- Il 2 dicembre 2020 è la data di una storica inversione di marcia della macchina del controllo internazionale sulle droghe, sancita dal voto dell’Onu sulla raccomandazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sulla declassificazione della cannabis.
- La decisione della Commission on Narcotic Drugs dell’Onu cancella due tabù, quello sulla cannabis e quello dell’immodificabilità delle convenzioni, ma anche perché la massima autorità sanitaria mondiale è riuscita a convincere La “Chiesa della proibizione”, che la cannabis non è la “pianta del demonio”, bensì una risorsa terapeutica.
- Eppure, nel Piano d’azione sulle dipendenze (a differenza che nella relazione in parlamento) è scomparso ogni riferimento alla depenalizzazione della cannabis, tema certo inviso alle destre.
Il 27 e 28 novembre 2021, quindi quasi circa un anno fa, si è tenuta a Genova la Conferenza nazionale sulle dipendenze. La sesta per l’esattezza. Erano anni che in Italia, le persone che si occupano di questi temi, la attendevano. Dal 2009. Prevista dalla legge 309 del 1990, avrebbe dovuto essere convocata ogni tre anni per aggiornare la riflessione e le strategie pubbliche in materia di droghe. Invece, dopo le prime cinque conferenze, a lungo il parlamento italiano si è guardato bene dall’or



