Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo a questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Per circa un mese pubblichiamo ampi stralci del resoconto dei lavori della Commissione parlamentare d’inchiesta della X Legislatura che per prima provò a ricostruire l’operazione Gladio. Nelle conclusioni della Commissione resta una frase che pesa più delle altre: «Persistono elementi di ambiguità e reticenza nel rapporto tra struttura e istituzioni democratiche». È il linguaggio della politica per dire che qualcuno mentì


Negli archivi dell’organizzazione «Gladio» sono conservati documenti contenenti le risultanze di attività informativa svolta da appartenenti alla struttura. Alcuni di questi documenti non sembrano riconducibili a finalità addestrative. Tra questi:

a) una nota dell’Ufficio «R», indirizzata all’Ufficio «D» e datata 18 novembre 1965, che ha per oggetto la segnalazione, da parte di una «fonte occasionale attendibile», della «esistenza nei pressi di Como di una scuola di addestramento comunista nella quale si effettuerebbero dei corsi di specializzazione a giovani attivisti». Si ipotizza la partecipazione ad uno di questi corsi di una persona di circa 25 anni, di cui viene indicato nome e cognome, residente in un comune della provincia di Udine;

b) un appunto, su carta non intestata, allegato ad una nota di trasmissione datata 30 dicembre 1975 ed avente per oggetto «Rizzoli SpA-Corriere della Sera». L’appunto risulta «pervenuto da fonte riservata» e viene trasmesso al Capo del Reparto «R-S»; nel con tempo viene informato anche il reparto «D».

Le notizie riferite nell’appunto provengono da contatti, diretti e indiretti, avuti dalla fonte con una serie di personaggi della «Rizzoli SpA», di cui vengono indicati i nomi.

I contenuti del documento riguardano «le modifiche di indirizzi politici da parte del Corriere della Sera, marcatamente avvertibili a partire dalla vigilia delle elezioni amministrative del 15 giugno 1975» e «iniziate con la presa di contatto della gestione del Corriere da parte dei dirigenti del gruppo Rizzoli qualche mese dopo l’acquisto da parte delle stessa famiglia Rizzoli dell’azienda Corriere della Sera». Tale acquisto «sarebbe avvenuto con l’assenso negoziato del PCI», che avrebbe anche svolto attività di mediazione in relazione ad un prestito ottenuto in Svizzera dai Rizzoli.

Altre notizie vengono fornite in merito alla situazione finanziaria delle testate del gruppo editoriale e ai rapporti Cefis-Rizzoli. L’appunto si conclude con due osservazioni: la prima secondo cui «la pressione del Pci è più forte nell’ambito del Corriere che sul resto delle testate del Gruppo, dove la prevalenza, specie in alcune testate periodiche, ancora di elementi moderati e filoccidentali»; la seconda è che «nell’ambito della redazione del Corriere si sarebbe formato un gruppo di “resistenti” all’influenza comunista e alla linea del giornale, di giovane età ma piuttosto timoroso di essere emarginato»;

c) due appunti inviati dal Centro «Pleiadi», in data 27 settembre 1990, aventi per oggetto il «Comitato ingegneri e tecnici» dell’Aeritalia. I documenti trattano di due riunioni svoltesi a Collegno e a Torino il 4 maggio e il 20 settembre precedenti, per iniziativa del Comitato predetto, del quale si dice che era stato costituito all’inizio di quell’anno «con il fine di sottolineare ed evidenziare in ogni modo i motivi di malcontento all’interno dell’azienda».

Entrambi gli appunti contengono considerazioni ed analisi che fanno riferimento alle connessioni esistenti tra il Comitato ed il movimento «Lotta comunista», nonché ai rapporti dello stesso con il «Movimento non violento», all’epoca attivo in Piemonte.

Vi è poi un documento interamente manoscritto, a firma «Salvatore», che fornisce un’analisi dettagliata della situazione della città di Sassari. Il documento non è datato ma è riferibile, con sufficiente sicurezza, al periodo a cavallo tra la fine degli anni settanta e l’inizio del decennio successivo. Il rapporto prende in considerazione un’ampia gamma di aspetti (sociali, demografici, economici, politici, amministrativi) e contiene brevi schede biografiche relative alle personalità di maggiore spicco nel panorama cittadino (politici, giornalisti, sindacalisti, docenti universitari).

Al documento è allegato un biglietto intestato «2" Divisione Ricerche — Il Direttore della 4" Sezione», su cui è annotata la seguente frase: «Ottimo lavoro. Molto interessanti i giudizi sulle persone (sono personali o è il pensiero della massa?) Andare avanti così».

Su un diverso foglio, non intestato, la stessa frase è dattilo scritta, con in calce la seguente annotazione, manoscritta, a firma «Salvatore»: «Le caratteristiche comportamentali delle persone prese in esame mi hanno indotto a tracciare siffatti giudizi. Tuttavia i medesimi sono suffragati dalle convinzioni della massa, sensibile e attenta».

L’esposizione è articolata in paragrafi senza titolo, contraddistinti da una numerazione progressiva; alcuni di questi paragrafi sono brevissimi e consistono nella semplice annotazione della inesistenza di determinati fenomeni. Ciò induce ad ipotizzare che il rapporto sia stato redatto sulla base di un questionario.

Nell’audizione dei generali Luccarini ed Inzerilli, rispettivamente Direttore in sede vacante e Capo di Stato maggiore del SISMI, svoltasi il 4 giugno 1991, sono state chieste ad entrambi valutazioni in relazione ai documenti appena illustrati ed alla possibilità che essi dimostrino l’avvenuto svolgimento, da parte della «Gladio», di attività informative o comunque non inerenti alle finalità proprie di una rete Stay-behind. Il generale Luccarini ha rilevato, in linea di principio, che i documenti in questione non risultano essere stati trasmessi dalla «Gladio» al Servizio e che, quindi, «non vi è stato alcun seguito».

Per quanto concerne il rapporto sulla città di Sassari, il generale ha poi osservato che «se vi fosse un analogo documento sul Lazio, un altro sul Piemonte, un altro sulla Lombardia e così via, e, soprattutto, su quei personaggi che vengono citati vi fossero notizie veramente interessanti dal punto di vista informativo», allora potrebbero aversi dei sospetti.

Ugualmente potrebbe dirsi se si fossero rinvenuti appunti su altre testate giornalistiche oltre al Corriere della Sera. Si tratta quindi di fatti sporadici, che non denunciano un «sistema informativo teso ad acquisire queste notizie».

Il generale Inzerilli ha affermato che il rapporto sulla città di Sassari «deve essere considerato come un documento addestrativo» nel senso che uno dei compiti previsti per la rete Stay-behind era proprio quello di svolgere attività informativa. Ciò comportava che, quando gli appartenenti alla rete raggiungevano un certo livello di specializzazione, venivano addestrati «sul terreno», ad esempio in porti o aeroporti, affinché si abituassero ad osservare e riferire tutto quello che succedeva.

[Per quanto riguarda l’addestramento all’osservazione «sul terreno», sono state effettivamente reperite, nell’archivio dell’organizzazione «Gladio», alcune relazioni informative concernenti le strutture ed il movimento di navi nei porti di Trieste e Civitavecchia. Le date di queste relazioni sono: 1977 (esercitazione «Porto», svoltasi a Civitavecchia il 27 ed il 28 novembre di quell’anno); 1979 (rilevazione su movimenti di navi nel porto di Trieste, effettuata nel mese di aprile); 1982 (rapporti informativi relativi all’osservazione diretta delle navi, delle infrastrutture e del tipo di sorveglianza nel porto di Civitavecchia).

Dall’archivio della «Gladio» è stato altresì acquisito un documento, risalente al novembre 1985, intitolato «Esercizio di ricerca informativa  – Direttive di base», interamente dedicato alla pianificazione di attività addestrativa di tipo informativo. Lo scopo dichiarato dell’attività è quello di «mettere alla prova le possibilità di una rete info; abituarsi al mantenimento del segreto; esercitarsi al disegno di schizzi ed all’uso di macchine fotografiche, quale ausilio per l’acquisizione e presentazione delle info».

Di evidente carattere addestrativo sono anche tre dettagliati rapporti informativi su aree regionali, considerate nella loro globalità: il Trentino-Alto Adige, la Lombardia e la Val d’Aosta (il rapporto relativo alla Lombardia venne stilato nel quadro della esercitazione « Jolly 1987 »).

I rapporti hanno struttura similare e forniscono tutti informazioni, oltre che sulle caratteristiche geografiche dell’area presa in considerazione, sulla popolazione, sull’economia e sui trasporti e le comunicazioni.

Queste tre voci compaiono anche nello «schema per le informazioni», di cui si dirà nel paragrafo seguente. Il rapporto sulla Val d’Aosta contiene anche paragrafi dedicati a «Governo e politica» (sistema istituzionale della regione e forze politiche rappresentate in seno al Consiglio della Valle) nonché all’informazione radiotelevisiva, alla stampa ed all’editoria.

Queste informazioni sono strutturate secondo uno schema che ricalca fedelmente quello contenuto in un documento, acquisito agli atti del Comitato e rinvenuto nell’archivio di «Gladio» intitolato «PSYOPS» vale a dire azioni di guerra psicologica il cui svolgimento, nell’ambito di operazioni di guerra non convenzionale nel territorio nazionale occupato, era finalizzato alla creazione di «una situazione favorevole allo sviluppo della Resistenza, per guadagnare sostenitori e neutralizzare gli oppositori» (queste definizioni sono tratte da un documento non intestato, rinvenuto negli archivi della «Gladio» che pianifica le informazioni necessarie per la condotta di azioni di guerra psicologica).

Per concludere questa digressione sulla attività informativa di carattere addestrativo che risulta essere stata svolta dagli appartenenti alla organizzazione «Gladio», resta da dire che le «Informazioni» costituivano materia di insegnamento nei corsi periodicamente tenuti presso la base di Alghero. A tal fine, venne redatto un manuale, trasmesso dal SISMI al Comitato assieme ad altre 44 «sinossi» addestrative. Il manuale, dopo aver definito i lineamenti dottrinali e l’organizzazione dell’attività informativa, ne descrive gli obiettivi e chiarisce le caratteristiche che le informazioni devono rasentare seconda dei vari oggetti cui si riferiscono guerriglia, sabotaggio, propaganda e ambiente nucleare.

All’addestramento per lo svolgimento di attività informativa è dedicato un paragrafo del capitolo relativo all’organizzazione informativa. Secondo tale testo, «scopo dell’addestramento è quello di dare all’agente quella conoscenza e capacità – sia generale sia specifica – di cui deve essere in possesso per portare a compimento gli incarichi che gli verranno affidati». Il manuale chiarisce poi che «l’addestramento viene di norma svolto da un rappresentante della Centrale, ovvero dal Vice Capo Rete, con criteri e modalità fissati dalla Centrale stessa. Nello svolgimento dei programmi si dovrà tener conto, soprattutto, dell’incarico cui è destinato l’agente, evitando il sovraccarico di notizie inutili».

La «sinossi» individua come segue, al capitolo IV, gli «Obiettivi della ricerca informativa»: generalità, notizie militari, controlli di sicurezza-documentazione, dati meteo, notizie sulla situazione politica, sociale ed economica, caratteristiche del terreno. Tali obiettivi comprendono, come si può constatare, sia quelli previsti dalla direttiva sulla guerra non ortodossa del 1976, sia quelli elencati nello «schema per le informazioni», di cui si riferisce nel testo].

Il generale ha anche confermato l’ipotesi che il rapporto sia stato scritto sulla falsariga di un questionario finalizzato a standardizzare il sistema di raccolta delle informazioni in funzione addestrativa.

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