Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo a questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Per un mese pubblichiamo ampi stralci della prima grande inchiesta di Giovanni Falcone, l’ordinanza di rinvio a giudizio “Rosario Spatola e altri” del 1980


Il 13 agosto 1979, perveniva all’aeroporto internazionale JFK, di New York, con il volo Alitalia 610, partito da Palermo, un pacco di effetti personali del peso lordo di Kg. 16, diretto a Maria Canale, residente in 1571 De Kalb Avenue, Brooklyn, New York.

I tentativi della Compagnia aerea Alitalia di mettersi in contatto con la Canale per la consegna del pacco davano esito negativo, poiché la stessa non veniva rintracciata. Mittente del pacco risultava Salvatore Sanzone viale Lazio, 157 Palermo, ma la bolla di spedizione compilata all’aeroporto Punta Raisi di Palermo l’11 agosto 1979 risultava firmata da Maria Gallina (Vol. XVIII Atti Generali f. 15).

Il 28 agosto 1979, veniva rinvenuto nel magazzino merci dell’Alitalia di New York un diverso pacco che aveva lo stesso numero di bolla aerea di spedizione del primo e che, all’interno, conteneva carta.

Lo stesso giorno, 28 agosto 1979, perveniva all’Aeroporto suddetto un altro pacco di effetti personali diretto a Maria Canale, spedito da Punta Raisi il 27 agosto 1979 da Salvatore Sanzone, che stavolta, sottoscriveva la bolla di spedizione (Vol. XVIII, AG, f. 14). Il pacco, che era giunto a New York col volo 602, proveniente da Palermo veniva depositato alle ore 4 del 28 agosto nel magazzino merci Alitalia n. 132 A, ma un controllo eseguito dopo le ore 8 per rintracciarlo, dava esito negativo. Era evidente che il pacco era stato spostato; infatti, una perquisizione eseguita dagli Agenti Dea e da funzionari della dogana consentiva di individuarlo nel magazzino 1470.

Aperto il pacco, si accertava che lo stesso conteneva nove kg di eroina conservata in contenitori di plastica di talco per neonati Felce Azzurra.

È ben chiara la complicità di alcuni degli impiegati del magazzino merci dell’Alitalia dell’aeroporto JFK di New York ed è altrettanto evidente che qualcuno di essi ha collaborato, successivamente, con gli agenti Dea; infatti, l’ufficio Dea di Roma, il 14/12/1979, informava la D.A.D. (Direzione Antidroga), che, a seguito del rinvenimento dell’eroina, tre impiegati dell’Alitalia di New York, Gerald Castaldo, Paul Zinerco e John Egitto erano stati sottoposti a "stringenti" interrogatori da siculo-americani, nella sede del Club Santa Rosalia di New York e che, alla fine, erano stati riconosciuti immuni da colpa; tra i siculo-americani vi erano Giuseppe Vallelunga (N. 101 dell’elenco imputati), Fortunato Inzone (N. 102) e Salvatore Gallina (N. 59).

Su tali episodi di traffico di stupefacenti la Dea ha riferito con rapporti del 2 settembre 1979 (...), del 29 settembre 1979 (...), del 30 settembre 1979 (...), del 3 ottobre 1979 (...), del 17 ottobre 1979 (...), del 25 ottobre 1979 (...), del 2 novembre 1979 (...), del 25 marzo 1980 (...), del 26 marzo 1980 (...); detti rapporti costituiscono forte preziosa sul concreto articolarsi del traffico di stupefacenti fra Palermo e gli Usa

La Dea aveva individuato una tecnica di importazione di eroina negli Usa consistente nell’invio della stessa da Palermo mediante pacchi registrati come contenenti effetti personali e diretti a persone inesistenti, indicate come residenti nell’area urbana di New York; pertanto, aveva sollecitato la Dogana di quella città ad intensificare i controlli sui pacchi contenenti effetti personali provenienti da Palermo.

Il sequestro dei nove chili di eroina ha costituito conferma dei sospetti della Dea e, nello stesso tempo, ha impedito il protrarsi di tale tecnica di importazione dell’eroina negli Usa; infatti, altri metodi, come appresso si vedrà, sarebbero stati elaborati per eludere i controlli doganali.

Il 29 agosto 1979, il sovrintendente dell’ufficio merci Alitalia, Bruno Sabbatini, informava l’Agente Dea Gartland che l’impiegato Frank Rolli gli aveva chiesto di cambiare il proprio turno di lavoro da quello 8-16 a quello 24-8 per il mese di agosto 1979; il Sabbatini, però, aveva respinto la richiesta non ritenendola sufficientemente motivata. (...). Inoltre, un altro sovrintendente, Vincent Steffunici, riferiva di aver notato impiegati confabulare tra loro, l’ex impiegato Alitalia Paul Zinerco, e gli impiegati Frank Rolli e John Egitto, quest’ultimo con orario di lavoro 24-8. (...).

Il 26 settembre 1979, un altro impiegato, Gerald Castaldo, confermava, rendendo ampia confessione, i sospetti della Dea sulla complicità di alcuni impiegati del magazzino merci Alitalia nel traffico di stupefacenti. (...).

Il Castaldo riferiva che era stato informato dall’Egitto che il Rolli, non avendo potuto cambiare il proprio turno di lavoro, gli aveva offerto un compenso per cambiare di posto i pacchi contenenti eroina; soggiungeva che, alla fine dell’agosto 1979, Egitto, Rolli e Zinerco avevano richiesto la sua collaborazione per acquisire documentazione che confermasse l’avvenuto sequestro da parte della Polizia dei nove chilogrammi di eroina e che Zinerco gli aveva detto di essere stato torturato da coloro che avrebbero dovuto ricevere la droga, i quali credevano che la stessa non fosse stata sequestrata, bensì che fosse stata sottratta dagli impiegati del magazzino merci Alitalia. Lo Zinerco gli aveva mostrato i segni sul collo della tortura subita.

Infine, il 29 settembre 1979, dopo un interminabile discorso con cui esprimeva timori per l’incolumità della sua persona e dei membri della sua famiglia, John Egitto, interrogato dagli agenti Gartland e Castillo, decideva di collaborare (...).

Riferiva che, su istigazione di Frank Rolli, che gli aveva promesso un compenso di 10.000 dollari, aveva localizzato, il 13 agosto 1979, nelle prime ore del mattino, il pacco, proveniente da Palermo, di cui alla bolla di spedizione 50597956.

Durante il successivo turno di lavoro (14 agosto 1979), su istruzione di Rolli, aveva confezionato un pacco sostitutivo di quello da lui individuato (che, nel frattempo, era sparito), confezionandolo secondo le direttive del Rolli.

Il 28 agosto 1979, egli, sempre in base alle direttive del Rolli, aveva spostato il secondo pacco proveniente da Palermo, dal contenitore A 132 a quello C 147. Dichiarava che aveva ricevuto dal Rolli l’ordine di spostare il carico per evitare che fosse individuato durante una delle solite ispezioni doganali.

Dopo il sequestro dell’eroina, egli, a seguito di invito del Rolli, si era incontrato con quest’ultimo e con Paul Zinerco ed aveva appreso che i destinatari del l’eroina sequestrata volevano parlare con essi. Zinerco gli aveva spiegato che questi ultimi sospettavano che l’eroina, anzichè sequestrata, fosse stata sottratta dagli impiegati Alitalia.

Pertanto, egli, Zinerco e Rolli avevano seguito, ognuno a bordo della propria autovettura, un italiano e, giunti davanti ad un edificio sito a Queens (New York), Zinerco si era allontanato, mentre egli e Rolli, entrati in un appartamento sito nell’edificio di cui sopra, erano stati pressantemente interrogati da cinque individui che avevano addebitato ad essi la perdita del carico di eroina, del valore di 700.000 dollari.

Nelle settimane successive, peraltro, egli, per mezzo del Castaldo, era riuscito ad ottenere i documenti comprovanti che l’eroina era stata effettivamente sequestrata. Anche l’Egitto dichiarava di avere appreso da Zinerco che quest’ultimo era stato torturato. Tali risultanze chiaramente dimostrano la responsabilità dell’Egitto, dello Zinerco e del Rolli nei due episodi di traffico di eroina del 13 e del 28 agosto 1979.

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