All’evento conclusivo degli Stati generali del Movimento 5 stelle interverranno trenta superdelegati, scelti dagli iscritti su Rousseau. Oltre ai big, spazio a consiglieri minori e altre figure quasi sconosciute. I parlamentari, intanto, si chiedono a titolo di chi parlino
- Gli Stati generali dovevano svolgersi all’insegna del coinvolgimento di tutte le anime del Movimento 5 stelle, ma a guardare la lista dei trenta oratori che interverranno in chiusura dell’evento c’è da chiedersi chi rappresentino.
- Oltre ai big di governo e partito, infatti, interverranno molti consiglieri di minoranza (uno addirittura eletto in una lista civica) e altre figure del Movimento poco note.
- Non è chiaro quanti voti abbiano preso questi militanti per vincere l’accesso all’evento più importante della kermesse, ma i parlamentari, già poco interessati all’evento, non sono incentivati a occuparsene.
Il primo giorno della fase finale degli Stati Generali proietta i Cinque stelle verso una fase nuova: gestione collegiale del vertice scelto dai militanti, poi un “primus inter pares” che è l’equivalente del vecchio capo politico ma non può avere incarichi di governo. Non ci sarà mai più una situazione come quella sperimentata tra 2018 e inizio 2020, con Luigi Di Maio alla guida del Movimento e anche nelle posizioni più alte dell’esecutivo (prima vicepremier e ministro dello Sviluppo, poi degli



