Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Questa serie del Blog Mafie è dedicata al maxi processo in occasione del trentunesimo anniversario della strage di Capaci


Nel 1982 vengono accertati altri trasferimenti di ingenti somme di dollari, attraverso un nuovo canale di intermediazione. Questa volta sono Della Torre, Rossini e Palazzolo che operano per il trasferimento di dollari. Si osservi che, secondo quanto dichiarato dall'Amendolito, il Tognoli ed il Miniati per conto del gruppo americano si erano già rivolti al Della Torre nel 1980-81 per operare detti trasferimenti, ma non avevano raggiunto l'accordo per la tangente troppo elevata richiesta dal Della Torre. Del resto pregressi contatti tra il Miniati ed il Della Torre si desumono dalla circostanza che entrambi hanno lavorato presso la Finagest. Il Rossini è il titolare della S.a. Traex, società finanziaria di Lugano, operante soprattutto nel campo delle operazioni su merci. Il Della Torre si rivolge al Rossini affinchè questi gli consenta di operare attraverso "i conti della Traex aperti presso due società di brokeraggio di New York, la Merryl Lynch e la Hutton. Il Rossini afferma che il Della Torre gli disse che operava per conto di ricchi clienti americani; in particolare gli precisò che le grosse somme con cui voleva compiere operazioni su merci sulla borsa di New York provenivano dalla vendita di stabili negli Stati Uniti, il cui ricavato non era stato dichiarato fiscalmente. Uno dei grossi clienti del Della Torre secondo le dichiarazioni del Rossini era il Palazzolo. Il Della Torre operava a mezzo della società P.G.K. Holding, che aveva sede negli stessi locali della Traex. Detta sede, e di conseguenza anche i locali della Traex, era abitualmente frequentata anche dal Palazzolo.

La partecipazione del Palazzolo alle operazioni di trasferimento si desume, oltre che dalla sua costante presenza nei locali della Traex e della P.G.K. e dalle dichiarazioni del Rossini secondo cui il Palazzolo era uno dei clienti del Della Torre che voleva trasferire denaro dagli Stati Uniti alla Svizzera, anche dalla circostanza che è il Palazzolo, che mette in contatto il Della Torre con Philip Salamone, colui che consegnerà materialmente in più occasioni il denaro "al Della Torre in New York, e uomo del gruppo Catalano-Ganci-Castronovo, ed inoltre il Palazzolo terrà continui contatti telefonici col medesimo Salamone. I trasferimenti di dollari ad opera del Della Torre iniziano nel marzo 1982. Il Della Torre si reca personalmente a New York, alloggia sempre in alberghi diversi, si muove quasi sempre con Philip Salamone, ed opera ingenti versamenti in contanti prima sul conto Traex presso la Merril Lynch, poi successivamente sul conto Traex presso la Hutton di New YorK. Durante tutti i soggiorni a New York il Della Torre è stato sotto osservazione della polizia americana, che ne riferisce al Giudice distrettuale con la postilla alla richiesta di mandati di cattura e con la clausola aggiunta ai mandati di perquisizione.

L'FBI ha accertato che i l Della Torre dal 24.3.1982 al 23.4.1982 ha effettuato diversi versamenti per la somma complessiva di 4,9 milioni di dollari presso la Merril Lynch e dal 27.4.1982 al 2.7.1982 versamenti per 5,2 milioni di dollari presso la Hutton per un totale di 10,1 milioni di dollari. Dal 6.7.82 al 27.9.1982 il Della Torre ha "effettuato ben undici versamenti per 8,25 milioni di dollari sul conto della "Acacias Development Corporation" presso la Hutton di New York. Si osservi che la Acacias era una società del Palazzolo, ovvero di fatto gestita dal medesimo. In totale quindi il Della Torre ha versato 18,3 milioni di dollari. Una parte di queste somme fu poi trasferita sul conto P.G.R. presso la Hutton.

Queste operazioni trovano in gran parte riscontro documentale nella documentazione della Traex prodotta dallo stesso Rossini. Da questa documentazione (v. fasc.commissione rogatoria al G.l. di Lugano del 13.12.1983 acquisizione documenti) risulta un flusso di accrediti in dollari per circa 8,5 milioni, in gran parte transitati dal Credito Svizzero di Chiasso. Di tali somme circa 3,4 milioni vengono trasferiti sul conto "Graziano" presso il Credito Svizzero di Chiasso di Della Torre Franco, circa 1,8 milioni vengono trasferiti sul conto 631770 presso la Unione Banche Svizzere di Bellinzona, intestato a tale Ajello Michelangelo; infine circa tre milioni di dollari risultano prelevati in contanti. Non è stato possibile effettuare il riscontro documentale per quanto riguarda i trasferimenti operati sui conti "della P.G.R. e della Acacias, in quanto la relativa documentazione, benchè sequestrata su richiesta di questo G.I., è tuttora giacente presso l'A.G. elvetica in attesa di definizione della pratica estradizionale di Palazzolo Vito.

Durante il periodo di osservazione del Della Torre è stato rilevato che ad ogni viaggio a New York mutava alloggio e ciò evidentemente per sfuggire ad eventuale sorveglianza. Il Della Torre era in stretto contatto con Philip Salamone. Questi, a sua volta, risultava in continuo contatto telefonico con Giuseppe Ganci e Salvatore Salamone. Successive investigazioni ed appostamenti consentiranno all'F.B.I. di accertare contatti diretti di Philip Salamone con Salvatore Grec~;(fratello di Leonardo Greco n.d.r.); un incontro con Castronovo e Mazzara presso la Sal's Pizza di Eptune City ed un incontro con persona sconosciuta presso la Pronto Demolition (soc. di Mazzurco, Bono e Ligammari).

Non vi possono essere dubbi, pertanto, circa la provenienza del denaro dal gruppo Ganci-Catalano-Castronovo, mentre la fantasiosa storia dei misteriosi clienti arabi narrata "dal Della Torre in accordo con il Palazzolo (peraltro priva di ogni riscontro) deve ritenersi un mero espediente difensivo privo di ogni fondamento. Tale versione, inoltre, è in contrasto con quanto dichiarato dal Rossini secondo cui il Della Torre gli avrebbe riferito che lui operava per clienti americani e per conto del Palazzolo. E tale circostanza trova una indiretta conferma in quanto dichiarato dal Palazzolo, secondo cui sarebbe stato il Della Torre a riferirgli che Ganci, Catalano e Castronovo erano personaggi, che avevano contatti vecchi da anni in certi ambienti finanziari del luganese. Qui il Palazzolo riferisce una circostanza vera, risultando la stessa aliunde, ma mente quando afferma di averla appresa dal Della Torre, in quanto, come risulta dalle indagini dell'F.B.I., egli era in continuo contatto telefonico con Philip Salamone, che era appunto un semplice galoppino del gruppo Ganci-Castronovo-Catalano. Allo stesso modo dalle dichiarazioni del Palazzolo risulta che anche il Rossini conosceva "don Peppino Ganci", proprietario di una catena di ristoranti in America, e lo stesso Rossini riferisce al Palazzolo che già in "precedenza in certi ambienti finanziari luganesi si era operato per trasferire capitali dagli Stati Uniti alla Svizzera.

La provenienza del denaro, le analoghe modalità di trasferimento, gli accertati rapporti del Della Torre con il Miniati, l'Amendolito ed il Tognoli, inducono a ritenere fondatamente che anche queste somme fossero destinate al medesimo gruppo mafioso, che era il gruppo Bono – Salamone, corrispondente in Italia del gruppo Catalano-Ganci-Castronovo.

In conclusione, alla stregua di quanto sopra esposto, risulta accertato documentalmente negli anni 80-81 e 82 un movimento di circa 30 milioni di dollari, proveniente dal gruppo Catalano-Ganci-Castronovo, transitante attraverso banche svizzere e destinato all'organizzazione criminosa operante in Milano, Roma e Sicilia, provento del traffico di stupefacenti.

Da elementi acquisiti a seguito di altre investigazioni sono emersi poi altri movimenti di denaro in Svizzera ed in Italia ricollegabili all'attività dell'organizzazione e relativi, verosimilmente, attesa l'elevatezza delle cifre, a riciclaggio di danaro proveniente da traffico di stupefacenti.

"In data 20 e 21 luglio 1982 vengono registrate sull'utenza palermitana intestata a Masi Adalgisa ed in uso a Salamone Nicolò due telefonate: la prima tra Nicolò Salamone e Renato Giussani, la seconda tra il medesimo Nicolò ed Alfonso Caruana. Il Salamone dice al Giussani che effettuerà un versamento su di un conto di questi in Svizzera, quindi il Giussani dovrà dare la somma ad una persona di cui fornisce l'utenza svizzera, utenza risultata intestata ad Alfonso Caruana. Nell'altra, il Salamone parla direttamente con Alfonso Caruana e gli annuncia che riceverà una telefonata del Giussani relativa alla somma da consegnare. Informazioni della polizia americana rendevano noto che proprio il 21.7.1982 veniva effettuato un versamento di 60.000 dollari sul conto Agape 220-168 del Credito Svizzero di Chiasso. La circostanza troverà, poi, conferma documentale a seguito dell'acquisizione della relativa documentazione bancaria a mezzo rogatoria internazionale. Il Giussani ha ammesso di essere il titolare del suddetto conto, di aver ricevuto il bonifico dal Salamone e di aver consegnato la somma di 60.000 dollari al Caruana, anche se "afferma di non conoscerne l'identità. Si consideri, inoltre, che nello stesso mese di luglio l'utenza del Caruana risulta chiamata da Parigi da tale Rocca, che è il falso nome con cui viaggiava Alfredo Bono.

Si evidenzia dunque la continuità dell'attività di riciclatore del Giussani che va dall'80 fino alla data dell'arresto, attività svolta in diretto contatto con i membri più influenti dell'associazione (Bono, Salamone). Al contempo emerge la presenza ed il ruolo, nell'ambito del riciclaggio, di Alfonso Caruana, membro della famiglia Caruana, strettamente legata alla famiglia Cuntrera di cui risulta il permanere dei contatti con i Salamone. Anche detti contatti risultano dalla documentazione bancaria acquisita (v. assegni di Cutrera A. incassati da Salamone) (rogatoria Zurigo).

Nei giorni del luglio 1982 in cui i fratelli Salamone si trovavano a Zurigo (dal 14.7 al 19.7 il Nicolò e fino al 22.7 Antonino) furono oggetto di sorveglianza da parte di agenti della D.E.A. (all.23 e segg. al rapporto). Gli stessi hanno avuto contatti telefonici con Caruana Alfonso e Giussani Renato, hanno viaggiato su di "un'auto intestata al Caruana, sono stati visti entrare in diverse banche ed incontrarsi personalmente con tale Garbani, impiegato della Sogenal (Banque Societè Alsacienne). Sentito come teste il Garbani ha precìsato che fratelli Salamone erano clienti della Sogenal, presso cui avevano conti e depositi, ed erano (o erano stati) clienti della V.B.S. di Horgen; che gli stessi movimentavano sui loro conti ingenti somme di dollari spesso provenienti da banche svizzere del Ticino, e che, a suo parere, i Salamone intrattenevano rapporti con parecchie grosse banche in Svizzera. La documentazione acquisita a mezzo rogatoria dalla Sogenal nonchè dalla V.B.S. di Horgen confermava quanto dichiarato dal Garbani in ordine alla presenza di conti intestati ai due fratelli ed alla loro movimentazione. In particolare si notavano rimesse per somme ingenti (400.000/500.000 dollari), si notava anche un accredito di 400.000 dollari proveniente dalla Discount Bank di Lugano, banca sulla quale operava abitualmente Nunzio Guida, il quale alla stregua delle dichiarazioni del Garavelli, risulta strettamente legato a Salamone A., nel grosso affare di droga progettato in Brasile.

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