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Vi ricordate di quel giorno in cui 14 eurodeputati pentastellati diedero la loro fiducia a Ursula von der Leyen? L’Europa è troppo spesso, e ingiustamente, sottovalutata. Ma quell’appoggio dei grillini alla attuale presidente della Commissione fu per esempio il segnale, il prodromo, dell’inizio del governo giallorosso. Era il 2019. Ora, a oltre due anni di distanza, nell’Europarlamento partono i grandi giochi per le elezioni di metà mandato, il cosiddetto midterm, in cui il parlamento europeo sceglie il suo presidente, i vice, chi guida le commissioni… Come potete immaginare molto si muove: avete sentito parlare del tema dell’ingresso degli eurodeputati cinque stelle nel gruppo socialdemocratico, avete visto l’annuncio di Carlo Calenda che passa in quello liberale… Che cosa sta succedendo? E qual è il legame tra ciò che avviene a Strasburgo e quel che si muove a Roma? Ve lo raccontiamo io e Daniela Preziosi, tenendo conto appunto di entrambi i versanti. 

C’è poi un articolo di Rachele Gonnelli che vi consiglio perché svela molte ipocrisie nel dibattito politico sul reddito di cittadinanza. Per esempio. Sapevate che per come lo riforma il governo Draghi, per esternalizzare ai privati il servizio di navigator facciamo nuovi disoccupati? La manovra ha fatto piazza pulita di oltre 2mila persone che dovevano aiutare i percettori del reddito di cittadinanza nella ricerca di un’occupazione. Ora ci sono altre 2mila persone senza un lavoro, quindi. In compenso c’è il rischio assai concreto che il compito finora svolto dai navigator passi nelle mani dei privati, in particolare delle cento agenzie per il lavoro «con oltre 2.500 filiali in tutto il territorio nazionale» di cui ha parlato il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta. Saranno quindi privati come Adecco o Manpower a incrociare domanda e offerta per i percettori di reddito di cittadinanza, o almeno di quel terzo di loro ritenuto occupabile.

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