INCHIESTA SULLE DROGHE

I sommersi e i salvati: storia delle terapie per la tossicodipendenza

Dall’approccio fondato sul carcere e gli ospedali psichiatrici ai centri di riabilitazione: l’evoluzione incerta delle cure 

  • Negli Cinquanta e Sessanta l’approccio prevalente è quello di trattare il drogato come un criminale o un malato psichiatrico, la dipendenza è vista come un problema di debolezza psicologica o inclinazione a delinquere. 
  • Poi nascono i primi centri di riabilitazione, ma con molte contraddizioni: il drogato deve espiare la sua colpa, più che trovare le forze e gli strumenti per uscire da una situazione di cui ha perso il controllo. 
  • Negli anni Settanta e Ottanta si afferma l’idea che dalla droga bisogna uscire da soli, anche il metadone viene somministrato in dosi basse per timore che si sostituisca l’eroina con una “droga di stato”, ma così l’intervento risulta meno efficace. 

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