Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo a questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Per un mese pubblichiamo ampi stralci della prima grande inchiesta di Giovanni Falcone, l’ordinanza di rinvio a giudizio “Rosario Spatola e altri” del 1980


Il Rolli, per la sua opera, chiedeva 30 mila dollari indipendentemente dal quantitativo di eroina da spedire e l’Adamita gli rispondeva che aveva bisogno di parlarne con altri; fissavano, quindi, un altro appuntamento, per la successiva domenica 9 marzo 1980, alle ore 12, al caffè Milleluci di Brooklyn.

Il giorno successivo o due giorni dopo, il Rolli riceveva conferma telefonica dell’appuntamento e, dopo di essersi incontrato con l’agente DEA Falvey, si recava al Caffè Milleluci, nel giorno e nell’ora fissata. Ivi si incontrava con Emanuele ADAMITA e, poco dopo, sopraggiungeva Giuseppe Gambino, il quale, poiché il locale era affollato, suggeriva di spostarsi al ristorante Del Rio.

Il Rolli vi si recava da solo e, dopo 15-20 minuti, vedeva sopraggiungere, con la stessa macchina, Giuseppe Gambino ed Emanuele Adamita. I tre si sedevano ad uno stesso tavolo ed il Rolli ripeteva al Gambino le modalità per l’invio della droga, che aveva già suggerito all’Adamita.

Insisteva, soprattutto, sulla necessità di non spedire l’eroina da Palermo.

L’Adamita, allora, diceva che avrebbe fatto partire la droga da Milano, dove vi era una persona che lo poteva aiutare, e, quando il Rolli ribadiva l’esigenza che il destinatario della merce (indicato sui colli e nei documenti di spedizione) fosse effettivo, faceva il nome della ditta Arcobaleno Italiano, dove lavorava un suo amico (un certo Cesare), che non sapeva nulla del traffico, ma che avrebbe potuto avvertirlo dell’arrivo dei pacchi.

Si discuteva anche del fatto che la droga doveva viaggiare in pacchi sigillati per eludere il controllo dei cani antidroga, utilizzati all’aeroporto Kennedy, ed Emanuele rispondeva che i contenitori si potevano saldare. A questo punto, l’Adamita chiedeva al Rolli di accompagnarlo nel suo viaggio in Italia, perchè, con la sua esperienza, avrebbe semplificato le operazioni di spedizione della droga, ed il Gambino approvava l’idea; il Rolli acconsentiva a partire con l’Adamita.

Quanto al compenso richiesto dal Rolli in 30 mila dollari il Gambino diceva che gli avrebbe fatto sapere qualcosa in merito, poiché era sua intenzione di richiedere quattro o cinque chili di droga ma, data l’entità del compenso richiesto, avrebbe dovuto accertare se vi era possibilità di invio di una maggiore quantità di eroina.

I tre si lasciavano con l’intesa che l’Adamita avrebbe telefonato a Rolli per comunicargli le decisioni del Gambino e, il martedì 11 marzo 1980, gli telefonava dicendogli che si sarebbero dovuti rivedere.

Il Rolli, dopo di essersi consultato con l’Agente Falvey, telefonava all’Adamita ed il contenuto della telefonata, registrata, è del seguente tenore:

E.A.: Tiffany.
F.R.: Pronto, sono Franco. C’è Emanuel?
E.A.: Franco, come stai?
F.R.: Bene, dimmi, possiamo parlare al tuo telefono o no?
E.A.: Sì.
F.R.: Sei sicuro?
E.A.: Sì, telefoni da un telefono pubblico?
F.R.: Sì, O.K.. Ascolta. Ho tutto pronto per il viaggio che dobbiamo fare, ma questa mattina è caduta un po’ d’acqua dove io lavoro, sono venute delle persone, capisci? Ora, stavo pensando sei sicuro che possiamo parlare?
E.A.: Certo, stiamo parlando di mastice, cose, il nostro lavoro.
F.R.: Ora, pensavo di andar via per due o tre giorni. E dato che ho trovato del mastice sul pavimento, non voglio fare allarmare nessuno dicendo chi parte e chi no. Capisci?
E.A.: Capisco.
F.R.: Ora, ti voglio parlare e dirti qualcosa. Possiamo parlare per telefono?
E.A.: No. Ci vediamo.
F.R.: Ci vediamo?
E.A.: Sì.
F.R.: Io e te?
E.A.: Sì.
F.R.: Allora, quando ci vediamo? Dimmelo.
E.A.: Stasera.
F.R.: Stasera?
E.A.: A che ora finisci?
F.R. Dunque, finisco di lavorare; dammi il tempo di cenare, poi sarò pronto.
E.A.: Ci vediamo alle venti.
F.R. Dimmi dove.
E.A.: Al "Luci".
F.R.: Preferisco aspettarti in macchina.
E.A.: Al "Luci" va bene.
F.R.: Al "Luci".
E.A.: Alle venti precise!
F.R.: Ciao.

La chiave di lettura di tale telefonata è semplicissima e, del resto, è stata spiegata dal Rolli.
Egli cercava di non partire con l’Adamita per l’talia e, quindi, approfittando del fatto che, quella mattina, era stata sequestrata droga (marijuana o hashish) all’aeroporto Kennedy, voleva far credere all’Adamita che, se si fosse allontanato per due o tre giorni dal suo posto di lavoro dopo tale sequestro, avrebbe destato dei sospetti sulla sua persona. Tale tentativo però non gli riusciva.

Verso le venti e trenta di quel giorno (martedì 11.3.1980), si incontrava coll’Adamita al Caffè Milleluci e, a richiesta di quest’ultimo, si recava al ristorante Villa Berghese, dove Giuseppe Gambino li attendeva. Quest’ultimo diceva che l’eroina da spedire era circa nove, dieci chili e, rivolto ad Emanuel, diceva che, all’arrivo in Italia, qualcuno si sarebbe messo in contatto con lui ed allora avrebbe conosciuto la quantità precisa.

Comunicava anche al Rolli che avrebbe ricevuto un anticipo per le spese, che sarebbe stato prelevato dall’Adamita presso il night “Valentino”.

Il Rolli comunicava immediatamente l’oggetto dell’incontro agli agenti Dea.

Il giorno successivo (mercoledì 12 marzo 1980) Adamita e Rolli, previa intesa telefonica, si incontravano al Golden Dove, verso le ore 23,30. Li Adamita, dopo avergli detto "ormai sei dei nostri" e che l’affare era molto importante, gli comunicava che i ragazzi e Saro (evidentemente, Rosario Gambino, col quale e con l’Adamita il Rolli aveva avuto rapporti nell’agosto e settembre 1979 per il traffico di eroina) gli mandavano i loro saluti.

Gli diceva, ancora, che non aveva potuto prendere il denaro che il Rolli aveva chiesto come anticipo e gli fissava un appuntamento per l’indomani allo stesso posto.

L’indomani (giovedì 13 marzo 1980), però, essendovi una forte tempesta di neve, il Rolli non andava allo appuntamento.

Il venerdì (14 marzo 1980), l’Adamita telefonava al Rolli e gli diceva di recarsi al Caffè Italia e di rivolgersi ad un uomo anziano che stava alla casa, che gli avrebbe consegnato una busta, contenente il denaro, chiesto dal Rolli come anticipo per le spese.

Stabilivano che si sarebbero visti la sera all’aeroporto per partire per Milano.

Il Rolli, dopo di aver riferito la telefonata all’agente Falvey, si recava al Caffè Italia e chiedeva all’uomo anziano che stava alla cassa se Emanuel avesse la sciato qualcosa per lui.

L’interlocutore, dopo di avergli chiesto se si chiamava Frank, gli consegnava una busta. Il Rolli consegnava subito dopo la busta all’agente Falvey e si accertava che la stessa, conteneva denaro ($2.360). Quella stessa sera, Rolli prendeva con Adamita, verso le ore 19,30, il volo Alitalia n. 603 New York Milano; viaggiavano seduti in due posti attigui. Con lo stesso volo partivano due agenti DEA, fra cui l’agente Falvey.

Durante il viaggio, Rolli e Adamita discutevano circa la merce che avrebbe dovuta essere acquistata per dissimulare l’eroina, ed il secondo mostrava al primo un bịglietto a stampa relativo alla ditta Arcobaleno Italiano che, secondo gli accordi, avrebbe dovuto essere l’apparente destinataria dei pacchi.

Adamita comunicava, inoltre, al Rolli che egli avrebbe alloggiato a casa del fratello o della madre, mentre il secondo avrebbe alloggiato in Albergo.

Gli diceva, ancora, che, secondo le istruzioni ricevute da Giuseppe Gambino, non avrebbe potuto partecipare agli incontri che esso Adamita avrebbe avuto a Milano con altre persone, ma soggiungeva, che si trattava di qualcuno della Knickerbocker Avenue, e cioè di quella stessa zona in cui abitavano le persone con cui aveva il Rolli aveva avuto rapporti nel precedente episodio di traffico di eroina.

L’Adamita, inoltre, dava al Rolli il numero di telefono della casa dei propri familiari e, immediatamente, il Rolli annotava tale numero su un tovagliolo di carta, che consegnava, in aereo, agli Agenti Dea.

L’indomani mattina, i due atterravano all’aeroporto Malpensa di Milano e, a bordo di un taxi, si recavano a casa della madre e della sorella di Emanuele Adamita, a Vanzaghello.
Ivi, venivano raggiunti da Domenico Adamita e, poco dopo, andavano a casa dell’altro fratello, Antonio Adamita, dopo che Domenico aveva detto alla sorella che, chiunque avesse chiamato, essa avrebbe dovuto farlo telefonare a casa di Antonio.

In quest’ultima abitazione, dopo il pranzo, Emanuele riceveva una telefonata con cui gli si fissava un appuntamento, per la sera, al ristorante Vecchio Quattrocento e, poichè non aveva compreso bene il luogo dell’appuntamento, passava la telefonata al fratello Antonio, che, essendo del luogo, comprendeva subito l’ubicazione del ristorante.

Rolli veniva accompagnato da Antonio Adamita all’hotel Astoria di Busto Arsizio, verso le sedici o diciassette.

Immediatamente, avvertiva per telefono la Dea di Milano dell’appuntamento al ristorante “Vecchio Quattrocento”.

Quella stessa sera, verso le ventitré, veniva raggiunto in albergo da Antonio ed Emanuele Adamita, i quali, piuttosto tesi, gli dicevano che adesso dovevano stare ancora più attenti poiché l’eroina da spedire era di ben quaranta chili.

Emanuel gli comunicava che le persone con cui aveva cenato, erano a Milano per la spedizione della droga e di esse nominava soltanto certo “Masino”; gli riferiva che l’indomani, domenica 16 marzo 1980, ci sarebbe stato un altro incontro.

L’indomani, Rolli apprendeva da Adamita Antonio ed Emanuele che l’eroina era giunta con un furgone, scortato da un taxi e che la droga si trovava nella autorimessa della casa di Antonio.

Il lunedì, il Rolli veniva accompagnato da Antonio Adamita in un negozio di abbigliamenti e in un altro di dischi per l’acquisto della merce da riporre nei pacchi per dissimulare l’eroina.
Quindi, Antonio Adamita, comprava bacchette per saldature di contenitori di zinco per l’eroina.

Al ritorno, verso le ore 12,30, il Rolli, con tutti e tre i fratelli Adamita, si recava in Piazza Duomo, dove vi era un appuntamento con qualcuno; Domenico e il Rolli, però, rimanevano in macchina.

Gli altri due ritornavano do circa mezzora e tutti quanti, poi, facevano ritorno a Vanzaghello.
Durante il viaggio, Emanuele dava denaro (dollari U.S.A.) al fratello Antonio, per le spese.

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