Numerose risultanze verranno sinteticamente esposte nel prosieguo della presente richiesta, a cominciare dagli elementi acquisiti a specifico riscontro delle dichiarazioni di Leonardo Messina
Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo a questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Per circa un mese pubblichiamo ampi stralci del decreto di archiviazione dell’inchiesta “Sistemi criminali”, della Procura della Repubblica di Palermo, del 21 marzo 2001.
Per limitarsi ad elencare i numerosi elementi di conferma ed integrazione delle dichiarazioni di Messina, che saranno diffusamente illustrati nel prosieguo, vanno fin da subito segnalati:
Le dichiarazioni di numerosi collaboranti siciliani, in particolare catanesi, relative alle riunioni “strategiche” di Cosa Nostra svoltesi nella zona centrale della Sicilia prima delle stragi del ’92 (Messina parla della zona di Enna), anche con specifico riferimento all’approvazione in quella sede di una strategia di tipo stragistico eversivo avente come obiettivo quello di creare le condizioni più idonee per la nascita di un nuovo movimento politico: si vedano in particolare le dichiarazioni di Avola Maurizio, di Malvagna Filippo e di Pattarino Francesco (cfr. cap. II);
Le dichiarazioni di collaboranti calabresi circa gli accordi stipulati nel medesimo periodo fra Cosa Nostra siciliana e la ‘ndrangheta calabrese, aventi ad oggetto un’analoga strategia aventi obiettivi destabilizzanti al fine di realizzare la secessione della Sicilia e del Meridione dal resto d’Italia (si vedano le dichiarazioni di Filippo Barreca e Pasquale Nucera: cfr. cap. IV);
Le dichiarazioni di collaboratori pugliesi, già appartenenti alla Sacra Corona Unita, circa i rapporti nel ‘90-’91 fra leghe meridionali, criminalità organizzata pugliese e massoneria “deviata” nell’ambito di un progetto di tipo eversivo in cui sarebbero stati, a vario titolo, coinvolti Licio Gelli e Aldo Anghessa (si vedano le dichiarazioni di Gianfranco Modeo e Marino Pulito: cfr. cap. V);
Le dichiarazioni di Tullio Cannella circa le confidenze apprese da Leoluca Bagarella in ordine alla strategia eversiva, adottata da Cosa Nostra con l’omicidio Li ma e le stragi del ‘92-’93, finalizzata al sovvertimento istituzionale del paese creando le condizioni per la secessione della Sicilia dal resto d’Italia, nonché le dichiarazioni dello stesso Cannella circa il progetto di tipo secessionista che ispirava la costituzione del movimento “Sicilia Libera” per volontà di Leoluca Bagarella (cfr. cap. III § 2);
Le dichiarazioni di Gioacchino Pennino circa i rapporti fra mafia, ‘ndrangheta e massoneria anche in relazione a progetti secessionisti e la riunione di Lamezia Terme dei movimenti autonomisti del meridione d’Italia, cui presero parte i rap presentanti di Sicilia Libera (cfr. cap. III § 3);
Le dichiarazioni di Antonino Galliano circa la riunione che si sarebbe svolta fuori dalla Sicilia nel ‘90-’91 avente ad oggetto un progetto di secessione della Sicilia, cui avrebbero partecipato, fra gli altri, appartenenti di spicco di Cosa Nostra (in particolare Stefano Ganci) e uomini di vari ambienti anche istituzionali (perfino “Ministri in carica”: cfr. cap. III § 1);
Le dichiarazioni di Vincenzo Sinacori circa l’interesse di Leoluca Bagarella, manifestato in epoca successiva all’arresto di Riina, ad ottenere – tramite Cosa Nostra americana – l’appoggio “americano” ad un progetto separatista della Sicilia, con conseguente annessione agli U.S.A. (cfr. cap. III § 8)
Le dichiarazioni di Salvatore Cancemi, secondo il quale Riina, prima della stagione stragista, si sarebbe incontrato con persone importanti (cfr. cap. III § 5);
Le dichiarazioni di Massimo Pizza in ordine al progetto della massoneria italiana ed internazionale, nel medesimo periodo, di realizzare, in accordo con la criminalità organizzata non solo siciliana, un’azione di “destabilizzazione” finalizzata a creare le condizioni propizie per la divisione dell’Italia in più Stati, progetto nel quale avrebbero avuto un ruolo trainante Cosa Nostra, Licio Gelli, Stefano Delle Chiaie ed altri personaggi di spicco degli ambienti della massoneria, della criminalità organizzata e dell’eversione nera (cfr. parte II, cap. II § 2);
Il contenuto delle lettere inviate da Elio Ciolini all’A.G. di Bologna, già in epoca antecedente all’omicidio Lima, circa un progetto destabilizzante da realizza re mediante atti delittuosi fra cui l’eliminazione di uomini politici di spicco dei due principali partiti allora al potere, e cioè D.C. e P.S.I. (cfr. parte II, cap. I § 1);
Le risultanze investigative dell’indagine “Phoney Money”, già svolta della Procura della Repubblica di Aosta, in ordine alle profonde infiltrazioni della massoneria italiana (specie meridionale) ed internazionale nella Lega Nord con speciale riferimento a personaggi legati a Gianfranco Miglio (cfr. parte II, cap. II § 4);
L’esito delle investigazioni della D.I.A. sui movimenti leghisti meridionali e settentrionali, che hanno confermato i rapporti di molti di questi con ambienti massonici, dell’eversione nera e della criminalità organizzata, con riferimento al “protagonismo politico” in questo ambito, nei primi anni ’90, di Licio Gelli, Ste fano Delle Chiaie e personaggi a loro legati (cfr. parte II, cap. II § 1);
Le indagini sul movimento “Sicilia Libera”, che hanno confermato la stretta connessione fra la nascita di questo movimento politico e alcuni protagonisti della stagione stragista del ’93, quali Leoluca Bagarella, i fratelli Graviano e Giovanni Brusca (cfr. parte II, cap. II § 5).
Si tratta, come si vede, di numerose risultanze che verranno sinteticamente esposte nel prosieguo della presente richiesta, a cominciare dagli elementi acquisiti a specifico riscontro delle dichiarazioni di Leonardo Messina.
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