasparini circa il fornitore asiatico dell'eroina ne hanno consentito agevolmente l'identificazione in Koh Bak Kin, nato a Singapore il 25 ottobre 1945, tratto in arresto, all’aeroporto di Roma, il 6 novembre 1976 per detenzione di oltre venti chilogrammi di eroina, condannato, a seguito di sentenza della Corte di Appello di Roma del 15 Marzo 1978, alla pena di anni sei di reclusione, e rimesso in libertà nel 1980 per effetto di provvedimenti legislativi di clemenza. […] Nei confronti di Koh Bak Kin, quindi, veniva emesso, il 24 Maggio 1983, mandato di cattura per gli stessi reati contestati agli altri imputati.

Con rapporto del 29 6 1983, la Squadra Narcotici della Questura di Roma ed il Nucleo Centrale di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza, esprimevano il fondato convincimento che diversi episodi di traffico di stupefacenti avessero una matrice comune, nel senso che il fornitore dell'eroina non poteva essere altri che Koh Bak Kin.

Già si è visto come fosse assolutamente certa la provenienza della droga per quanto riguarda: il sequestro di kg. 4,600 di eroina a Francesco Gasparini, avvenuto a Parigi il 10 11 1981; il sequestro di kg. 9,430 di eroina ad Abbenante Michele, avvenuto a Roma il 21 10 1982; il sequestro di 233 kg. di eroina, nel canale di Suez, il 24 5 1983 (vicenda Palestini).

Altri episodi, a giudizio degli inquirenti erano da ricollegare a Koh Bak Kin e, cioè: il sequestro di kg. 1,295 di eroina e l'arresto di Colamaria Michele, avvenuti, il 21 10 1982, all'aeroporto Heathrow di Londra (il Colamaria aveva viaggiato sullo stesso aereo di Abbenante ed era di origine italiana, ma aveva acquisito la cittadinanza australiana); i1 sequestro di kg. 1 di eroina e l'arresto dello inglese Cottage Michael, avvenuti a Zurigo nel marzo 1983; il sequestro di kg. 2,500 di eroina e l'arresto dello statunitense Czebiniak Ronald William, avvenuti a Francoforte il 7 4 1983; il sequestro di kg. 1,670 e kg. 1,990 di eroina e l'arresto dei cittadini statunitensi Johnson Thomas Anthony e Bowman David Richard, avvenuti contemporaneamente all'aeroporto Fiumicino di Roma il 22 5 1983. Che tali episodi fossero tra loro collegati e che l'eroina fosse stata fornita da Koh Bak Kin risultava da una molteplicità di elementi, che possono così riassumersi: un informatore della squadra narcotici della questura di Roma aveva già segnalato l'esistenza di un'organizzazione di orientali, con a capo un cinese a nome "Kin", che forniva di droga l'Italia e che si avvaleva anche di un cittadino inglese a nome Thomas Alan.

L'informatore aveva anche fornito l'indirizzo, il numero di telefono e la casella postale di Bangkok utilizzati dal Kin e tali dati corrispondevano esattamente a quelli già forniti da Francesco Gasparini.

Durante una sua permanenza a Roma, nell'ottobre 1982, prima che venise emesso nei suoi confronti mandato di cattura, il Kin era stato pedinato da agenti della Squadra Narcotici e fotografato mentre effettuava una visita a Gianfranco Urbani, noto malavitoso della Capitale, dedito al traffico di stupefacenti. Il Johnson ed il Bowman, dopo il loro arresto, avevano iniziato a collaborare e, sulla scorta delle loro indicazioni, era stato rintracciato ed arrestato proprio quel Thomas Alan, […].

Appariva, dunque, essenziale acquisire maggiori notizie in loco sul cinese a nome "Kim"; per tale motivo, il colonnello Paolo Meccariello del nucleo centrale di polizia tributaria ed il dottor Giovanni De Gennaro, dirigente della squadra narcotici della questura di Roma, si erano recati in Thailandia, dove avevano acquisito una serie di preziose notizie, soprattutto in ordine al "Kim" che veniva identificato ancora una volta in Koh Bak Kin.

A parte quanto si è riferito sulle presenze alberghiere a Bangkok di Palestini Fioravante, Michele Abbenante, De Angelis Luana, La Molinara Guerino e Francesco Gasparini, si constatava, attraverso la documentazione esistente presso l'Ufficio immigrazione, la presenza a Bangkok anche di Thomas Alan (sette volte dal 1981 al 1982), Cottage Michael (quattro volte), Colamaria Michele (otto volte).

Per quanto attiene alle indagini dirette all'individuazione e localizzazione del "Kim", va rilevato che la casella postale P.O. Box 2081 (indicata dall'informatore e dal Gasparini) risultava effettivamente intestata all'odierno imputato Koh Bak Kin, mentre l'utenza telefonica, seppure intestata a persona diversa, era ubicata ad un indirizzo identico a quello fornito dal Kin all'atto della sottoscrizione del contratto per la casella postale; […] e mediante una capillare indagine investigativa, il Kin veniva localizzato a Bangkok.

Appare chiaro che tutti i soggetti di cui si è parlato facevano parte di una medesima organizzazione dedita al traffico internazionale di stupefacenti collegata col clan mafioso di Rosario Riccobono. Koh Bak Kin veniva tratto in arresto dalle Autorità Thailandesi e di notevole interesse si presentava la documentazione sequestratagli, che forniva obiettivo riscontro a tutte le precedenti indagini ed ai suoi collegamenti con "Cosa nostra".

Il Kin, senza attendere l'esito della domanda di estradizione formulata dal Governo Italiano, dichiarava spontaneamente e per iscritto di voler venire in Italia e di voler collaborare con la Giustizia e, giunto in Italia, ha reso ampie ammissioni e particolareggiate chiamate in correità che possono così sintetizzarsi: Anzitutto, circa la provenienza dell'eroina, ha riferito che la stessa gli veniva fornita da un cino thailandese a nome Tan Song, quello stesso che, nel 1976, gli aveva consegnato i venti chili di eroina sequestrati all'aeroporto di Fiumicino.

Del Tan Song, il Kin ha detto solamente che trattasi di un individuo alto m. 1,68, di circa quarant'anni, abitante a Bangkok o a Chang Mai, che utilizzava un'autovettura Volvo; ha precisato che trattavasi di importante intermediario, che aveva, oltre ad esso Kin, diversi altri canali per la commercializzazione della droga. Tan Song, a sua volta, si riforniva direttamente di eroina nel "Triangolo d'Oro" (Golden Triangle) e, cioè, nella zona a nord della Thailandia nella quale sono ubicate estese piantagioni d'oppio e vengono prodotte, in numerosi laboratori ad alta potenzialità produttiva, ingentissime quantità di eroina.

Il "capo dei capi" e, cioè, quello che controlla tutta la zona del triangolo d'oro, sarebbe "Kun Sa" (signore della guerra), il cui vero nome e Chang Chi Fu, un cinese di Taiwan.

Ha riferito, poi, che aveva conosciuto Gaspare Mutolo e Alan Thomas nel carcere di Sulmona, durante la sua detenzione per traffico di stupefacenti; scarcerato nel 1979 (dopo appena tre anni) per effetto del condono, aveva fornito ai due il numero della sua casella postale di Bangkok, dove aveva ricevuto numerosissime lettere del Thomas e del Mutolo.

Il primo invio di eroina in Italia da parte sua era avvenuto all'incirca nel settembre 1981; la droga era diretta a Gianfranco Urbani di Roma, detto "er Pantera", da lui conosciuto per il tramite di un certo "Pietro", a sua volta conosciuto per il tramite di Alan Thomas. Corrieri di Tan Song avevano portato la droga, in aereo, fino a Copenaghen, dove era stata prelevata e portata a Roma da Alan Thomas e da un italiano di cui non ricordava il nome. […] Egli, per altro, su indicazione del Mutolo, nel frattempo ammesso al regime di semilibertà, aveva già fatto la conoscenza di Francesco Gasparini, […]. In questo periodo e prima dell'arresto del Gasparini, egli era andato a Palermo con quest'ultimo e, a casa del Mutolo, aveva fatto la conoscenza di numerose persone, fra cui i fratelli Salvatore e Michele Micalizzi, un certo "Pino" e "Roberto"; quest'ultimo era un siciliano di circa quarant'anni, bruno, senza barba nè baffi, di corporatura robusta, che appariva come un personaggio molto autorevole del gruppo; aveva fatto la conoscenza, altresì, di un siciliano ancora più autorevole di "Roberto", cui anche questo ultimo si rivolgeva con deferenza e rispetto.

Nella riunione, si era discusso della fornitura di ingenti quantitativi di eroina da inviare in Italia per mezzo di navi procurate dai siciliani.

Dopo l'arresto del Gasparini, il posto di quest'ultimo era stato preso da Palestini Fioravante (noto a Kin come "Gabriele"), fattogli conoscere dal Mutolo a Roma; con Gabriele egli era andato a Palermo diverse volte, anche dopo l'arresto di Gaspare Mutolo e sempre a casa di quest'ultimo.

Lo scopo dei viaggi era quello di precisare l'accordo per la fornitura di eroina da trasportare via mare; agli incontri partecipavano "Roberto", i due fratelli Micalizzi e diversi altri siciliani; ma, l'ultima volta, "Roberto" gli aveva detto che Micalizzi erano partiti.

Il Kin ha precisato che generalmente all'aeroporto di Palermo veniva rilevato da un uomo bassino, titolare di un bar che, poi, aveva appreso essere stato ucciso (trattasi di Vincenzo Cannella). Inoltre, in questo periodo egli aveva fornito ad un corriere di "Gabriele", una prima volta (all'incirca nella estate 1982), quattro chili e mezzo e, una seconda volta, nell'ottobre 1982, nove chili e mezzo di eroina; non conosceva detto corriere, perchè non lo aveva incontrato, avendo egli consegnato la droga a "Gabriele", da cui era stato pagato. […] Il Kin ammetteva che, nella sua attività di trafficante di stupefacenti, era stato aiutato dai cinesi Chaing Wing Kenug e Ton Bock San, il cui vero nome, come ammetteva in seguito, era Lam Sing Choy. Verso la fine del 1982, "Pietro" lo aveva fatto incontrare con Gianfranco Urbani, al quale egli aveva contestato che era ancora creditore di cento milioni di lire in relazione alla partita di droga di tre chili, sequestrata a quel giovane ucciso. [...] Per quanto riguarda specificamente l’eroina sequestrata a Suez, il Kin ha fornito una ricostruzione dei fatti abbastanza dettagliata.

In diversi incontri, sempre a Palermo, nella casa di Gaspare Mutolo (nonostante l'arresto di quest'ultimo), si erano discussi tutti i particolari dell'operazione, con riferimento al percorso che la nave avrebbe seguito, al quantitativo di droga da consegnare, al prezzo da pagare ed alle modalità di pagamento dello stesso.

Si era convenuto che i siciliani avrebbero pagato in anticipo 150 chilogrammi di eroina ed altri 50 chilogrammi all'atto della ricezione della merce; inoltre, a titolo di regalo, non avrebbero pagato i nove chili e mezzo di eroina sequestrati a Roma (quella di Abbenante) e avrebbero acquistato un altro quantitativo di droga da distribuire ai membri dell'equipaggio.

Egli era andato due volte a Zurigo con Tan Song e si era incontrato con Gabriele, "Roberto" ed altri siciliani; una prima volta, aveva ricevuto circa 750.000 dollari e, una seconda volta, 500-600.000 dollari che aveva immediatamente consegnato a Tan Song, il quale, però, non si era incontrato coi siciliani.

Era sicuro che il danaro provenisse da banche di Lugano, perché, da un lato, era legato in mazzette con le fascette tipiche di Istituti di Credito; dall'altro, i siciliani, avevano chiesto che l'incontro avvenisse a Lugano ma egli aveva scelto Zurigo perché conosceva questa città, a differenza della prima. Era previsto, infine, che, dopo la ricezione della droga, sarebbe stato pagato il residuo prezzo, pari a 750.000 dollari.

Dopo la consegna del danaro, il "Gabriele" si era recato in Grecia e da lì gli aveva comunicato telefonicamente la partenza della nave, preannunziandone l'arrivo in Thailandia dopo 24/25 giorni.

Quindi Gabriele era giunto in Thailandia ed aveva alloggiato all'hotel Ambassador di Bangkok, poi in un albergo di Pattaya e, infine, all'hotel Dusyt Thani di Bangkok; in questo periodo aveva telefonato giornalmente in Grecia per avere notizie sul viaggio della nave.

Quando gli era stato comunicato che la nave stava per arrivare, egli ed il Gabriele, a bordo di un'autovettura procurata da Tan Song e guidata da un uomo di fiducia di quest'ultimo, si erano recati nel sud della Thailandia per raggiungere un'isola al largo di Pukhet; durante il viaggio si erano incontrati, in un villaggio chiamato Kotopa, con Tan Song e avevano proseguito insieme.

A Pukhet, egli, Tan Song ed il Gabriele si erano imbarcati su un peschereccio, mentre l'eroina era stata caricata su un altro peschereccio; in entrambi natanti vi erano numerosi uomini armati.

Raggiunta la nave, Gabriele vi era salito a bordo ed egli e Tan Song si erano allontanati rapidamente col loro peschereccio, non senza aver controllato che gli uomini dell'altro peschereccio stavano effettuando il carico dell'eroina.

Kin ha soggiunto di ignorare la provenienza delle armi trovate dalla polizia egiziana a bordo della nave, ma ha riferito che Tan Song aveva procurato una rivoltella a Gabriele, il quale temeva di essere ucciso durante la sua permanenza a bordo della nave. L'intesa era che egli sarebbe stato avvertito telefonicamente dell'arrivo della nave a destinazione; invece, aveva appreso dai giornali del sequestro della droga a Suez. […].

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