I sospetti dell’antiriciclaggio sull’amico di Marine Le Pen e i suoi affari in Italia riguardano anche una società che nel 2019 ha cambiato proprietà. Si tratta del Carré Français Italia, ristorante chic nel centro di Roma, che ha comportato un investimento notevole ma ha anche assicurato i primi anni fatturati notevoli di quasi mezzo milione di euro. A fondarlo è stato Jildaz Mahé, in gioventù un estremista nero del Gud, il Groupe Union Défense (Gud), organizzazione studentesca di estrema destra nata nell’università parigina in cui Le Pen ha studiato con Frederic Chatillon, pure lui un “Gud boy”, l’amico e “consigliere” informale della candidata di estrema destra che sfiderà Emmanuel Macron al ballottaggio per la presidenza della Repubblica francese.

Chatillon è stato condannato in primo grado a Parigi per frode relativa alla vicenda Riwal, la società di comunicazione fornitrice del Front National di Le Pen, coinvolta nel finanziamento illecito del partito nazionalista che nel 2018 ha cambiato nome in Rassemblement National.

Il giallo dell’ex marito

Il fondatore del Carrè Français, Mahé, è amico di Chatillon, il quale però ha sempre negato di avere un ruolo nel Carré Français. Versione smentita dai documenti finanziari pubblicati da Domani, che rivelano la connessione tra i progetti imprenditoriali degli amici di Le Pen. L’antiriciclaggio infatti ha segnalato come sospetti numerosi movimenti di denaro tra la Francia e l’Italia per 2 milioni di euro.

Il crocevia delle operazioni bancarie è la società Groupe Erer. Da questa holding più di mezzo milione arriva sui conti della società Riwal Italia di Chatillon, che vive a Roma da tempo in un prestigioso palazzo del centro di Roma. Più di un milione invece lo riceve l’azienda Carrè Français Italia, fino al 2019 di proprietà di Mahé.

L’impresa oggi non è più ufficialmente di Mahé, ma ha un socio unico: Eric Iorio, nato il 31 gennaio 1964 a Verdun, Francia. Un personaggio che riporta sempre al vecchio Front National e al giro degli ex militanti del Gud. Ma soprattutto conduce direttamente alla candidata di estrema destra: è l’ex marito di Marine Le Pen. Difficile possa essere un omonimo: il titolare del Carré Français è nato lo stesso anno, giorno e nello stesso paese dell’ex di Le Pen. Contattato da Domani al locale non è stato possibile parlarci, nonostante le ripetute telefonate e le promesse di rintracciarlo per passarcelo. «Non mi interesso della vita privata del titolare», ha risposto seccato uno dei dipendenti.

Nel 2019 Carré Français Italia ha cessato ogni attività e ha venduto a Ambassade Srl: il socio unico e l’amministratore è, appunto, Eric Iorio. Nell’atto di cessione tra Carré Français e Ambassade risulta che il prezzo pagato da Iorio è di poco più di 114mila euro. Non una cifra esorbitante per un locale prestigioso di mille metri quadri, il cui affitto, si legge nel documento ottenuto da Domani, è pari a 168mila euro annui, dunque 14 mila al mese.

I bonifici sospetti

I versamenti sospetti analizzati dall’antiriciclaggio precedono di qualche anno l’arrivo di Iorio nel Carré Français. Sono relativi ai primi anni di vita del locale, che ricalca un po’ l’idea di un Eataly in versione parigina: prodotti locali francesi, promozione del territorio, cucina ricercata. Tuttavia c’è un pagamento di 18mila euro effettuato dalla società di Chatillon (Riwal Italia) a Altaenergia srl a ridosso di un’operazione che riguarda proprio il Carré Français.

Ad aprile 2019, infatti, il ristorante diventa di proprietà dell’azienda Ambassade di Iorio, che si chiama così solo a partire da quella data. Prima si chiamava Altaenergia, come la ditta pagata 18 mila euro da Riwal di Chatillon, ed era di proprietà di due italiani, che hanno venduto le loro quote a Iorio. L’ex marito di Le Pen, una volta acquistata Altanergia per 10 mila euro, cambia denominazione in Ambassade e conclude l’operazione Carré Français con i “Gud boys” amici del Front National e della candidata dell’estrema destra. Perché la società Riwal paghi Altanergia resta un mistero.

Il pagamento ad Altaenergia è solo una piccola parte del flusso milionario di soldi che dalla Francia raggiunge l’Italia.

Le cifre più rilevanti arrivano al Carré Français negli anni delle fondazione, tra il 2014 e il 2016, quando ancora Iorio era assente dalla compagine societaria. I bonifici offrono una chiave di lettura differente dell’investimento: non sembra essere un business del solo Mahé, piuttosto di una joint venture degli amici della leader nazionalista francese. In quegli anni Chatillon e la sua società fornitrice del Front National erano già al centro dei sospetti finanziamenti al partito. Sospetti poi confluiti in un processo che ha portato alla condanna a 30 mesi (pena sospesa) di Chatillon in primo grado, l’appello è previsto per l’autunno 2022.

Sui conti di Carrè Français, infatti, arrivano soldi da Groupe Erer. Secondo le informazioni raccolte dall’antiriciclaggio «Chatillon risulterebbe il titolare effettivo di Groupe Erer». Di certo dai bilanci emerge che Groupe Erer controllava la società Riwal di Chatillon e che ha versato nelle casse della società che gestiva il locale romano 1,3 milioni. Altro denaro arriva da Financière Wagram, 35mila euro: Wagram, secondo l’antiriciclaggio, è riconducibile ad Axel Loustau, anche lui ex Gud, che oltre a essere amico di Chatillon e Le Pen è stato anche consigliere regionale del Front National e del Rassemblement National. Processato con Chatillon, è stato assolto.

Questi flussi di denaro da società riconducibili agli ex Gud amici di Le Pen hanno perciò in qualche modo finanziato il ristorante fondato da Mahé seppure né Chatillon né nessun altro del Groupe Erer compaia ufficialmente nell’assetto societario del Carré Français. Oltre un milione di euro che ha garantito al locale di crescere per poi essere venduto all’ex della candidata Le Pen. Abbiamo chiesto a Chatillon una replica sui bonifici contenuti nei documenti dell’antiriciclaggio e che ruolo avesse davvero nel ristorante venduto a Iorio, ma non ha risposto.

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