Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo a questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Per circa un mese pubblichiamo ampi stralci del resoconto dei lavori della Commissione parlamentare d’inchiesta della X Legislatura che per prima provò a ricostruire l’operazione Gladio. Nelle conclusioni della Commissione resta una frase che pesa più delle altre: «Persistono elementi di ambiguità e reticenza nel rapporto tra struttura e istituzioni democratiche». È il linguaggio della politica per dire che qualcuno mentì


Secondo documenti successivamente acquisiti dal Comitato il reclutamento del personale «esterno» di «Gladio» ha avuto il seguente andamento:

Anno 1958 Reclutati 22 Forza effettiva 22

1959 38 60

1960 51 111

1961 31 142

1962 26 168

1963 34 202

1964 34 236

1965 38 274

1966 23 297

1967 14 311

1968 17 328

1969 13 341

1970 7 348

1971 25 373

1972 10 383

1973 12 395

1974 3 398

1975 7 405

1976 17 422

1977 24 446

1978 29 475

1979 13 488

1980 13 501

1981 16 517

1982 13 530

1983 21 551

1984 12 563

1985 6 569

1986 7 576

1987 10 586

1988 15 601

1989 5 606

1990 16 622

Com’è evidente, il dato numerico relativo alla «forza effettiva» di ciascun anno costituisce la somma dei reclutati dell’anno e della «forza effettiva» dell’anno precedente.

Si tratta, dunque, di un dato approssimato per difetto, perché (come del resto è detto in una nota apposta al documento in questione) non tiene conto né dei transiti alla posizione di «riserva», né dei decessi. Come accennato, anche gli assetti organizzativi della «struttura esterna» di «Gladio» sono mutati più di una volta nel corso degli anni.

Nonostante che i dati relativi siano «frammentati» in un gran numero di documenti, è stato possibile ricavare una ricostruzione ragionevolmente concisa, grazie anche a quadri di riepilogo richiesti ed ottenuti dal Sismi. Dalle risultanze documentali emerge, pertanto, che: nel periodo 1959-fine anni ’60 la struttura esterna di «Gladio» era programmata su 5 «Unità di pronto impiego» (UPI) e su 40 «Nuclei» di varia specializzazione. Le «UPI» erano denominate: «Stella Alpina» (articolata su un Comando e 8 formazioni della forza prevista di 124 uomini ciascuna, per una forza prevista totale di 1000 unità); «Stella Marina» (articolata su un Comando e 4 «Settori», per una forza complessiva prevista di 200 unità); «Rododendro», «Azalea» e «Ginestra» (con ordinamento interno non definito ed una forza prevista di 100 unità ciascuna).

I quaranta nuclei previsti si articolavano ciascuno su quattro uomini (un comandante, un vicecomandante e due operatori) e, secondo la destinazione funzionale, erano ripartiti in: 6 nuclei «I» (Informazione); 10 nuclei «S» (Sabotaggio); 6 nuclei «P» (Propaganda); 6 nuclei «EE» (Evasione-Esfiltrazione) e 12 nuclei «G» (Guerriglia).

La forza complessiva prevista dei 40 nuclei ammontava a 160 uomini. Non si hanno in atti riscontri sulla forza effettiva della struttura esterna della «Gladio» nel periodo considerato. Deve, però, osservarsi che, secondo l’andamento dei reclutamenti illustrato nel paragrafo precedente, il numero complessivo dei reclutati, alla fine del 1969, ammontava a 341 unità.

Si deve, altresì, ricordare che il citato appunto denominato «Le Forze speciali del SIFAR e l’operazione Gladio», al paragrafo IV, punto 7, descrive in dettaglio la costituzione delle cinque «Unità di guerriglia di pronto impiego in regioni di particolare interesse», rappresentandone la «consistenza attuale» e quella tendenziale o programmata. In particolare, per la UPI «Stella Alpina», «riallacciantesi alla preesistente organizzazione Osoppo», si indica, come si è accennato dianzi, una « consistenza attuale » di «circa 600 uomini e tendente a 1.000 unità di pronto impiego, più altre 1.000 mobilitabili»; per «Stella Marina», «riallacciantesi alle preesistenti organizzazioni “Giglio” e “Giglio II”», si fa riferimento ad una «forza programmata di 200 unità». Per le altre tre UPI — «Rododendro», «Azalea» e «Ginestra» — si prefigurano, infine, 100 più 200 unità ciascuna.

Poiché tali dati apparivano eccessivi se confrontati con l’affermazione secondo la quale le persone reclutate per l’organizzazione «Gladio», al 1959, erano 60 ed in totale, dal 1956 al 1990, sono state 622, nel corso dell’audizione del 29 novembre 1990 alla Commissione parlamentare d’inchiesta sul terrorismo in Italia e sulle cause della mancata individuazione dei responsabili delle stragi, il generale Inzerilli, allora Capo di Stato maggiore del Sismi, è stato chiamato a pronunciarsi al riguardo. In particolare, egli ha affermato che con l’appunto ricordato «probabilmente chi lo ha compilato voleva fare bella figura. Ben più veritieri rispetto a questi numeri “al lotto” sono gli elenchi nominativi (...). Il numero vero è quello di 622, non si scappa».

Ha chiarito, inoltre, che «le unità di pronto impiego o, come altre volte sono state chiamate, di guerriglia sono tutte ricomprese nelle 622 persone» e che le cifre riportate nel citato appunto del 1959 debbono ritenersi «previsioni e dati tendenziali», piuttosto che « numeri corrispondenti alla realtà dei fatti».

Nel periodo primi anni ’70-1976 venivano istituite altre due UPI (« Garofano » e « Primula »), di cui, peraltro, non si definiva né l’ordinamento interno né la forza organica. Le «UPI» preesistenti rimanevano immutate in ogni loro aspetto, salvo una lieve diminuzione della forza prevista per la UPI « Stella Marina », che passava da 200 a 166 unità. Più profondamente veniva modificata l’organizzazione dei nuclei. I nuclei «I» e «P» erano unificati in 14 nuclei «I-P».

I nuclei «S» da 10 divenivano 14 e i nuclei «G» da 12 divenivano 14. Ciascun nucleo aveva ora la forza prevista di 5 persone in luogo di 4, sicché la consistenza complessiva prevista dei nuclei diventava di 210 unità. Venivano inoltre costituiti 7 « Settori E-E », strutturati su tre « tronchi »; la consistenza di ciascun settore è di 16 unità, per un totale previsto di 112 persone.

Il reclutamento complessivo di «Gladio», a tutto il 1976, ammontava a 422 unità, secondo i dati di reclutamento già citati. Con riferimento al periodo considerato, il Comitato ha acquisito alcuni dati (elaborati probabilmente nei primi anni settanta) relativi alla consistenza effettiva delle varie articolazioni e comprendenti i nomi del personale interessato.

Da essi risulta quanto segue: la « UPI » « Stella Alpina » aveva una forza reale di 97 persone, in luogo delle 1.000 previste; la « UPI » « Stella Marina » di 25 persone, in luogo delle 166 previste; la «UPI» «Rododendro » di 15 persone, in luogo delle 100 previste; la « UPI » « Azalea » di 13 persone, in luogo delle 100 previste; la « UPI » « Ginestra » di 9 persone, in luogo delle 100 previste; la «UPI» « Primula » di 10 persone, in mancanza di previsioni teoriche di forza; la «UPI» «Garofano» di 3 persone, in mancanza di previsioni teoriche di forza.

Per quanto riguarda i Nuclei, nel periodo di riferimento risultano costituiti 11 nuclei «I-P» (in luogo dei 14 previsti) con una forza reale complessiva di 24 unità (in luogo delle 70 previste); 10 nuclei «S» (in luogo dei 14 previsti) con una forza reale complessiva di 21 unità (in luogo delle 70 previste); 11 nuclei «G» (in luogo dei 14 previsti) con una forza complessiva reale di 26 unità (in luogo delle 70 previste).

Per quanto riguarda i « Settori Evasione ed Esfiltrazione » ne risultano costituiti 4 in luogo dei 7 previsti, con una forza effettivamente impiegata di 16 persone in luogo delle 112 complessivamente previste. Per ragioni di completezza, deve aggiu gersi che il « 1° Settore E-E » del Friuli-Venezia Giulia impiegava anche 13 unità in qualità di « guide, intermediari, custodi di case sicure ».

In sintesi, dunque, nel periodo considerato sono stati costituiti: le 7 UPI previste, con una forza effettiva di 172 unità a fronte di una previsione di 1466; 32 dei 42 Nuclei previsti, con l’impiego di 72 unità a fronte di una previsione di 210; 4 dei 7 Settori « Evasione-Esfiltrazione », con l’impiego di 29 unità a fronte di una previsione di 112.

Nel periodo 1976-1990 la struttura risulta profondamente rimaneggiata a seguito dell’entrata in vigore della più volte citata «Direttiva sulla guerra non ortodossa nei territori occupati dal nemico». Risultano programmate: 13 Unità di guerriglia (UDG), ordinate su un comando composto da 5 uomini e 4 o 5 formazioni composte da 25 uomini, per una forza complessiva media prevista di 1.505 uomini; 105 « Reti di azione clandestina » (RAC), ordinate su un comando di 5 uomini e 4 nuclei « S », «E», «I», «P» di 5 uomini ciascuno, per una forza complessiva prevista di 2.625 uomini; 8 Nuclei infiltrazione-esfiltrazione, su 5 uomini ciascuno, per una forza complessiva prevista di 40 persone.

In relazione al periodo considerato, il Comitato ha acquisito gli «ordini di battaglia» elaborati in base alle citate «Direttive sulla guerra non ortodossa». Essi non comprendono gli organi grammi delle «Unità di guerriglia» (UDG), in quanto sprovviste di personale, perché previste solo con «priorità 3» nella pianificazione operativa.

Gli «ordini di battaglia» (emanati per ciascuna area geografica considerata) comprendono, invece, gli organigrammi delle «Reti di azione clandestina» (RAC) comprese nell’area di riferimento, corre dati dai nominativi delle persone impiegate. Nell’area lombardo-veneta risultano costituite 21 RAC, che hanno impiegato complessivamente 426 persone, di cui 164 effettivi, 205 in riserva, 54 deceduti e 3 «congelati». Nell’ambito della RAC di Udine sono costituiti 5 Nuclei «I-E», il cui personale rientra nel computo precedente.

Nell’area di nord-ovest, sono costituite 9 RAC, che hanno impiegato 57 persone (20 effettivi, 32 riserve, 5 deceduti); nell’area centro nord, 6 RAC, con 21 persone (1 effettivo, 18 riserve, 2 deceduti); nell’area centro-sud, 6 RAC, con 30 persone (2 effettivi, 25 riserve, 3 deceduti); nell’area sud, 7 RAC, con 27 persone (3 effettivi, 23 riserve, 1 deceduto); nell’area Sicilia, 3 RAC, con 11 persone (6 effettivi e 5 riserve); nell’area Sardegna, 4 RAC, con 50 persone (19 effettivi e 31 riserve).

Nel complesso, all’atto dello scioglimento della struttura, risulta vano costituite: nessuna UDG sulle 13 previste e, quindi, nessun uomo impiegato in luogo dei 2505 previsti; 61 RAC in luogo delle 105 previste; 5 Nuclei sugli 8 previsti. RAC e Nuclei hanno impiegato (in luogo dei 2.625 uomini previsti) 622 persone, di cui 215 effettivi, 339 in riserva, 65 deceduti e 3 « congelati ».

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