Oggi su Domani è il podcast serale del quotidiano Domani. Una pillola di pochi minuti per darvi subito un assaggio della prossima edizione, che sarà disponibile in edicola il giorno dopo e già dopo cena per gli abbonati digitali. Per ascoltare le altre puntate, man mano che verranno pubblicate, potete cliccare qui. Trovate questo podcast anche su Spotify Spreaker, Google, Apple podcast. Potete ascoltare “Oggi su Domani” anche su Alexa e con l’assistente vocale di Google.

Se vi state chiedendo fino a che punto Berlusconi scalerà il Colle e se la cosiddetta operazione scoiattolo è in realtà solo uno specchietto per le allodole, allora potete divertirvi a sondare gli scenari con Daniela Preziosi che parla di un eventuale ritiro come di un vero e proprio thriller psicologico.

Ma visto che il Quirinale fa già tanto rumore, voglio portarvi oggi su un tema che forse ottiene meno clamore ma che riguarda tanti, e cioè il lavoro mal pagato, mal pagato a tal punto che si può essere lavoratori e poveri. In Italia la questione è persistente: chi ha retribuzioni basse che rischiano di farlo scivolare sotto la soglia della povertà tende a continuare ad averle. 

Ne scrive Giovanna Faggionato riferendo delle iniziative del ministro Orlando, che sta preparando il terreno per una legge sul salario minimo, ma i dati servono anche a dare uno spaccato di realtà sulle diseguaglianze che riguardano il nostro paese. Stando ai dati eurostat, l’Italia è il quarto paese in Unione europea per lavoratori poveri. Secondo il rapporto presentato dal ministro Orlando già prima della pandemia la quota era superiore al 22 per cento.

Il fenomeno si concentra nei servizi a bassa qualifica ed è spinto da part time e contratti precari. Nella ristorazione si arriva al 60 per cento di contratti part time.

Sfumato l’intervento nella delega fiscale, ora il ministro vuole spingere sul salario minimo appunto, ma gli interventi suggeriti includono anche maggiori controlli e incrocio dei dati.

© Riproduzione riservata