Oggi su Domani è il podcast serale del quotidiano Domani. Una pillola di pochi minuti per darvi subito un assaggio della prossima edizione, che sarà disponibile in edicola il giorno dopo e già dopo cena per gli abbonati digitali. Per ascoltare le altre puntate, man mano che verranno pubblicate, potete cliccare qui. Trovate questo podcast anche su Spotify Spreaker, Google, Apple podcast. Potete ascoltare “Oggi su Domani” anche su Alexa e con l’assistente vocale di Google.

Matteo Pugliese prova a rispondere a una domanda, che è: i Talebani hanno mantenuto i legami con al Qaida? Vi anticipo la risposta. L’alleanza tra i Talebani e al Qaida non è mai finita, conclude Pugliese, che è esperto di sicurezza internazionale ed estremismo. Mettiamo in fila gli elementi. Un ufficio delle Nazioni unite preposto proprio all’analisi della minaccia terroristica in Afghanistan ha pubblicato rapporti annuali che confermano il perdurante vincolo fra i due gruppi. Nel 2020, i Talebani hanno regolarmente consultato il gruppo di Zawahiri nel corso dei negoziati a Doha, mentre al Qaida era presente in almeno 12 province afgane con un numero stimato tra i 400 e i 600 mujahiddin. Nel 2019 si tenne un incontro bilaterale tra i vertici per rassicurare i qaedisti sul mantenimento dei rapporti, cementati anche da matrimoni tribali. Il 23 settembre di quell’anno, a margine di una riunione, il capo di al Qaida nel Subcontinente indiano, Asim Umar, fu ucciso da un drone americano insieme a un corriere di al Zawahiri. La rete Haqqani, una delle correnti del movimento talebano, propose la creazione di un contingente di duemila uomini con il sostegno di al Qaida. Il rapporto Onu del 2021 conferma il precedente, con la presenza di al Qaida in 15 province afghane. I Talebani continuano a proteggere al Qaida, insomma. In questo contesto si inserisce l’attività dello Stato islamico nel Khorasan, che è in aperto conflitto con i Talebani, criticati anche per aver dialogato con “i miscredenti” di Pechino. Negli ultimi anni, gruppi jihadisti pakistani dei territori tribali si erano avvicinati allo Stato islamico, ma quando avevano capito di non poter agire in autonomia e di dover osservare le gerarchie imposte dall’Iraq hanno abbandonato l’organizzazione. Lo Stato islamico potrebbe essere usato indirettamente da attori regionali per destabilizzare un Afghanistan talebano, dove comunque operano sacche di resistenza delle milizie etniche e di ciò che resta dell’esercito afghano.

© Riproduzione riservata