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Facile ricordarsi degli europei appena vinti, la sbornia della vittoria è ancora praticamente dietro l’angolo, ma cosa ne dite del 1968? Chi se la ricorda quella vittoria lì? Pippo Russo, la penna del calcio di Domani, ci racconta i trionfi che furono, e che cosa è cambiato poi.

E allora in questa radiocronaca immaginaria dal passato eccoci indietro di 53 anni. La nazionale di Ferruccio Valcareggi restaura un minimo di onore per il calcio nazionale dopo una sconcertante eliminazione, quella dai mondiali di Inghilterra. Era il 1966 e fu la Corea del Nord a eliminarci, in quei mondali lì.

Ma torniamo al Sessantotto. Una competizione all’avventura, perché prima la semifinale contro l’Unione sovietica la si decide col lancio della monetina. Poi arrivati in finale con la Jugoslavia il primo tentativo si chiude in parità, e allora bisogna rigiocarla. All’epoca non c’era il tiro a sorte e i rigori erano ancora un’idea lontana. 

Questa vittoria - e altre - ve le racconta Pippo Russo su Domani.

Mentre io vi racconto una sconfitta, quella dell’Europa nell’arginare le derive illiberali. Tutti parlano della legge omofoba del premier ungherese ma in realtà l’apripista è stata la Polonia. Avete presente le lgbt free zone? La campagna presidenziale omofoba di Duda un anno fa? Ecco, adesso il ministro dell’istruzione vuole pure reinventare l’educazione alla polacca. Religione obbligatoria, martirologia, al bando ogni riferimento agli omosessuali e pure ai contraccettivi. Il ministro polacco non esita a definire i gay dei “deviati”. Ed è così che Varsavia supera ancora una volta Budapest, ma in tutto questo Bruxelles cosa fa? Spoiler: l’Europarlamento si batte, ma la Commissione fa troppo poco, troppo tardi. E così mentre von der Leyen punta il dito sulle lgbt free zone, Varsiavia è già oltre: alla lgbt free school...

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