Le motivazioni che spingono il gruppo di Pino Rauti ad uscire dal Msi sono legate ad un presunto venir meno della purezza dello slancio del partito e all'allontanamento di questo dall'Idea dalla Causa del fascismo, soprattutto quello della Rsi. Negli anni seguenti i Centri Studi, ispirati fondamentalmente alle teorie evoliane, al mito dell’Europa e alla rielaborazione di concezioni hitleriane, si radicano nell'Italia settentrionale
Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo a questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Per circa un mese pubblichiamo ampi stralci dell’ordinanza del 18 marzo 1995, “Azzi+25” di Guido Salvini, il giudice che a Milano provò, a più di vent’anni di distanza dai fatti avvenuti, a far condannare responsabili e complici di una stagione di sangue
Prima di esporre gli elementi di prova concernenti i fatti oggetto dell’istruttoria e di illustrare le testimonianze e i documenti acquisiti, appare opportuno un breve richiamo alla storia politico/militare di Ordine Nuovo, organizzazione cui nel corso dell’istruttoria risultano attribuiti il Maggior numero di episodi criminosi e che, dagli elementi via via raccolti, emerge certamente come una delle organizzazioni di destra caratterizzata dalle più vaste collusioni con gli Apparati dello Stato e dalla presenza di elementi dipendenti o a vario titolo in contatto con Servizi di sicurezza in una misura che all’inizio dell’istruttoria certamente non appariva immaginabile.
Il gruppo Ordine Nuovo, denominato Centro Studi Ordine Nuovo, esce dal Msi nel 1956 per iniziativa di un gruppo di militanti guidati da Pino Rauti, Clemente Graziani, Paolo Signorelli, Stefano Serpieri e Stefano Delle Chiaie, quest’ultimo passato poi, nel 1960, a fondare Avanguardia Nazionale.
Le motivazioni che spingono il gruppo di Rauti ad uscire dal Msi sono legate ad un presunto venir meno della purezza dello slancio del partito e all’allontanamento di questo dall’Idea dalla Causa del fascismo, soprattutto quello della Rsi.
Negli anni seguenti i Centri Studi, ispirati fondamentalmente alle teorie evoliane, al mito dell’Europa e alla rielaborazione di concezioni hitleriane, si radicano nell’Italia settentrionale e soprattutto nel Veneto e in misura molto minore invece nell’Italia meridionale, ove è più presente Avanguardia Nazionale.
Si susseguono i corsi per la formazione di quadri e nei periodi estivi veri e propri campi paramilitari con stages per attivisti.
I militanti di Ordine Nuovo saranno presenti in modo massiccio, insieme a quelli di Avanguardia Nazionale, nell’attività del Fronte Nazionale di Junio Valerio Borghese che deve costituire una federazione di gruppi al fine di realizzare l’atteso colpo di Stato.
Tuttavia, nell’autunno 1969, i Centri Studi Ordine Nuovo rientrano nel M.S.I. allora guidato dall’on. Giorgio Almirante.
Tale rientro, come più volte ricordato anche nel corso della presente istruttoria da testimoni come Sergio Calore e Vincenzo Vinciguerra, ha peraltro solo carattere strumentale e il suo scopo è quello di costituire intorno ai militanti di Ordine Nuovo una sorta di ombrello protettivo al fine di difenderli da eventuali incisive azioni giudiziarie in vista dell’aggravarsi dello scontro nel Paese ed in vista altresì dello svilupparsi della “strategia della tensione” e del progetto di golpe.
Nonostante tale rientro, Ordine Nuovo mantiene la sua identità e le persone che ne fanno parte continuano a mantenere i loro momenti di incontro e i loro contatti personali e politici (cfr. int. Calore 21.10.1991, f.3).
Anche fra i militanti di Ordine Nuovo rientrati nel M.S.I. e coloro che non hanno approvato, come Clemente Graziani, tale scelta e hanno dato vita al Movimento Politico Ordine Nuovo, rimangono praticamente intatti i rapporti politici e le differenze rimangono meramente apparenti (cfr. int. Vinciguerra 4.10.1991, f.1).
L’ideologia di Ordine Nuovo si caratterizza nell’individuazione come nemico principale della democrazia parlamentare e del “letamaio partitocratico”.
Il programma prevede l’eliminazione da tutta l’Europa delle influenze liberali, progressiste e materialiste, con la costruzione di una Europa Nazione illuminata da una concezione antidemocratica, antisocialista, anticapitalista (almeno come petizione di principio), aristocratica ed eroica della vita.
Sotto questo profilo il programma del Movimento dovrebbe in teoria prevedere una lotta totale sia contro il colonialismo russo sia contro quello americano.
Nonostante le proclamate finalità antiborghesi e anticapitaliste, si nota tuttavia nell’organizzazione un ritegno a portare l’attacco contro lo Stato come se dovesse comunque prevalere il ruolo di difesa dello Stato contro le forze della sovversione comunista, ruolo che comporta una ben precisa empatia con settori dei pubblici Apparati e con i fautori di uno Stato forte e semplicemente reazionario e non organico e nazista.
Sul piano organizzativo, Ordine Nuovo si struttura in circoli e in più ristrette cellule in ogni città dove è possibile, sotto la responsabilità di un reggente che deve rispondere gerarchicamente alle istanze superiori.
Nel Triveneto, ad esempio, e cioè Veneto, Trentino e Friuli-Venezia Giulia, esiste un reggente quasi per ciascuna città e il dr. Carlo Maria Maggi di Venezia svolgeva, negli anni ’70, la funzione di reggente per l’intero Triveneto, rispondendo direttamente per il proprio operato alla direzione di Rauti e Signorelli a Roma.
L’intera struttura è ispirata a principi di rigida compartimentazione e di rapporti di reciproca affidabilità fra pochi militanti in modo tale che fossero garantite la riservatezza e il livello qualitativo dei militanti più che l’estensione quantitativa del Movimento.
Vincenzo Vinciguerra, ad esempio, ha ricordato che Ordine Nuovo era almeno tendenzialmente, nella sua organizzazione clandestina diviso in cellule che avevano adottato la struttura a stella.
Tale struttura, adottata dall’esperienza dell’O.A.S., che a sua volta l’aveva mutuata dallo stesso F.L.N. clandestino algerino, prevedeva l’esistenza di cellule di cinque persone in cui il capocellula era in contatto con due coppie di persone che formavano la semicellula e che fra loro non si conoscevano e solo il capocellula era in contatto con gli altri capicellula (cfr. int. Vinciguerra 6.6.1991, f.2).
L’attività eversiva di Ordine Nuovo è stata oggetto di numerosi procedimenti condotti dalle Autorità Giudiziarie di varie città d’Italia. In particolare il livello illegale di Ordine Nuovo è stato qualificato come banda armata e associazione sovversiva nell’ambito del procedimento a carico di Addis Mauro ed altri condotto dall’A.G. di Roma e divenuto definitivo in data 12.10.1993. Si tratta del procedimento da cui è originata la presente istruttoria a seguito della sentenza di incompetenza territoriale da parte del G.I. di Roma di quella parte dell’istruttoria che riguardava il gruppo "La Fenice". Tale vastissimo procedimento riguardava non solo la struttura associativa a Roma di Ordine Nuovo, ma anche numerosissimi reati specifici come rapine di autofinanziamento, attentati dimostrativi e accumulo di armi ed esplosivi nella prima metà degli anni ’70 e vedeva imputati personaggi quali il prof. Paolo Signorelli, Sergio Calore e Massimiliano Fachini.
L’ordinanza di rinvio a giudizio, stralci della sentenza di primo grado e dispositivi delle sentenze successive sono stati acquisiti in copia a questa istruttoria (vedi vol.26).
E’ divenuta definitiva con analoghe conclusioni sul piano della qualificazione del reato associativo la sentenza della Corte d’Assise di Venezia che riguardava il tentativo di ricostituzione in Veneto del gruppo Ordine Nuovo tra il 1978 e il 1980 e che vedeva quali imputati, fra gli altri, il dr. Carlo Maria Maggi, Marcello Soffiati, Carlo Digilio, Cinzia Di Lorenzo e, per reati commessi durante lo stato di detenzione, Giancarlo Rognoni.
Anche in tale contesto, il gruppo ordinovista aveva ammassato armi ed esplosivi ed è emerso che un notevole quantitativo di armi era stato ceduto al gruppo di Gilberto Cavallini. Anche tale sentenza è stata acquisita in copia (vedi vol.31).
Inoltre Pierluigi Concutelli e Gianfranco Ferro, il primo definitosi “comandante militare di Ordine Nuovo”, sono stati condannati per l’omicidio del giudice Vittorio Occorsio avvenuto a Roma il 10.7.1976.
Infine, e sempre per rimanere ai procedimenti di Maggiore rilievo, la Corte d’Assise d’Appello di Firenze, nel procedimento relativo alla strage sul treno Italicus dell’agosto 1974, pur assolvendo gli imputati ha rilevato che gli autori della strage devono comunque individuarsi in soggetti militanti dell’articolazione toscana di tale organizzazione.
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